Pronto Soccorso presi d’assalto senza più medici disposti a lavorarci, medici di medicina generale introvabili, specialisti di altre branche, a volte nemmeno affini ed equipollenti, costretti a prestare la loro opera in contesti non appropriati alle competenze maturate, concorsi “sartoriali” cuciti su misura del vincitore designato alla faccia del merito, liste d’attesa interminabili: sono solo alcuni esempi di un sistema disgregato, quello sanitario regionale, che pare reggere solo sulla tenacia di medici e personale che non abbandona questa difficile trincea.
Occorre liberare la Sanità della nostra regione dalle ingerenze della politica affinché recuperi qualità, competitività e riconquisti la fiducia dei cittadini. La sinistra che guida la regione da sempre, anziché lamentarsi della scarsità degli stanziamenti statali nella sanità pubblica (mai così ingenti come nel governo Meloni) dovrebbe pensare a come spendere meglio le risorse che ha. La nostra provincia è sempre stata penalizzata dalla regione: scarsi finanziamenti per il nuovo Centro oncologico e per l’Ospedale dei bambini (a scapito di Reggio), chiusura punto nascite a Borgotaro, assenza di una struttura di day hospital per i pazienti anziani, case della comunità che stentano a decollare, CAU fallimentari e una integrazione tra le due aziende sanitarie ancora sulla carta ma non nei fatti.
Emblematico il piano pluriennali degli investimenti in Sanità 2024-2026 approvato dalla regione ER all’interno del Documento di economia e finanza regionale che riconosce al territorio di Parma e alle loro strutture fondi assai inferiori a quelli destinati alle altre province.
Priamo Bocchi e Nicoletta Napoli – Candidati al consiglio regionale per Fratelli d’Italia