Una brutta pagina per la democrazia, ieri sera, nel ‘palazzo’ della nostra città. Con buona pace dell’ascolto e della partecipazione, modalità sempre esibita da questa amministrazione ma mai realmente praticata. Durante la Commissione consiliare congiunta sul Tardini, il presidente della IV Commissione sig. Ilariuzzi, con il sostegno del Presidente Tassi Carboni, nonostante il parere favorevole di alcuni componenti del consiglio non ha voluto concedere la parola a un cittadino di Parma e membro del CCV Cittadella. Comitato di quartiere che, consapevole dello stravolgimento del proprio luogo di vita, per mesi ha proposto incontri pubblici per approfondimenti e suggerimenti, senza avere mai ricevuto alcun riscontro: si è preferito proseguire con accordi tra l’Amministrazione e il proponente, come risulta negli atti dei consigli. Nessuna sorpresa, dunque: solo l’ulteriore conferma della volontà di questa Amministrazione di accontentare in tutto e per tutto l’investitore privato (l’osannato salvatore di una società eccezionalmente indebitata e allo sbaraglio), e di procedere velocemente, senza gli ‘inciampi’ delle voci dei residenti dissidenti (documentatissime e circostanziate), assecondando gli interessi del magnate americano anche a costo del sacrificio di quelli della collettività.
E’ inaccettabile, poi, che coloro che, con passione e serietà si sono sempre presi a cuore le questioni della città nell’esercizio della cittadinanza attiva, non solo vengano ignorati e osteggiati per mesi, ma che addirittura, nella sostanza, non siano nemmeno riconosciuti e legittimati come attori principali della sfera pubblica. Il Comitato Tardini Sostenibile ritiene un atto gravissimo dunque che l’esposto all’Autorità Nazionale Anticorruzione ANAC arrivato in Comune – doverosamente messo in atto a tutela del controllo legale sul proprio bene pubblico ceduto per 90 anni a un privato – sia liquidato come “mossa politica”, e che le richieste di chiarimenti di questa importantissima autorità amministrativa nazionale di vigilanza vengano banalizzate al punto che si prosegua l’iter progettuale senza nemmeno aspettarne le conclusioni. Rendendo legittimo il dubbio che l’Amministrazione non agisca realmente nell’interesse pubblico, ma che abbia addirittura persa la benché minima terzietà.
Ecco cosa il cittadino avrebbe voluto dire:
Il progetto che con ostinazione si sta portando avanti, in realtà, dalla conferenza dei servizi ha avuto, giustamente, parere negativo.
Negative, e preoccupanti, sono state le considerazioni circa il piano economico finanziario. Il piano economico presentato sembra un esercizio del 1 anno di economia e commercio.
Assumiamo queste ipotesi di spesa, assumiamo queste ipotesi di ricavi; inseriamo una percentuale di inflazione, consideriamo che la squadra ogni 7 anni retroceda in serie B; inseriamo una concessione di 90 anni e pigiamo sul tasto di excel attivando le macro.
I risultati si leggono scorrendo i tabulati del piano:
“ il 1° anno avremo un utile di circa 2mil. di euro, il 2° di circa 2,2 mil. di euro, il 3° di circa 2,4mil., …….il 20° di circa 4,7mil., ……il 40° di circa 7,4 mil., …..il 60° di circa 11,5 mil. ,…… il 90° di circa 21,5 mil di euro.”
Questo è palesemente ridicolo. Se le aziende funzionassero così sarebbero tutte sempre in utile, e non ci sarebbero stati i fallimenti del Parma Calcio di Parmalat e quello di Tommaso Ghirardi. E certamente gli imprenditori parmigiani non si sarebbero privati di una tale fonte di guadagno assicurato…
Le considerazioni alla base del PEF sono veramente di fantasia, ed è inutile commentarle ancora: ma da citare è il vero insulto per Parma “Al comune e ai suoi cittadini non riconosciamo nulla per la concessione di 90 anni.”
Chiunque si sarebbe vergognato nel presentare un simile piano finanziario, chiedendo 90 anni di concessione dell’area più bella di Parma, mettendo in difficoltà la città sia durante gli anni del cantiere e, ancor peggio, quando l’impianto sarà a regime, e dovrà lavorare a ritmi serrati per portare utili. La conferenza dei servizi fa notare che il piano non funziona e qualsiasi amministrazione avrebbe preteso maggiori garanzie, approfondimenti e proiezioni sensate, prima di ogni decisione e per assicurare il reale interesse collettivo!
Circa l’urbanistica, nulla è rispettato, dicono i dirigenti dell’ufficio. Chiunque tratta abitualmente questi argomenti lo può confermare.
Nessun indice urbanistico, nessuno standard urbanistico è rispettato: è come se si fosse fatto un progetto libero su un foglio bianco. Ma il foglio bianco siamo noi, è la nostra Città: la sua storia, la sua immagine e forma impressa nella maglia delle sue strade, nelle costruzioni, nei monumenti, nelle piazze e nei quartieri che accolgono la vita di cittadini e il progetto di futuro che vogliono immaginarsi.
Sono stati collocati 2500 mq di commerciale, di cui 1000 di ristorazione e tanti altri mq. a disposizione non computati, ma che tra pochi anni potrebbero passare ad essere utilizzati come il mercato richiederà. Un nuovo polo gravitazionale a scapito del tessuto esistente, delle piccole attività del quartiere come di quelle del centro storico.
Il parcheggio realizzato dovrà rendere 320mila euro/anno (come riportato sempre nel PEF). Tutto è monetizzato, utile alle casse del privato: a noi restano inquinamento, traffico e problemi di sicurezza. Non ci sono parcheggi in prossimità come richiesto da norme Coni, o da quelle nazionali per gli impianti sportivi (normative per le quali è stato accolto il ricorso del 1992 da Tar, Consiglio di Stato e Cassazione).
E cosa dire della scuola Puccini, tanto difesa a parole, tanto ignorata nei fatti?! Gli uffici urbanistici hanno fatto rilevare che sarà circondata e sacrificata dalla nuova costruzione: ingressi mezzi pesanti a sinistra, e mezzi di servizio a destra. E’ solo questione di tempo, e verrà demolita, inglobando quegli spazi a servizio del nuovo polo commerciale e calcistico, come era nella volontà originaria degli investitori.
Sono stati progettati campetti da gioco ricavati nel corridoio perimetrale largo massimo 10 metri, sul cemento, senza un filo d’ombra, schiacciati tra la facciata alta 25 m. e la mura di confine alta 5 m. Mentre gli uffici si raccomandano di rispettare le dimensioni Coni! Contro la narrazione quanto meno fantasiosa del proponente, rimane la certezza che nessuno li vorrà utilizzare, per la loro posizione estremamente infelice e in quanto posizionati esattamente sulle vie di accesso dei mezzi pesanti.
La viabilità attorno allo stadio rimane esattamente come ora, irrisolta e con problemi aggravati di sicurezza, e Parma continuerà a essere bloccata ogni qual volta gli eventi (sempre più numerosi, diurni e notturni, per le note esigenze di cassa) lo richiederanno.
Niente da dire sull’ambiente e il verde: sono infatti totalmente ignorati, come se il problema ambientale non esistesse.
Ripetiamo: la maggior parte dei pareri espressi nella Conferenza dei servizi sono negativi. Ciò nonostante il RUP Responsabile Unico del Procedimento li ha trasformati in “sostanzialmente positivi”, dando il via libera all’amministrazione di procedere a questo azzardo, che, senza le garanzie e le tutele necessarie, consegna la città nelle mani della società privata. Società che, non a caso ha schierato ben 7 legali a tutela del proprio investimento, e riuscire così a impossessarsi per 90 anni dell’agognata area… che, beninteso, potrà rivendere alla prima occasione di convenienza!
E i giovani e inesperti amministratori locali, appesantiti da una certa arrogante supponenza, impareranno che con imprenditori che si presentano con un tale dispiegamento di avvocati e facilitatori, non si fanno accordi al buio, specialmente quando si tratta della storia di Parma, del suo presente e del suo futuro.
Comitato Tardini Sostenibile