Dichiarazioni del presidente dell’Ordine Giornalisti sul caso di Vignale, il Procuratore D’Avino risponde: “Così si alza il rischio di frizioni fra informazione e giustizia”

SMA MODENA
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Procura della Repubblica di Parma

In relazione alle dichiarazioni che Carlo Bertoli, presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, avrebbe fatto in occasione di un’assemblea dell’Associazione stampa Toscana, secondo cui il circo mediatico creatosi a proposito della nota vicenda di Chiara, giovane di Traversetolo, sarebbe stato causato dal silenzio che lo scrivente avrebbe creato intorno alla vicenda, atteso che -al cospetto di una vicenda in cui “in un paese di 500 persone un giardino viene transennato, scavato, frequentato da una serie di persone completamente vestite di bianco, carabinieri, poliziotti, magistrati”– non sarebbe immaginabile “non dare informazioni”, la Procura di Parma ritiene doveroso fare qualche precisazione.

Verrebbe innanzitutto da chiedersi come possa -una persona collocata ai vertici del sistema di informazione nazionale – non essere informato che lo scrivente non è un sostituto procuratore della Repubblica, bensì il Procuratore della Repubblica, sottolineatura che va fatta non certo per la “degradazione” ad un ruolo che lo scrivente si sente onorato di aver ricoperto per oltre 20 anni nella Procura più grande d’Italia, bensì perché da Sostituto mai avrebbe potuto fare un comunicato stampa né tanto meno una conferenza stampa, prerogative di esclusiva pertinenza (e non da adesso) del Dirigente dell’Ufficio.

E verrebbe poi da evidenziare che Traversetolo, pur piccolo centro, è ben più di un paese di 500 persone, contando circa 10.000 abitanti.

Ma sottolineare ciò significherebbe alimentare una sterile polemica.

Quel che invece preme evidenziare è come dichiarazioni come quelle innanzi riportate, provenienti -si rimarca – dai vertici del giornalismo italiano, rischiano di innescare frizioni tra il sistema di informazione, da un lato, il sistema giudiziario, dall’altro, frizioni che certamente non costituivano la finalità del comunicato stampa del 16.9.2024 che è all’origine dell’intervento del dott. Bertoli.

La finalità del comunicato -lo si evince da una lettura serena e non preconcetta del comunicato (e che è stata apprezzata da alcuni organi di stampa, oltre che da una parte non trascurabile dell’Avvocatura)- altro non era che cercare di individuare un punto di equilibrio tra tre aspetti importanti, quali il diritto di cronaca, il segreto di indagine, la presunzione di innocenza.

Quanto al circo mediatico, ci si permette di evidenziare che un conto è dare informazioni su ciò che è accaduto, anche ricercando fonti di prova in giro per il paese, altro conto è assediare letteralmente per giorni interi con telecamere, microfoni e taccuini i protagonisti delle vicende, quali indagati, persone offese, rispettive famiglie, e le loro abitazioni (a proposito: perché, quando vi è stato l’ultimo sopralluogo finalizzato a scavare nel giardino dell’indagata da parte di carabinieri e consulenti tecnici, c’era un drone di una rete televisiva che cercava di “spiare” le operazioni, tanto da indurre gli operanti a proteggere le attività con delle lenzuola?) .

In definitiva, dunque, la Procura di Parma può ritenersi “soddisfatta” (ci si lasci passare l’espressione) per aver garantito, per circa un mese, la serenità e la tranquillità alla giovane protagonista della vicenda di Traversetolo (una giovane per la quale -si badi bene- la Procura non ha avuto nessun atteggiamento di indulgenza, avendo per lei chiesto, per ben due volte, la misura cautelare più grave, con ciò dimostrando il massimo rigore nella applicazione della legge e nella gestione giudiziaria del caso), tenendo lontano da lei, dalla sua famiglia e dal giovane mancato-padre quel circo mediatico che, inopinatamente, il giornalista Bertoli ritiene di ascrivere al (Sostituto) Procuratore di Parma.

Il Procuratore della Repubblica Alfonso D’Avino