“Imbavagliati”

SanMartino
Casa Bambini
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28/06/2010
h.12.50

Il giorno 10 giugno è venuta a mancare la libertà di informazione, data in cui è stata approvata attraverso l’ennesimo voto di fiducia in Senato al DDL 1611 relativo alle intercettazioni telefoniche ed ambientali. Questa legge è in palese contrasto con l’art. 21 della nostra Costituzione, l’art. 11 della Carta dei diritti dell’Unione europea e l’art. 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani, mettendo un bavaglio alla stampa così venendo meno il diritto di essere informati sui fatti di cronaca.
Tutto questo con l’ennesimo, il trentesimo voto di fiducia richiesto dal Governo Berlusconi, in un’aula in cui erano assenti il rappresentante del Governo al Senato e con lui quasi tutti i capigruppo della maggioranza, lasciando così inascoltate le opinioni dell’opposizione.
Coloro che oggi si indignano in Parlamento, tranne pochissime eccezioni, sono gli stessi che hanno consegnato l’Italia a Berlusconi, che gli hanno regalato le concessioni televisive e permesso ogni conflitto di interessi. Che hanno tollerato Dell’Utri e Cuffaro in Parlamento e ridotto a mercimonio ogni azione politica e economica, dalla Bicamerale allo Scudo Fiscale. Se l’azione di governo fa ribrezzo, quella della cosiddetta opposizione fa ancora più schifo. I pdimenoellini che sono usciti dall’aula per non votare ci rimangano per sempre, nessuno noterà la loro assenza.
Anche il presidente della Repubblica non può essere accusato di incoerenza, con il suo monito: “I professionisti della richiesta al presidente della Repubblica di non firmare spesso parlano a vanvera. Per il resto non ho nulla da aggiungere”. Lui firma sempre, è chi gli chiede di non firmare che parla, appunto, a vanvera. Resta però il senso di naufragio della democrazia, di una zattera Italia senza riferimenti, ancorata a un ultraottantenne per non affondare.
Purtroppo la legge bavaglio fotografa uno stato di fatto e a molti questo non sta bene. Volevano continuare a non informare proprio, in silenzio per l’appunto. Il regime, perché viviamo in un regime da molto tempo, è un regime bipartisan che coloro che si stracciano ora le vesti hanno reso possibile, vitale, con gaudio. La “gioiosa macchina da guerra dell’informazione” ha operato in modo trasversale senza guardare in faccia a nessuno e senza alcun rispetto della libertà.
Due anni fa, il V-day 2, è stato organizzato un referendum per una “Libera informazione in libero Stato”, una grande occasione che poneva tre quesiti, uno era l’abolizione della legge Gasparri che ha ratificato il controllo delle televisioni nelle mani di un unico soggetto. Due milioni di persone, che parteciparono e firmarono, il 25 aprile 2008, fummo sbeffeggiati dai giornali.
Quelli che invocano oggi la piazza con vari colori non hanno mai mosso un dito per cambiare le regole. Quando i cittadini sono andati in piazza, li hanno abbandonati a sé stessi.
Il cinismo degli italiani ha perso, questa e altre occasioni, perché, se è vero che la maggior parte del Paese non sa nulla e spesso non vuole sapere nulla, migliaia di politici, imprenditori, giornalisti sanno molto, forse tutto, e rimangono in silenzio per partecipare al banchetto o più semplicemente per tirare a campare. La legge bavaglio è nata con la strage di via D’Amelio, non è stata necessaria una legge, il bavaglio, gli italiani se lo sono messi da soli.
Questa legge è un vomito nella sua interezza, anche i sui emendamenti nascondono gli orrori degli orrori.
Tra gli emendamenti presentati dai senatori del Pdl (tra i firmatari sen. Gasparri e sen. Berselli) ce n’è uno che parla di violenza sui minori. Questo prevede che nei casi di violenza sessuale «di lieve entità» nei confronti di minorenni non scatti l’obbligo dell’arresto in flagranza. Cos’è la lieve entità, offrire una caramella dietetica?
L’inserimento di questo emendamento è passato quasi inosservato, era saltato alla attenzione di pochi nel silenzio generale dei media, la notizia si è diffusa sul web e per fortuna è stato ritirato nell’imbarazzo generale.
Quindi che fare? Urge un fronte comune per riappropiarci della libertà che ci è stata tolta attraverso atti di disobbedienza civile. Sappiate perfino chi riprende persone in luogo pubblico e mette su youtube il video, senza essere un giornalista, è passibile ai sensi della legge bavaglio. Pertanto andate in strada ed intervistate la gente sulla legge bavaglio, sul calcio, sul mare, sul bisogno di riappriopiarci questa zattera Italia che oramai è da troppo tempo alla deriva.

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