INTERVISTA – Giovanni Bernini (Forza Italia): “Sono certo che arriveranno sulla candidatura di Vignali anche gli amici di Fratelli d’Italia”

Pietro Vignali, Giovanni Paolo Bernini, sen. Enrico Aimi

Giovanni Bernini, responsabile Enti locali di Forza Italia Parma, è stato uno dei principali tessitori che hanno lavorato alla candidatura a sindaco di Parma di Pietro Vignali.

Lo abbiamo intervistato.

Come si è arrivati alla candidatura di Pietro Vignali?

Quando due litigano bisogna dividerli, quando due non parlano bisogna farli dialogare. Questo vale per l’umanità, questo vale per Parma.

Va di moda dire “io”… ma preferisco dire “noi”. Dopo dieci anni in cui le forze civiche e le forze del centrodestra quasi non si incontravano, in poche settimane intense, pazienti, non facili, noi abbiamo ricercato, rispettando in ogni modo le legittime aspirazioni di ciascuno, l’unità che è un valore imprescindibile. Il tentativo dell’alta candidatura di Pietro Lunardi alla quale anche Vignali aveva dato il suo consenso, ci ha fatto ritrovare un “comune” sentire volto a riscrivere la storia degli ultimi vent’anni per scrivere un futuro con più maturità, competenza e passione.

Vignali e la vasta coalizione che lo sostiene devono essere giudicati sui fatti e sull’idea di città. Uno sguardo a come è ridotta la città che amiamo e che era la vetrina dell’Italia in Europa solo dieci anni fa… e il futuro lo scriveranno i cittadini in giugno.

Pensi che alla fine arriveranno su Vignali anche i vostri alleati di Fratelli d’Italia?

Voglio essere molto chiaro: la straordinaria intesa interpersonale e poi politica che, con impegno e passione, abbiamo raggiunto nel centrodestra di Parma in queste settimane, recuperando anni di ritardi, non sarebbe stata possibile senza gli amici di FdI locale e regionale.

Con loro abbiamo lavorato per convincere la Lega su una maggiore condivisione di strategia e di candidatura, con loro abbiamo ricercato con intelligenza e maturità la candidatura alta e capace di stringerci attorno all’idea di città che abbiamo.

Perciò sono fiducioso che, pur nei tempi e nei modi liberi da condizionamenti e dalla fretta, visto il voterà a metà giugno, arriverà la totale e certa condivisione sulla candidatura di Pietro Vignali.

Sono lontane 10-15 anni le percentuali di Forza Italia a Parma intorno al 30%, ma sembra che siate ancora voi a dare le carte nel centrodestra di Parma. E’ una questione di esperienza politica?

Non mi è mai piaciuta l’arroganza nella vita reale, figurati se la uso in politica. Però indubbiamente a Parma abbiamo svolto un ruolo maturo da cerniera fondamentale senza il quale la candidatura di Vignali non sarebbe decollata con tale forza e presupposti volti al futuro. E’ arrivata a Parma, come spero nel Paese, la stagione della competenza e della conoscenza che bene interpreta la classe dirigente di Forza Italia.



E’ arrivata a Parma, come spero nel Paese, la stagione della competenza e della conoscenza che bene interpreta la classe dirigente di Forza Italia (cit).


Quanto pensi le vicende giudiziarie della giunta Vignali incideranno sulla campagna elettorale?

Per uno come me che ha iniziato a far politica con un magistrato, che ha affrontato a testa alta vicende giudiziarie infinite e violente, che ha ottenuto l’allontanamento da parte del CSM, prima volta nella storia della magistratura italiana, di un Procuratore Capo che mi cacciava in quanto avversario politico per carriera e per collusioni con un partito il PD, sai bene che non mi faccio dettare l’agenda politica da magistrati politicizzati che sono peraltro una piccola parte della magistratura. E’ per la stessa autorevolezza e stima da riconquistare da parte della magistratura che mi batto per referendum sulla Giustizia Giusta che voteremo insieme al prossimo sindaco. Oggi a Parma, come altrove, i cittadini sono molto consapevoli che il destino di governi locali e nazionali e’ stato drogato dall’intervento della magistratura politicizzata. Guardiamo avanti nella consapevolezza del passato e giudichiamo i candidati per ciò che hanno fatto e per l’idea di futuro della città e non più utilizzando il clamore scomposto delle inchieste farlocche.

Andrea Marsiletti

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