Guido Canali, parmigiano, nonostante la sua giovane età (26 anni) è già un riconosciuto esperto di politica, avendo gestito campagne elettorali locali e nazionali per alcuni partiti del centrosinistra. Tuttora possiamo trovarlo a Roma.
Come si fa una campagna elettorale locale?
Più è piccola la Comunità più è vera la regola che “se non ti ferma per strada nessuno dopo tre passi vuol dire che hai perso le elezioni”. Innanzitutto bisogna personalizzare e costruire una persona affidabile. Lo schieramento politico conta molto meno della persona. Questa, se vuoi, è una banalità, però è una grande verità. Lavorando sulle persone, sia contro gli avversari che a favore del proprio candidato, è più semplice impostare una campagna elettorale.
Al di là dei sondaggi che gli attribuiscono un consenso dal 29% al 36%, come vedi oggi Salvini?
Salvini è in difficoltà, è inutile provare a negarlo. Quando non governi e vuoi proporre questioni forti, se stai all’opposizione non hai la stessa visibilità di quando sei ministro. Bisogna poi dare atto a Zingaretti di aver modificato la strategia contro Salvini, rendendosi conto che il Pd aveva preso un grande abbaglio: è sbagliato inseguire Salvini sulla sicurezza.
Perchè?
Perchè per gli italiani la sicurezza è soltanto una piccola parte di un argomento molto più ampio: la rassicurazione. Agli italiani non interessa non vedere più immigrati ma che non gli venga diminuito lo stipendio se sono dipendenti pubblici, non pagare più tasse, avere a disposizione servizi scolastici, sanitari, trasporti pubblici efficienti, non ammalarsi di cancro vivendo in un ambiente inquinato. Per battere Salvini va data una rassicurazione generale e governare può diventare importante per dar seguito alle promesse. Se ciò accadrà, il problema propagandistico dell’immigrazione si ridimensionerà.
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Ritieni Salvini in difficoltà, quindi la strada per Bonaccini alle regionali dell’Emilia Romagna è in discesa?
No. Bonaccini sta commettendo gli stessi errori comunicativi di Renzi alle ultime elezioni politiche. Bisogna partire da un fatto: il Comune e lo Stato sono le due entità percepite dai cittadini più vicine. Noi seguiamo i politici locali e nazionali. I politici regionali e il presidente della Regione non sono argomenti di discussione sulle tavole degli italiani, dove invece si parla del sindaco o del ministro o del leader. Già la Regione è lontana dai cittadini, e Bonaccini si sta allontanando ulteriormente continuando a propinare dei dati che i cittadini non sanno leggere e neppure vogliono farlo. L’approfondimento politico interessa solo al 2-3% degli elettori. E ha la fortuna che l’Emilia Romagna è un territorio nel quale si vive bene, perchè se comunicasse in questo modo in Umbria, Calabria o Campania sarebbe rovinato. Bonaccini è rimane favorito perchè ha governato bene, ma vedo una campagna totalmente sterile. Propone un’immagine di sé rinnovata: curato, abbronzato, in forma. L’Emilia di centrosinistra non è così. La sua è una rappresentazione borghese, con un elettorato che è sempre meno borghese.
Cosa manca al Pd?
Una struttura digitale, alla quale so sta lavorando Zingaretti, e la capacità di coordinare le proprie correnti dal punto di vista comunicativo. Deve dotarsi di uno strumento web che vada oltre “Vinci Salvini” e la piattaforma Rousseau.
Venendo a Parma, quale futuro per il sindaco Pizzarotti?
Federico è una persona con un intuito politico spaventoso. Ha delle capacità che non ha imparato a scuola o facendo politica prima, quindi sono naturali. In questo momento dovrebbe capire bene cosa sta succedendo a livello nazionale e quali potrebbero essere le strade per lui. Quando c’era stato il congresso del Pd avrebbe dovuto candidarsi alle primarie. Avrebbe perso sicuramente contro Zingaretti ma avrebbe iniziato a fare la politica dei grandi, ad assumere potere contrattuale all’interno di un partito importante come il Pd, quindi avere la possibilità di disporre di risorse, capacità e network adeguati. Era il momento giusto per proporsi come alternativa naturale ai cinque stelle e consolidare quello che è attualmente il suo argomento di forza sul territorio nazionale. Il suo futuro è lavorare per questa città e rimanere nella testa dei parmigiani come un grande sindaco. Ha la possibilità di farlo nei prossimi tre anni, si decide spesso nell’ultima curva.
Chi potrebbe fare il prossimo sindaco di Parma?
Per il centrosinistra potrei farti un nome fuori dalla cerchia delle persone che fanno politica a Parma: Vittorio Gallese, un uomo dalla cultura stratosferica, braccio destro di Rizzolatti. È uno scienziato e un umanista. E’ una persona che conosce la politica perchè l’ha fatta all’Università che, ricordiamolo, è l’agglomerato politico più importante della città. Passa tutto da lì e se non tutto, tantissimo. Se sopravvivi in Università puoi sopravvivere anche a Palazzo Chigi, guarda Giuseppe Conte.
Altri nomi?
Nel PD non lo so. Non c’è neanche un segretario provinciale e sono anni che si dividono tra pro-Pizzarotti, neutri e anti-Pizzarotti. Il tempo è maturo per liberarsi del fantasma di Pizzarotti e fare politica. Ho ottimi rapporti con tutti ma ognuno dice una cosa diversa. Per motivi affettivi (era il mio istruttore al centro estivo) ti direi il vicesindaco di Parma Marco Bosi. Ma prescinde da argomentazioni politiche.
Bosi per il centrosinistra? Pd ed Effetto Parma sono già insieme?
E’ necessario mettere da parte le divisioni, la spocchia di pensare di essere più avanti dell’altro perchè entrambi servono ad entrambi. Se Pd e Pizzarotti non si presenteranno uniti alle comunali non andrò neanche a votare, perchè quello che stiamo vivendo non è il momento storico per fare dei calcoli ma è il momento storico di vincere.
Nel centrodestra?
Vedo bene Priamo Bocchi. E’ giovane e sveglio.
Tu ti candidai mai o preferirai stare sempre dietro le quinte?
Vedo dinamiche molto violente nella politica di oggi. Candidarsi significa mettere a repentaglio se stessi e le persone vicine. Finchè non si abbasseranno i toni e non ci sarà rispetto reciproco sconsiglio a qualsiasi persona che tiene alla propria sanità mentale (ride) di candidarsi. Il mio lavoro è un altro, siamo tutti molto più bravi a dare consigli.
Andrea Marsiletti