INTERVISTA – Pizzarotti: “Faremo tutti campagna elettorale per Paci e Marani. Le differenze tra Bonaccini e il Pd di Parma…”

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Italia in Comune, il partito fondato dal sindaco di Parma Federico Pizzarotti, sarà in campo alle elezioni regionali dell’Emilia Romagna all’interno della coalizione di centrosinistra.

Due suoi esponenti, Nicoletta Paci e Giovanni Marani, saranno candidati nella lista “Bonaccini Presidente” (leggi). 

E’ probabile che sarà proprio Italia in Comune a indicare l’assessore che rappresenterà Parma nella giunta regionale nel caso di riconferma di Bonaccini.

Abbiamo intervistato Pizzarotti sulle elezioni regionali e sul presente e futuro del suo rapporto col Pd locale.

Come siete arrivati alla scelta dei due candidati di “Italia in Comune” da inserire nella lista civica “Bonaccini Presidente”?

In tutta la Regione abbiamo seguito il criterio di candidare amministratori o ex amministratori. A Parma Marani aveva dato la disponibilità a correre e la Paci aveva manifestato l’interesse per esperienze amministrative di un altro livello. Non c’è stata alcuna corsa alle elezioni ma una discussione che ha portato a questa decisione.

Come e quanto la giunta e la maggioranza del Comune di Parma appoggeranno queste candidature?

Ognuno compirà scelte personali, però è evidente che tutti noi faremo campagna elettorale, ciascuno in base alle proprie energie e possibilità, e sopratutto al tempo a disposizione. La grande penalità di questa campagna elettorale è che parte a Natale, poi ci sarà la Befana e quindi l’inizio di Parma 2020… abbiamo pertanto pochi giorni per spiegare che alle regionali serve scrivere la preferenza e non basta votare il simbolo della lista. I tempi compressi favoriranno i partiti tradizionali che sono più organizzati rispetto alle liste civiche come la nostra.

Se Bonaccini dovesse rivincere, cosa ti aspetti per Parma?

Abbiamo avanzato proposte traversali a tutte le province sui temi dei rifiuti, della sicurezza nelle scuole, dell’inglese nelle scuole. Nello specifico di Parma abbiamo proposto il completamento e la realizzazione di alcune infrastrutture per il nostro territorio quali la bretella tra il casello autostradale e le Fiere, la Via Emilia Bis.  Poi c’è la disponibilità di Bonaccini per verificare con uno studio la fattibilità e i costi di una fermata in linea per i treni ad Alta Velocità a Baganzola. Non penso a una stazione vera e propria, ma a qualcosa che sia poco più di una pensilina (come già c’è a Rimini o a Vaio), raggiungibile da quattro treni al giorno in andata e in ritorno, che possano alleggerire il carico di passeggeri che grava sulla stazione Mediopadana di Reggio Emilia. Per quanto riguarda i rifiuti, puntiamo a un’impiantistica distribuita in modo migliore su diverse province per ridurre il numero di camion che girano.

Perchè tra te e Bonaccini c’è sempre stata collaborazione, e oggi addirittura un’alleanza, mentre con il Pd di Parma il rapporto è sempre stato difficile. Cosa distingue Bonaccini dai democratici parmigiani?

Il Pd di Parma perde da troppo tempo e ciò dovrebbe indurli a porsi qualche domanda. Forse hanno sbagliato e sbagliano le strategie. Sono all’opposizione da tanti anni e concepiscono un’eventuale vittoria elettorale alle comunali cittadine non come la creazione di un progetto politico ma come rivalsa, della serie “adesso tocca a noi”. Ciò determina miopie nella costruzione di un percorso che dovrebbe riguardare il partito nel suo complesso, non singoli personaggi. Basti pensare all’evidentissimo scontro tra personalismi appartenenti a due fazioni contrapposte al quale abbiamo assistito alle ultime comunali.

A livello regionale, dove non c’è la smania di dover tornare in sella, non ho mai registrato né chiusura né conflitto nei nostri confronti. In questi anni la Regione ci ha riconosciuto quello che riconosceva agli altri, in certi casi anche di più perchè noi abbiamo presentato progetti migliori. Ci hanno sempre considerati, dal punto di vista politico ed elettorale, una risorsa. In più occasioni Bonaccini ha dichiarato che il Pd di Parma avrebbe dovuto dialogare con Pizzarotti, suscitando levate di scudi e strali di ogni tipo. Col senno di poi mi verrebbe da dire che aveva ragione lui.

Al Pd locale mi sento di suggerire di abbandonare le barricate ed entrare in una logica che non sia più quella del 1990. Perchè nel frattempo il mondo è cambiato, anche se continuare a vedere certi personaggi aggirarsi intorno alle sezioni del Pd farebbe pensare di vivere ancora negli anni ’90.

A Parma c’è l’opportunità di costruire qualcosa, ma se la logica sarà ancora quella del “tocca a noi” ognuno andrà per la propria strada.

Che idea ti sei fatto della candidata del centrodestra Lucia Borgonzoni?

Credo che la Borgonzoni sia stata scelta per ciò che rappresentava all’interno della Lega dell’Emilia Romagna (è stata candidata a sindaco di Bologna, poi senatrice, poi sottosegretaria). E’ il risultato di un partito che in questa Regione non sta facendo crescere nessuno, e che quindi non sta costruendo una classe dirigente.

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Non hanno una linea che vada oltre i contenuti espressi da Salvini, e quindi si limitano a parlare di sicurezza e immigrazione. Forse non ci provano neppure ad affrontare altre questioni.

La Borgonzoni è fedele al partito e vicina a Salvini e ciò le è bastato per essere candidata. Ma non sa come si debba amministrare l’Emilia Romagna né conosce i suoi numeri, a differenza di Bonaccini che sa tutto. E’ quindi inevitabile per la Borgonzoni inanellare figure “barbine”. Non penso sia in grado di fare la Governatrice dell’Emilia Romagna, probabilemente neanche la sindaca di un Comune.

Hai scritto vari post elogiativi delle sardine che scendono in piazza contro “la politica dell’odio di Salvini”. Ma quando durante il ballottaggio di Parma del 2017 Salvini invitò a votare per te non rifiutasti quell’endorsment…

Forse è bene ricordare il contesto storico di quei giorni: Salvini non disse di votare per Pizzarotti, ma di non votare per il Pd. L’ha dovuto dichiarare perchè i leghisti locali Rainieri e Cavandoli erano molto timidi, sostenevano che Pizzarotti fosse peggio del Pd, e magari con loro era in corso un dialogo per il quale “se voi non ci osteggiate e ci fate vincere, poi magari noi troviamo delle soluzioni anche per voi per darvi visibilità”. Quindi Salvini ha, correttamente, raddrizzato la situazione locale nella direzione della linea comunicativa della Lega nazionale contro l’allora premier Matteo Renzi, che prevedeva la contrapposizione al Pd in qualunque contesto, anche in quello di Parma dove la Lega era molto benevola. Salvini ha semplicemente ribadito una linea nazionale, non ha fatto un piacere a me. Il fatto che si fosse accorto di quanto stesse succedendo a Parma è stato positivo.

Andrea Marsiletti

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