La coalizione di centro-destra interviene in Regione sulla sicurezza del territorio e gestione delle emergenze

SMA MODENA
assaggiami_mar25

La coalizione di centro-destra formata da Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia), Pietro Vignali (Forza Italia), Tommaso Fiazza (Lega) e da Elena Ugolini (Lista Civica Elena Ugolini Presidente) ha presentato unitariamente la propria proposta per la messa in sicurezza del territorio e di gestione delle emergenze.

Lo ha fatto dopo aver ascoltato l’intervento di oggi, in Assemblea legislativa, di Fabrizio Curcio, nuovo Commissario per la ricostruzione delle aree colpite dalle alluvioni in Emilia-Romagna.

Il primo intervento, pronunciato a nome dell’intera coalizione, è stato quello del Consigliere Elena Ugolini che ha innanzitutto ringraziato il generale Francesco Figliuolo e tutta la sua squadra dell’Esercito per il lavoro svolto nell’ultimo anno e mezzo. A lei hanno fatto seguito gli interventi di Vignali, Fiazza ed Evangelisti.

Con lo stesso spirito di fiducia e collaborazione la coalizione ha dato il benvenuto ed augurato buon lavoro al Commissario Curcio e alla sua squadra, convinta che le sue competenze ed esperienza si riveleranno preziose.

Anche la coalizione, come il Presidente de Pascale, domanda un cambio di passo, ma ribadisce che esso deve giungere innanzitutto dalla Regione e dagli enti territoriali che, in molti casi, non hanno ancora presentato i progetti cantierabili di cui sono responsabili.

Ritardi che costituiscono la vera causa dei rallentamenti e della mancanza di utilizzo di risorse già stanziate.

“La nostra Regione è la più fragile in Italia per quanto riguarda l’assetto idrogeologico: secondo il rapporto Ispra del 2021 circa il 45% del territorio è a rischio contro una media nazionale del 12% – ricordano i consiglieri -“.

“Negli ultimi vent’anni le politiche di gestione del territorio e di difesa del suolo della regione sono state gravemente deficitarie. È stata sottovalutata la fragilità dei territori pure ben nota e documentata; non sono state realizzate opere fondamentali di prevenzione e, in particolare, le casse di espansione per le quali pure erano disponibili risorse dello stato destinate più volte ad altre voci di bilancio -proseguono i consiglieri -. Questo ha determinato l’impreparazione dei territori alle sfide degli eventi meteo sempre più intensi”.

“L’accurata analisi delle cause concrete di questi disastri alluvionali è imprescindibile per poter procedere ad una ricostruzione che metta realmente in sicurezza i territori colpiti. Il motivo per il quale non è ancora stata effettuata è che, secondo l’amministrazione regionale, deve prevalere la narrativa che tutto è accaduto solo in conseguenza della straordinaria intensità dei fenomeni atmosferici”.

“Anche sul consumo di suolo, le scelte legislative regionali non hanno raggiunto gli obiettivi dichiarati, rimanendo spesso compromessi insufficienti a risolvere le reali criticità”.

La coalizione ritiene non più rimandabile un paradigma chiaro per una corretta gestione del territorio che sintetizza in sette punti.

Il primo riguarda la conoscenza del rischio e la pianificazione, che la Regione ha a disposizione sin dai primi Anni 2000 grazie a quanto predisposto dall’Assetto idrogeologico delle Autorità di Bacino, devono incidere nella gestione del territorio. Eppure, molti interventi prioritari di prevenzione e messa in sicurezza non sono stati fatti. Lo stesso scenario di mancata azione si è verificato a seguito del Piano di Gestione rischio alluvioni approvato dalla Regione nel 2019 – spiega il gruppo di opposizione.

In secondo luogo – secondo la coalizione di centro destra – frammentare le competenze porta all’immobilismo. La complessità ostacola la corretta gestione del territorio e la realizzazione degli interventi di prevenzione. Anche l’accorpamento tra Protezione Civile ed ex Servizi Tecnici di Bacino non ha aiutato la prevenzione ed ha favorito una visione quasi esclusivamente emergenziale dei fenomeni di dissesto. L’annunciata “Cabina di regia” tra Comune di Bologna, Città metropolitana e Regione è la prova del fallimento delle politiche di difesa del suolo che hanno portato alla frammentazione delle competenze ed alla paralisi dei vari uffici regionali e territoriali di settore. La nostra visione è chiara ed opposta, prevedendo un unico referente per ogni Bacino idrografico principale.

Inoltre, la coalizione sostiene che la cura della vegetazione deve essere un tema centrale nella gestione del territorio. Nelle aree montane va data priorità alla prevenzione del rischio di frana ed alla regimazione delle acque meteoriche, favorendo la raccolta delle acque ad uso irriguo. In pianura va messa al primo posto la sicurezza idraulica dei fiumi, dei torrenti e dei rii minori, da ottenere preservando la funzione di deflusso in alveo e golena, verificando la consistenza dei tratti arginati, la presenza di situazioni di criticità correlate alle tane degli animali fossori e non, prevedendo anche interventi di consolidamento ove necessari.

Le opere idrauliche, i ponti, le briglie ed in generale tutto il reticolo idrografico va sottoposto ad un’intensa attività di verifica e monitoraggio e i singoli territori vanno dotati di competenze tecniche specifiche in materia di rischio idraulico ed idrogeologico. I Piani di Protezione Civile devono essere ripensati per poter disporre di una macchina dell’emergenza in grado di reagire in tempi rapidi e con un’efficacia comunicativa maggiore.

“La sicurezza al primo posto – proseguono -. La compatibilità ambientale ed il valore degli ecosistemi, pure importanti, devono essere subordinati alla sicurezza del territorio e, dunque, delle persone. Per questo motivo le norme europee già prevedono di poter derogare alle regole ed alle tutele di Area Zps, Natura 2000 e parchi in fase di emergenza. Questa possibilità non è mai stata utilizzata dalla Regione, evidentemente poco attenta alla sicurezza dei cittadini. Ci attiveremo in tutte le sedi perché la deroga possa essere applicata sin da ora ed estesa a tutto il periodo necessario per il ripristino e la completa messa in sicurezza del territorio.

“Inoltre – spiegano i consiglieri del centrodestra – persone e competenza devono essere al centro delle politiche territoriali: occorre favorire un approccio sussidiario basato sulla competenza professionale oltre che sulla presenza degli agricoltori e dei soggetti economici che insistono sul territorio. Un approccio che premi la prevenzione e superi il sistema basato esclusivamente sui vincoli della pianificazione, sulle paralisi derivanti da una visione ambientalista ideologica, sul volontariato nella gestione delle emergenze e sull’assistenzialismo successivo agli eventi catastrofici.

“La gestione pianificata delle emergenze, quelle meteo-climatiche saranno una costante nei prossimi anni: è dunque necessario definire sin da subito un approccio standard per la gestione di questi eventi che comincia dalla fase di allerta ed emergenza e che comprende le modalità ed i criteri per i rimborsi e gli indennizzi”. 

“Infine stop alla delocalizzazione indiscriminata e all’abbandono della montagna: la nostra coalizione denuncia un rischio che emerge dalla visione che sottende il Piano speciale preliminare, ovvero lo slogan “spazio ai fiumi ed alla natura” volto a favorire la delocalizzazione generalizzata delle aree adiacenti ai corsi d’acqua e l’abbandono delle numerose aree a rischio elevato di frane. Soprattutto quest’ultimo punto ci preoccupa, perché ne conseguirebbe inevitabilmente una minore cura del territorio montano e, dunque, un maggiore rischio di dissesto – concludono”.


I