
“Quando si trova un’impronta digitale insanguinata o impressionata nella creta o nel vetro, essa può condurre all’identificazione scientifica di chi l’ha lasciata. Così scriveva sulla rivista Nature, fra la fine del IXI secolo e l’inizio del XX il Dott. Fould, precursore della dattiloscopia come strumento di identificazione personale. I principi basilari su cui si fonda sono sostanzialmente due: – l’univocità e l’immutabilità che detto in soldoni sta a significare che non esistono due impronte uguali e che esse non mutano nel tempo.
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L’episodio per il quale un 25enne italiano è stato indagato in stato di libertà in quanto ritenuto il presunto autore, riguarda un furto commesso nel mese di aprile 2024 in danno di una attività commerciale della zona.
Nella circostanza, i Carabinieri di Medesano sono intervenuti su richiesta del titolare dell’attività dopo che questi aveva constatato il furto. L’autore aveva asportato il cassetto del registratore di cassa, che i Carabinieri in fase di sopralluogo hanno rinvenuto all’interno di un cassonetto per la raccolta dei rifiuti posizionato a poca distanza dall’esercizio.
I militari, rinvenuto il cassetto, e ritenuto di assoluto interesse investigativo in quanto sicuramente maneggiato dall’autore del furto, lo hanno posto sotto sequestro.
Convalidato il sequestro, la Procura della Repubblica ha disposto i necessari accertamenti tecnici, fra i quali l’individuazione di impronte digitali latenti, da parte del R.I.S. di Parma. Analizzato accuratamente, sul manufatto sono state individuate delle impronte c.d. latenti, che dopo essere state esaltate con apposite polveri sono state asportate per la successiva classificazione e comparazione con quelle già presenti nei database.
Come per il DNA, anche per la banca dati “delle impronte di confronto” l’alimentazione è continua e anche dopo diverso tempo, l’impronta può essere identificata, permettendo di scoprire così chi l’ha lasciata.
Il laboratorio di dattiloscopia del RIS di Parma, dopo l’ennesima comparazione è riuscito a dare un nome ed un cognome a quell’impronta lasciata sulla sena del crimine.
I Carabinieri, nel corso dell’attività d’indagine, avevano raccolto a carico del 25enne alcuni significativi riscontri investigativi, a cui la prova scientifica ha dato ulteriore valore probatorio. Per il 25enne, fatto salvo il principio di innocenza fino a sentenza definitiva è scattata la denuncia in stato di libertà alla Procura di Parma per il reato di furto.
Comando Provinciale Carabinieri di Parma