Minorenne vittima di sextortion: inizia come un gioco, ma finisce con una estorsione, denunciata 30enne straniera

SMA MODENA

Richieste insistenti di denaro per non diffondere sui social immagini “particolari” tali da distruggere la reputazione, un incubo fatto di ricatti ed estorsioni: è la sextortion, fenomeno che si sta diffondendo rapidamente anche tra gli adolescenti, per lo più tra i 15 e i 17 anni, vittime tanto fragili quanto inesperte.

I Carabinieri della Stazione di Fontanellato, al termine di una articolata e complessa attività di indagine, hanno denunciato in stato di libertà per il reato di estorsione una 30enne straniera.

Tutto inizia con tentativi di chiacchierata in chat da parte di profili social di ragazze e ragazzi gentili e avvenenti attraverso gli apprezzamenti e i like per le foto pubblicate. Successivamente si passa alla richiesta di immagini e video che con il tempo si fanno sempre più audaci e una volta ottenuti, comincia l’estorsione. Richiesta di soldi, anche piccole somme, per fermare la pubblicazione di contenuti a sfondo sessuale sui social e sulle chat, comprese quelle di genitori, amici e parenti della vittima.

È quanto successo a “Marco”, nome di fantasia, quindicenne Fontanellato, protagonista suo malgrado di questo brutto episodio che è più diffuso di quello che si possa immaginare.

Marco, sentendosi protetto all’interno delle mura domestiche, senza pensare alle conseguenze, ha iniziato a chattare con una ragazza conosciuta in rete. Pian piano la conversazione comincia ad assumere toni più intimi, fino ad arrivare allo scambio di immagini compromettenti.

A questo punto il gioco è fatto e dalla conversazione si passa ai messaggi, un testo freddo che contiene una minaccia “paga 50 Euro o pubblico le foto”.

Di colpo il ragazzino si è trovato catapultato in un mondo popolato da adulti senza scrupoli e spaventato ha iniziato a pagare. Ma come spesso accade l’estortore non si ferma e chiede sempre di più, come in questo caso quando il 15enne si è visto chiedere 500 euro in cambio del silenzio.

La giovane vittima, indotta inizialmente a sentirsi in colpa, dopo aver preso il l coraggio a due mani ha raccontato tutto ai genitori, chiedendo loro aiuto.

La famiglia, senza pensarci due volte ha fatto l’unica cosa che in questi casi si deve fare, ha impedito al figlio di versare ulteriore denaro e ha denunciato tutto ai Carabinieri.

Una volta in caserma, il ragazzo, ancora visibilmente scosso, è stato ascoltato da personale con specifica formazione professionale e messo a suo agio, ha raccontato l’accaduto e ha fornito particolari importanti, che i Carabinieri hanno sfruttato per identificare chi si celava dietro il finto profilo social utilizzato dalla donna.

I Carabinieri, attraverso l’incrocio dei dati forniti dalle compagnie telefoniche e dagli istituti di credito, hanno acquisito importanti riscontri probatori a carico della 30enne che, fatto salvo il principio di innocenza fino a sentenza definitiva è stata denunciata in stato di libertà alla Procura di Parma per il reato di estorsione.