
Nuova sede e nuovo allestimento arricchito da tanti nuovi oggetti per il Museo del Salame Felino: uno spazio più inclusivo, privo di barriere architettoniche, accessibile a tutti, interattivo tramite touch screen multimediali e contributi di realtà aumentata accessibili attraverso QR-Code e con uno spazio porticato a disposizione per le attività didattiche e di degustazione.
Il Museo, inoltre, è dotato di percorso LIS per le persone sorde che consentirà loro di fruire pienamente e in totale autonomia, di ogni sezione.
In mattinata è stata inaugurata la sede di via Carducci 11, con il nuovo allestimento, realizzato anche grazie al sostegno del Consorzio del Salame Felino IGP che ha utilizzato lo strumento dell’Art Bonus promosso dal Comune di Felino.
Presenti all’inaugurazione Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato, Filippo Casolari e Debora Conciatori, rispettivamente sindaco e vicesindaco di Felino, Mario Marini e Andrea Grignaffini, presidente e vicepresidente dei Musei del Cibo, Umberto Boschi, presidente del Consorzio di tutela del Salame Felino Igp, Cesare Azzali, direttore dell’Unione Parmense Industriali, Alessandro Fadda, neoeletto presidente della Provincia di Parma e Leandro Ventura, direttore dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, Barbara Lori, assessora alla Programmazione territoriale, Edilizia, Politiche abitative, Parchi e forestazione, Pari opportunità, Cooperazione internazionale allo sviluppo della Regione Emilia-Romagna e il consigliere regionale Matteo Daffadà.






La nuova sede, che oggi appare come una grande costruzione a due falde, in origine era una corte medievale, databile verosimilmente al XIV secolo, costituita da una casa torre e da un rustico con fienile e stalla. Riadattata nel XVIII secolo in un unico corpo, ha ospitato per secoli l’osteria del paese e negli ultimi decenni la farmacia e alcuni negozi.
A presentare il percorso di visita, fatto di sette sezioni è stato Giancarlo Gonizzi, coordinatore dei Musei del Cibo. Il percorso si snoda a partire dalle testimonianze storiche e archeologiche del territorio e del rapporto tra Felino, l’allevamento del maiale e il suo prodotto-simbolo per passare alla presentazione del Consorzio di tutela. E poi la storia del maiale parmigiano fra gastronomia, norcineria e produzione casalinga degli insaccati, con un’ampia rassegna di immagini d’epoca, oggetti antichi e filmati nei quali non mancano testimonianze e momenti rievocativi dell’antica tecnica di produzione, fino all’attuale tecnologia.
Tra i nuovi elementi che arricchiscono l’allestimento, va sicuramente segnalato l’ago di bronzo di epoca romana, ritrovato negli scavi della “villa rustica”, una grande azienda agricola, scoperta durante i lavori (1961) di realizzazione di un nuovo salumificio lungo il corso del torrente Baganza. Questo strumento offre una rara testimonianza delle tecniche di preparazione delle carni nell’antica Parma. La zona in cui è stato trovato, vicino alle cucine, ha permesso di ipotizzarne il reale impiego e ciò che possiamo supporre è che già duemila anni fa, per cucire i budelli dei salami le tecniche utilizzate non fossero molto differenti da quelle attuali. L’ago di bronzo, come gli altri reperti archeologici, proviene dal Museo Archeologico Nazionale di Parma ed è esposto, grazie alla disponibilità del Complesso Monumentale della Pilotta.
E tra gli oggetti di recente acquisizione il Museo vanta anche una riproduzione tridimensionale del “Salame” del grande fumettista Benito Jacovitti, gentilmente concessa dalla figlia Silvia che, non potendo partecipare all’evento, ha inviato un messaggio di saluto.
“Innanzitutto voglio scusarmi con tutti voi di non poter essere lì oggi che è una giornata davvero speciale.Ringrazio tantissimo il Comune di Felino e i Musei del Cibo della provincia di Parma che hanno reso possibile questo evento. Hanno sempre chiesto a Jac perché mettesse sempre il salame nei suoi disegni. Ed hanno dato tanti significati a questa presenza immancabile, ma lui semplicemente diceva: ‘Io metto sempre il salame perché mi piace…Tutto qui’. Quindi credo che oggi Jacovitti sia lì con tutti voi a festeggiare con questo bel salamone il Museo di Felino che lo ospita e forse, chissà ne mangerà qualche fetta, anzi ne sono sicura!Saluto tutti i presenti con tanto, tanto affetto. Evviva il Salame, evviva Felino, evviva Jacovitti, evviva tutti voi”!
Mario Marini, presidente Musei del Cibo: “Oggi Felino saluta il rinnovato Museo che celebra il prodotto che lo rappresenta, in Italia e all’estero, da quando ne abbiamo memoria. La storia di Felino coincide con quella del Salame: ce lo dicono anche i reperti di epoca romana ritrovati qui. Il nostro territorio, ricco di storia, cultura e tradizioni millenarie, potrà essere ancora più facilmente a disposizione di tutti, anche grazie a questa nuova collocazione in pieno centro, molto più inclusiva per l’assenza di barriere architettoniche e per la presenza del percorso di visita LIS, studiato per le persone sorde”.
Filippo Casolari, sindaco di Felino: “È un momento profondamente significativo e altamente valoriale per il nostro mandato e per il paese. La nostra amministrazione, sin dal suo insediamento, ha lavorato per fare in modo che la sede del Museo tornasse a essere parte integrante del centro urbano di Felino e accessibile a tutti. Sono certo che qui, in una delle vie centrali, si trasformerà, in un luogo iconico per eccellenza, attrarrà un numero sempre maggiore di visitatori e sarà impulso determinante per l’economia locale”.
Umberto Boschi, presidente Consorzio di tutela Salame Felino Igp: “È un grande piacere inaugurare la nuova sede del Museo dedicato al Salame Felino. Sarà la nostra casa, una vera e propria chicca all’interno del palazzo più antico della città, certificando così un legame indissolubile con un’eccellenza che ha reso celebre il nostro territorio. Penso sia una grande occasione per conoscere meglio il prodotto, in uno spazio maggiormente fruibile dedicato ad aziende, consumatori, scuole e semplici curiosi in cerca di nuove esperienze. Ecco perché ringrazio il Comune di Felino e il circuito dei Musei del Cibo per la collaborazione: ora ci dedicheremo alle visite guidate con grande curiosità e interesse”.
Cesare Azzali, direttore Unione Parmense Industriali: “L’apertura di un museo dedicato al Salame Felino Igp arricchisce l’offerta di opportunità, attraverso i Musei del Cibo, di affinare la conoscenza dell’identità dei nostri territori consentendo l’accesso a foto, documenti e strumenti di lavoro che testimoniano quanta “intelligenza” delle materie prime e della loro trasformazione in cibo hanno caratterizzato la storia del parmense e sono base preziosa per il suo futuro”.
Alessandro Fadda, presidente della Provincia di Parma: “Questa nuova apertura del Museo del Salame Felino consente di ampliare l’offerta turistica in termini di attrattività. È un altro elemento che si va ad aggiungere a tanti altri, per esempio il circuito dei Castelli del Ducato che hanno consentito alla provincia di Parma di essere un punto di riferimento, non soltanto industriale o enogastronomico ma culturale. Il mio plauso va all’amministrazione di Felino che ha saputo credere in questo progetto e a tutti coloro che si sono messi in gioco per portare il Museo nel centro del paese”.
Leandro Ventura, direttore Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero della Cultura:
“Da alcuni anni stiamo seguendo i Musei del Cibo della provincia di Parma perché sono un caso molto interessante di valorizzazione del patrimonio enogastronomico italiano. Stiamo realizzando il geoportale web della cultura alimentare che è dedicata al racconto delle tradizioni enogastronomiche italiane. La nuova sede è un momento importante di questo panorama e abbiamo voluto realizzare un contributo video che andrà a sostituire quello precedente”.
Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato:
“Lo sviluppo della conoscenza dell’agroalimentare e dei territori è importantissimo: il Salame Felino si fa solo qui e se non riusciamo a valorizzare questo abbinamento territorio e food eviteremo le speculazioni dell’italian sounding. E soprattutto riusciremo a far arrivare più turisti, che è l’obiettivo di tutti noi. Come dico sempre il nostro è un paese da vedere, da mangiare e da bere, questa è l’Italia”.
IL MUSEO DEL SALAME FELINO















Il primo documento relativo al salame rintracciato a Parma risale al 1436, quando Niccolò Piccinino, al soldo del Duca di Milano, ordinò che gli si procurassero “porchos viginti a carnibus pro sallamine”, ovvero venti maiali per far salami.
È uno dei documenti che si incontrano durante la visita del Museo del Salame Felino, testimone del rapporto privilegiato instaurato nel tempo tra il prodotto unico che conosciamo e il suo territorio d’origine: dal bassorilievo scolpito nel XII secolo da Benedetto Antelaminel marmo rosa del Battistero, alle cronache dei sontuosi banchetti di Corte d’epoca rinascimentale.
Il nuovo allestimento del Museo del Salame Felino, in via Carducci 11 a Felino, è ospitato nei suggestivi spazi restaurati di una antica corte rustica del XIV secolo. Il Museo è dotato di percorso LIS per le persone sorde che consentirà loro di fruire pienamente e in totale autonomia, di ogni sezione.Organizzato in sette sezioni, il percorso di visita inizia con le testimonianze storiche e archeologiche del territorio e del rapporto tra Felino, l’allevamento del maiale e il suo prodotto-simbolo.
Presenta anche il Consorzio di tutela, sorto per garantire la qualità del prodotto, insignito nel 2012 dell’IGP – Indicazione Geografica Protetta – dalla Comunità Europea e la vasta tradizione dei salami d’Italia, consultabile attraverso uno schermo interattivo ricco di stimoli e suggestioni.
Nella sala grande si trova la sezione relativa a norcineria e produzione casalinga dell’insaccato, con un’ampia rassegna di oggetti appartenuti ai norcini e alle famiglie contadine del territorio. La piccola cantina permette di conoscere il salame in persona, attraverso il tratto inconfondibile di Benito Jacovitti.
La nicchia dell’antico focolare della casa torre ci presenta, invece, la storia del tritacarne, progettato dal marchese Karl Drais, famoso per avere inventato anche il velocipede. A fianco anche alcune curiosità legate al salame, dai soldati del Ducato di Parma, detti “salamari” perché più impegnati a mangiar salami che a combattere, al ministro Du Tillot, marchese d’un pays de saucissons – di un paese di salami, alla figura del norcino che con tabarro e bicicletta tagliava la nebbia invernale per spostarsi nelle fattorie per la “maialatura”.
La sala successiva è dedicata alla gastronomia e alla evoluzione delle modalità di consumo del salame – presente in prestigiosi banchetti di famiglie nobili padane perché considerato storicamente il più prezioso dei salumi grazie alla presenza del pepe in grani nel suo impasto – e alla evoluzione della tecnologia di produzione dalle origini fino ad oggi. Le immagini ci raccontano di un paese dedito, fra Otto e Novecento, alla trasformazione e alla produzione del salame. Vi è anche spazio per raccontare il commercio e la comunicazione del salame nel tempo e un singolare esempio di integrazione tra produzione e consumo in una azienda agricola del XVII secolo. Alcuni QR-Code permettono di ascoltare direttamente storie e racconti.
Concludono il percorso alcune toccanti testimonianze in video che raccontano storie ed esperienze dei norcini e le moderne tecnologie di produzione, ancora fedeli alla ricetta originale.
Il museo rappresenta un’occasione per far conoscere e apprezzare non solamente l’essenza del Salame Felino, ma il territorio e la comunità di cui è espressione, a partire dalla qualità delle materie prime, verificata dal Consorzio di Tutela del Salame Felino IGP, fino alla sapienza delle mani che continuano ancor oggi a produrlo.