“Nel 2012 mi toccherà appoggiare Ubaldi nel centrosinistra?”

29/04/2009

Professore/avvocato, non fosse altro per il rispetto che si deve ad una persona della tua qualità e delle tue capacità dialettiche, ti anticipo che le mie saranno tutte domande pungenti.
Grazie, ma mi sopravvaluti (lo dico convintamente). Devo guardare alle premesse o alle domande? Se mi riferisco a queste ultime mi vengono in mente due detti, ugualmente appropriati: a) chi Ti loda fuor dall’usato o Ti inganna o Ti ha già ingannato; b) dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io!
Andiamo avanti!

Al di là della figura del tuo amico Franceschini temporaneamente alla guida del PD fino al prossimo Congresso nazionale che eleggerà alla guida Bersani appoggiato da D’Alema, mi pare che il ruolo oggi degli ex marghetini dentro il PD sia piuttosto marginale nei fatti, al di là dei ruoli che gli lasciano ricoprire. E dico questo non tanto per accusare gli ex diessini (che giustamente giocano la loro partita) ma per sottolineare la frammentazione e, per certi versi, la pochezza politica che stanno dimostrando gli ex margheritini.
Chi dentro al PD gioca la partita delle (ex) appartenenze è comunque perdente.
Il vero problema del PD, a mio parere, è quello di diventare un partito, di divenire un vero partito democratico (profilo che non è ben chiaro a nessuno degli “ex”, ma nemmeno ai nuovi), cioè laico (non a-valoriale), tollerante delle differenze e teso a valorizzare queste ultime per costruire la sintesi democratica: quella voluta dagli artt. 2 e 3 della Costituzione. E ancora, di divenire un partito di idee e di proposte concrete, che la Gente percepisca attento ai problemi quotidiani.
Franceschini ha dimostrato di avere ben presente questa esigenza, ma deve continuare in modo costante e pressante.
Questioni come la data dei referendum, la legge elettorale e (purtroppo) il tentativo – nelle condizioni date, unico al mondo – di monopolizzare e controllare l’intera comunicazione televisiva, nonostante la loro oggettiva importanza, oggi non portano né attenzione dell’opinione pubblica, né consenso.
La battaglia – sacrosanta – a difesa della democrazia deve essere accompagnata, per essere vincente, da proposte concrete per – ad esempio – lavoro, famiglia e casa.

Quando ancora esistevano i due partiti Margherita e DS tu lamentavi la eccessiva accondiscendenza dei rappresentanti della prima rispetto ai secondi…
Sì, è vero. Oggi, il problema mi pare diverso: la fase di oggettiva incertezza, determinata dalla costruzione del nuovo partito, e la sconfitta elettorale del 2008 hanno determinato un disorientamento e una crisi di identità in tutti gli “ex”, con conseguenti “strabismi”. Il che ha reso ancora più incerta la vita del PD. Le europee saranno importantissime e faranno cadere molti alibi, e molte possibilità di alibi. Costruire il PD, infatti, non può ridursi a costruire una grande Margherita o una “Cosa 3 o 4”, ma è qualcosa di profondamente diverso.
Un congresso “giocato” per affermare maggioranze secondo gli schemi dei partiti della c.d. “prima Repubblica” non darebbe, secondo me, alcuna prospettiva reale al PD.

Ma secondo te quale deve essere la collocazione del PD? Più “centrista” o più di “sinistra”?
Non dev’essere “più centrista” o più “di sinistra”, ma deve essere democratico, nell’accezione politico-culturale del termine. Il che rende centrale e decisiva la questione dell’indirizzo politico: qual è la visione di fondo della società, cui si ispira questo partito?
Se non ci sarà una risposta chiara a questo interrogativo, le difficoltà aumenteranno.
Se si vuole costruire davvero il PD, è necessario non dimenticare che, oggi, questo partito suscita interrogativi sulla linea politica in tutto il suo potenziale elettorato.
Ora, deve essere chiaro che il PD deve essere un partito che parla a tutta la società, ma che, a questo fine, non si camuffa, ma declina, con chiarezza e coerenza, la sua visione della società fondata su una solidarietà non di facciata, che chiama tutti indistintamente a mettersi in gioco per gli interessi generali, di cui quelli privati sono una componente e non un’antitesi; e ancora, su una spinta a riformare e a modernizzare, sempre in un quadro di giustizia sociale.
Un’ultima chiosa. Il PD non ha bisogno di “yes man”, ma di Persone, che in Politica si giochino, prima di tutto, per una prospettiva oggettiva e poi per i propri destini personali. Una profonda inversione di tendenza, sotto questo profilo, è vitale come la linea politica!

Tu sei sempre stato un anti-berlusconiano viscerale, fin dalla prima ora. Leggere i sondaggi oggi su Repubblica che danno in grande crescita il consenso di Berlusconi ti fa venire qualche dubbio sulle tue convinzioni o ormai dobbiamo prendere atto che gli italiani hanno buttato la testa al macero?
Accetto – anche se lo considero un “luogo comune” – che si dica anche che sono un “antiberlusconiano viscerale”. Permettimi, però, di ricordarTi alcune mie “antiche” analisi apparse proprio su Alice, perchè queste ultime dimostrano che la mia posizione era (ed è) una posizione fondata su un’analisi della situazione, che può non essere condivisa, ma non è viscerale.
La storia personale dell’On.le Berlusconi, la sua adesione alla P2, alcuni suoi atteggiamenti di chiara rottura rispetto alle regole della democrazia e la sua pretesa di aver “diritto” a leggi “ad personam” (l’ultima, per certo verso nemmeno la più scandalosa, è il “lodo Alfano”) non mi consentono certamente di avere debolezze o dubbi. Provengo da una storia familiare, personale e politica (la DC e il P.P.I.) che è inconciliabile con queste visioni neo-cesariste, più che presidenzialiste.
L’intuizione di Don Dossetti, con la celebre presa di posizione del 1994, rimane un monito insuperabile per chi crede nella democrazia, nei suoi valori e nella sua insostuibilità. E, d’altra parte, di fronte ad un Presidente del Consiglio dell’Italia Repubblicana, che, dopo 15 anni di sprezzante diserzione, dice di partecipare alla festa del 25 aprile per non lasciarla alla sinistra, puoi avere dubbi? Non c’è rispetto della storia, della festa nazionale, degli Uomini che hanno fatto l’Italia libera, a cominciare da Don Sturzo o De Gasperi, ma anche da Nenni, Togliatti e La Malfa.
Purtroppo, la grande responsabilità della politica e di molti politici di questi ultimi trent’anni è quella di avere tolto ogni credibilità alla funzione politica e di aver spinto i Cittadini verso un’insuperabile (almeno fino ad oggi) sfiducia nella politica o verso una disillusione assoluta. Queste situazioni, come insegna la storia italiana della prima metà del Novecento, sono terreno fertile per situazioni come quella attuale dell’Italia.
A questo proposito, lasciami sfogare!

Vai pure.
Ciò che rimprovero maggiormente alle forze del centrosinistra vittoriose nel 2006 è di non aver saputo mettere avanti ad ogni altro interesse l’esigenza di garantire la piena restaurazione dei valori costituzionali e democratici e di aver consentito, avvitandosi in assurde guerre intestine e in pretestuose questioni ideal-ideologiche, il ritorno al governo dell’On.le Berlusconi. Arricciare il naso oggi, di fronte alla inaggettivabile sceneggiata abruzzese, è piangere lacrime di coccodrillo!
Per me è chiaro che bisogna essere alternativi al modello Berlusconi per ragioni politiche di fondo e non per un “odio”, che rischia di essere una declinazione surrettizia di un malinteso complesso di inferiorità!
E, del resto, per valutare l’efficacia dell’azione di governo, basta pensare, tra l’altro, allo “spot” sul piano per l’edilizia: completamente sparito! E’ questa l’attenzione per i problemi determinati dalla crisi?

Parliamo un po’ del tuo amico-nemico (fin dai tempi della DC) Elvio Ubaldi, da mesi scalpitante. Non dirmi che mi toccherà vederti appoggiarlo a candidato sindaco del centrosinistra alle prossime elezioni comunali di Parma del 2012?
E smettiamola con questa storia dell'”amico-nemico”!
Cambiamo costruzione!
Parliamo, mutuando da Moro, di “convergenze parallele”! Passando al merito della domanda, Tu pensi davvero che il problema dei candidati Sindaci di Parma si porrà solo nel 2012? Al riguardo, non ho certezze, ma qualche dubbio (non qualche illusione o qualche speranza) comincio ad averlo.
Comunque, per non eludere la Tua domanda, assolutamente provocatoria e tendenziosa, sarò lapidario e mi muoverò sulla Tua stessa lunghezza d’onda. Le alternative personali, nel 2012, sono solo due: o candidato Sindaco, o elettore (e, in questo caso, Tu sai che il voto è segreto).

Comune di Parma. Fare opposizione è forse il mestiere più difficile e non posso non darti atto di esercitare quel ruolo e quello di capogruppo del PD in modo efficace. A maggiore perché siete riusciti a cavalcare con capacità politica anche vicende che poi si sono rivelate della bufale, come quella del presunto pestaggio della prostituta nigeriana immortalata dalla quella celeberrima foto pubblicata poi su tutti i giornali nazionali e non. Perché non temi che anche quella delle maxibollette telefoniche non rischi di essere una bufala, ovvero un semplice errore di configurazione che nulla ha a che vedere con il peculato?
Grazie dell’apprezzamento e della domanda!
La questione delle bollette telefoniche è così sintetizzabile:
– il telefono di servizio può essere usato solo per esigenze istituzionali;
– l’uso diverso (in teoria, ma solo in teoria, anche per una sola volta) configura quello che (almeno una volta) veniva chiamato peculato per distrazione, come conferma recentissima e nota sentenza del Tribunale di Parma relativa al caso dell’Assessore Provinciale allo Sport;
– il problema, quindi, dal punto di vista delle responsabilità, non è l’ammontare del debito, ma la ragione dell’uso;
– l’eventuale transazione e/o l’autoriduzione da parte della Telecom, pertanto, non elimineranno il problema dell’eventuale responsabilità penale e/o patrimoniale di chi abbia usato il telefonino di servizio per fini non istituzionali;
– il Comune, oggi, è debitore degli importi (e l’elenco degli importi finalmente consegnato porta il conto delle “esosità” ad € 105.000,00: € 90.000,00 Assessore Politiche Sociali ed € 15.000,00 Assessore Urbanistica) registrati. Dire che, al momento, non c’è danno perché il Comune sfiora, politicamente s’intende, l’abuso della credibilità popolare;
– le posizioni degli Assessori coinvolti sono, fino alla conclusione delle verifiche e pur tenendo conto della presunzione di innocenza, incompatibili con la permanenza dei ruoli.

Elezioni provinciali. Avresti più temuto la candidatura di Paolo Buzzi (sostenuto da PDL, Civiltà per Parma ed Udc) o quella di Giampaolo Lavagetto (PDL e Lega Nord)?
La candidatura del Vicesindaco avrebbe avuto il “pregio” politico di essere coerente con l’alleanza comunale. Quella dell’Assessore alle Politiche Scolastiche è chiaramente una candidatura politica (non a caso, si dice, imposta da Roma dopo un colloquio tra l’On.le Berlusconi e l’On.le Calderoli) e di evidente rottura rispetto all’idea sottesa, almeno a parole, all’alleanza comunale. La scelta di Lavagetto, quindi, va nel senso di una chiara politicizzazione (secondo gli schemi nazionali) della battaglia elettorale per la Provincia di Parma.
Sul piano logico (ammesso che in politica la logica abbia spazio), la scelta operata è una “mina” alla maggioranza comunale. Basti pensare che l’UDC avrà un proprio candidato in opposizione (anche) a Lavagetto, che Civiltà per Parma resterà fuori e che, a quanto si legge sui giornali, sarà presente anche una lista ispirata dal o vicina al Presidente del Consiglio Comunale: alla faccia del gruppo unico in Consiglio Comunale!
A proposito, Tu che sei così attento, come mai non hai commentato la singolare – questa sì, unica in Italia, con tutta probabilità – situazione esistente nel Consiglio Comunale di Parma, che vede il Vicecoordinatore provinciale del PDL unico rappresentante del medesimo partito nell’arena consiliare, e tutti gli altri Esponenti del medesimo partito aderenti al gruppo di Impegno per Parma? Credo che sia più facile arrampicarsi sugli specchi che giustificare una situazione di questo tipo: comunque, Ti attendo alla prova, essendoTi fin d’ora preclusa la via d’uscita di girare la domanda agli Interessati.

Ultima domanda… come sai il veleno è sempre nella coda: non hai mai la sensazione che la tua persona, la tua storia, il tuo impegno possano essere la “foglia di fico” di un partito (il PD) a Parma debolissimo in termini di proposta politica e davvero dalla ridotte capacità di coinvolgimento.
Mi sto riferendo al partito nel suo complesso, alle logiche che stanno sopra ad ogni decisione, al verticismo spesso antidemocratico (locale o bolognese che sia) che lo caratterizza e non alla segretaria Barbara Lori a cui non attribuisco particolari responsabilità, né tantomeno agli amministratori locali che mi paiono, al contrario, l’unica cosa vitale, non fosse altro per il ruolo istituzionale che impedisce loro l’immobilismo e la passività che attanagliano l’organo politico…

Questa sarebbe una domanda? Questo è un comizio al cui interno è relegata – in funzione (clamorosamente) strumentale – una domanda. Il comizio è Tuo e solo Tuo. Io rispondo alla domanda, niente avallando delle Tue osservazioni.
La definizione “foglia di fico”, se non ricordo male, non è nuova: mi fu affibbiata anche nel 1998!
Ebbene, al di là di altre considerazioni, la presenza politica è naturalmente ispirata dal mio patrimonio di idee e di convinzioni ed è frutto di scelte libere.
Per questo, non posso essere che la “foglia di fico” di me stesso! Il resto è costruzione capziosa.

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