“Mai con Berlusconi!”. “Il Caimano è meglio averlo davanti!”

SanMartino
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Casa Bambini

27/03/2013

Si è svolta ieri sera presso la sala della Comunità di Betania l’incontro pubblico promosso dal senatore del PD Giorgio Pagliari per discutere con i cittadini la delicatissima situazione politica nazionale.
In sala c’erano tanti amici di Pagliari che più volte lo hanno ringraziato per questo modo diretto di fare politica e di rapportarsi con i cittadini. Qui la Casta è lontana anni luce: altro che distanza tra elettore e uomo politico… in sala aleggiava affetto sincero per il senatore che tutti chiamano “Giorgio”. Li capisco, chi conosce Pagliari non può non volergli bene.
Pagliari inizia raccontando i suoi primi giorni dentro la stanza dei bottoni e le difficoltà del momento: “Al Senato il Pd parte da 123 voti. Io non darei per acquisiti i senatori montiani che mi sembrano più vicini al centrodestra. I parlamentari del M5S sono molto tranquilli, cordiali, vestiti con giacca e cravatta. Tra di loro non vedo quelle crepe che leggo sui giornali”. Pagliari non si sbilancia sull’esito delle consultazioni di Bersani… anche se dalle sue parole traspare non poca preoccupazione.
Si apre il dibattito.
Scita di Collecchio parte subito a gamba tesa : “Bersani è cotto. Il suo Governo, se mai dovesse partire, starebbe in piedi solo qualche mese… a meno che non trovi l’oro per strada”.
Un iscritto al Pd la fa più semplice e cala la soluzione: “Non abbiamo i numeri. A questo punto proverei ad invertire le parti sostenendo un Premiar a 5 Stelle. Alla Camera abbiamo una maggioranza schiacciante e potremmo mandarlo a casa in qualsiasi momento se dovesse fare dei danni. Oggi per il centrosinistra tornare alle urne sarebbe un massacro”. Gli dà man forte Franco Tegoni: “Se andassimo a votare domani avremmo il morale a terra e a noi sarebbe iscritto il fallimento della formazione del Governo”.
Un altro militante Pd è più “resistente”: “Dobbiamo riuscire ad andare avanti almeno per un anno e mezzo perchè per allora il M5S si sarà sgonfiato”. Nell’udire queste parole uno vicino a me non si trattiene: “Ma questo non ha ancora capito un cazzo!”.
Torreggiani, ex consigliere comunale di Parma, è lapidario: “Da una parte ci sono i ladri, dall’altra chi è fuori dalla Costituzione”.
Il capogruppo del Pd in Provincia Pietro Baga: “Il partito deve rimanere unito”. Poi scherza: “Se andassi a casa a dire a mia moglie che voglio fare un governo con Berlusconi mi sa che dovrei diventare autosufficiente per tante cose…”. Conclude: “Un Governo va fatto. L’unica strada, se il tentativo di Bersani non andasse in porto, è quella di un Governo del Presidente… starebbe a Napolitano trovate le mediazioni col Pdl”.
C’è poi qualcuno “più realista del Re”: “Dobbiamo ammettere che l’unico Governo che si può fare è con Berlusconi. Anche Don Ciotti vuole un Governo… e poi, diciamolo, il Caimano è meglio avercelo davanti che dietro!!!! Mi rendo conto che questa alleanza sarebbe un rischio enorme per il Pd, ma nel 1939 anche Stalin fece gli accordi con Hitler. Non dobbiamo sottovalutarci… e poi Berlusconi ha ormai 76 anni”. “Mah, secondo me crepi prima tu di Berlusconi… e lui tromba più di me” chiosa uno sottovoce, con non poca presunzione.
Gennari di Lesignano: “Bisogna convocare tutti i circoli per esprimere collegialmente solidarietà a Bersani”. Uno mugugna: “Non si rendono neppure conto che sono un partito di morti”.
Un imprenditore di trasporti: “L’Italia è un deserto produttivo, le aziende stanno andando fuori, in Slovenia dove le tasse sono al 18% e in Romania dove il contributo è del 5%. Sbrigatevi! Io ormai ho ottant’anni e me ne faccio una ragione… sono preoccupato per il futuro dei miei nipoti”.
Giuseppe Saglia: “Se siamo in queste condizioni è perchè ci sono stati vent’anni di berlusconismo. In campagna elettorale il Pdl ha preso i voti perchè ha promesso di restituire l’Imu. Il Pd avrebbe dovuto fare una proposta shock quale, ad esempio, promettere la pensione a 58 anni per le donne”. E per fortuna che Saglia voleva rompere con il berlusconismo :-).
Lucido D’Alessandro, il pizzaiolo Poeta: “Sto scrivendo un libro sulla Rivoluzione Francese. Sappiamo cosa ha fatto Robespierre con la ghigliottina … e dopo di lui Napoleone. Quali sono oggi le similitudini con allora? E’ Renzi il nuovo Napoleone?”. A questo punto mi viene in mente Mara Morini, l’interprete più vigorosa dell’ortodossia renziana, che qualche settimana fa avevo paragonata a Saint Just (leggi), lo spietato pubblico accusatore, apologeta del Terrore della Rivoluzione francese che si meritò l’appellativo di “Arcangelo della Morte” entrando nella storia quando disse a Robespierre: “Maximilien, smettiamola di riempire le carceri, cominciamo a riempire i cimiteri”. Scrivo a Mara un sms: “Non vedo renziani qui da Giorgio”. Mi risponde truce: “Saranno già tutti al cimitero”.
Chiude un rappresentante del Popolo Viola: “Ho mantenuto contati con la base del M5S, sono brave persone”. Poi cita una serie di nomi con cui però non bisogna assolutamente fare accordi… mi pare di aver capito perchè collusi con la finanza e la massoneria.
Eh sì, l’evocazione agli influssi massonici non poteva mancare. A questo punto l’assemblea può sciogliersi.

CC

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