Parma capitale europea dei giovani, Bocchi (FdI): “Dai ragazzi un vuoto predicozzo conformista”

SMA MODENA
assaggiami_mar25

Caro direttore, ho letto con interesse il tuo brillante pezzo sui giovani che hanno sfilato all’Auditorium Paganini in occasione dei Premi S.Ilario. Ritengo che il siparietto dei giovani (categoria sempre più rarefatta stante il continuo calo del tasso di natalità) che hanno avviato la campagna di promozione di Parma capitale europea dei giovani 2027, sia stato surreale.

Quei ragazzi, perfettamente assortiti secondo i canoni multiculturali e del politicamente corretto (mancava il disabile però), erano distanti dal rappresentare il variegato e reale mondo giovanile. Diceva un vecchio politico che compito dei giovani dovrebbe essere quello di tirare sassi alle finestre in modo da far capire che sarebbe ora di cambiare i vetri: quelli dell’Auditorium Paganini, “ammaestrati” dal catechismo woke, sembravano più anziani di quei premiati curvi e col bastone in mano.

Anziché chiedere maggiore spazi in una società che non li considera, maggiori opportunità in una città che spesso li emargina privilegiando logiche baronali, mortificando il merito e praticando l’ammissione per censo ai soliti circoli, ha invece recitato un predicozzo conformista condito dalle solite fatue ridondanze retoriche: inclusione, sostenibilità, disarmo climatico, giustizia climatica, multiculturalità, non violenza, equità, trasversalità.

 

I giovani sono saliti sul palco di Sant’Ilario, già vecchissimi (di Andrea Marsiletti)

 

Abbiamo così appreso che il cibo “è un mezzo per attuare lo scambio interculturale” (ma quale lotta, rivoluzione, scuola, università, lavoro, famiglia… dateci dei ristoranti etnici!) e che la guerra è deprecabile non tanto perché annienti vite umane ma perché “ha dei forti impatti sull’ambiente”. Parma non è una città per i giovani: i nostri ragazzi hanno paura ad uscire da scuola o a girare di notte in certi quartieri, le ragazze hanno paura a passeggiare da sole o a raggiungere un parcheggio interrato, gli impianti sportivi sono obsoleti, i luoghi di svago pochi e mal frequentati, le possibilità di metter su famiglia e affrancarsi dai genitori pochissime.

Parafrasando Karl Kraus, scrittore austriaco non il presidente del Parma, mi verrebbe da dire che ascoltando i giovani del Paganini non mi è venuto in mente niente.

La vacuità dei loro messaggi è responsabilità di noi adulti, che gli offriamo esempi non all’altezza, che li rimbambiamo con la de carbonizzazione e la fine del mondo, che gli vendiamo delle ciofeche come lo “Youth Check” come fossero cose preziose, che gli somministriamo mangime per polli e continuiamo a spuntargli le ali. Tanto la giovinezza è una malattia che passa in fretta e basta ripetere ogni tanto che i giovani! I giovani! Sono il nostro futuro.

E buonanotte (a tutte e tutti, s’intende).

Priamo Bocchi – Fratelli d’Italia