Per la Val Baganza 2024: dalle sorgenti alla foce il Baganza celebra la vita

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E’ cristallina e fresca, benché non abbondante, l’acqua del Baganza che irrora la copertina della pubblicazione del 2024 del Centro Studi qualificato proprio dal Baganza.

Ed è un’acqua che invita a nutrire occhi, mente e forse anche cuore lungo le 304 pagine, zeppe (a volte anche troppo) di accattivanti immagini (sono 1174 per 115 titoli di 97 autori) su passato e presente, su donne e uomini delle comunità attraversate o solo lambite dal torrente. Berceto si fa bello della variegata e frizzante vita estiva e del luminoso tepore del Natale, come fa anche Calestano, tra l’altro palcoscenico fragoroso per una trebbiatura “d’epoca” e spettacolare per imprese sportive remote e recenti, e reso delizioso da molteplici eventi culturali, gastronomici, musicali e dall’emergere di figure care alla memoria e capaci di suscitare memoria.

Fresco e promettente fiore all’occhiello è il Museo del Tartufo alle radici del quale stanno lungimiranza tenace e dedizione silenziosa di personalità da riscoprire e valorizzare. Quando poi la corrente del Baganza tocca Felino, subisce un’impennata di linfa per l’eccezionale afflusso di ruscelli di vita derivanti dalle esperienze di Felinesi bloccati dalla guerra o, in pace, cavalieri di generosità nel quotidiano impegno lavorativo e imprenditoriale, oppure attenti esploratori delle lezioni del passato senza trascurarne gustose estrosità, magari tradotte in rima. Più a nord, Carignano svela l’identità, apparentemente strana, dei Dù Comò mentre gli altri paesini che accompagnano il Baganza a spegnersi nel Parma, vantano la fantasiosa sportività dei Giochi delle Sette Frazioni.

Sulla sponda opposta è San Martino Sinzano a rispolverare mitiche celebrazioni del Carnevale. Sala Baganza, dal canto suo, celebra l’amore che le ha portato Maria Luigia, piange la scomparsa di concittadini per sempre benemeriti, accoglie con riconoscenza la preziosa testimonianza religiosa e culturale di don Ferruccio Botti, ultimo parroco residente di Talignano, ed ascolta le lezioni di rigenerante meditazione impartite nella serenità di San Vitale Baganza. Da qui il Baganza si presta a ricevere i grami contributi idrici del Comune di Terenzo, però gode della portentosa e fresca vitalità che la storia ha disseminato lungo la Via Francigena da Bardone a Berceto con soste particolari a Casola, a Corniana e al Museo degli scalpellini di Cassio.

A far notizia ed a ricevere uno scientifico approfondimento è stato l’insistente sciame sismico che da febbraio a giugno ha avuto come perno il Baganza; stimolo per future indagini può essere, invece, il saggio di “archeologia globale” incentrato sulla “Fonte dei Ceriani” di Monte Sprela e sui “Praedia Galliniana” di Sant’Ilario Baganza. Tutto questo, grazie alla perizia dello Studio Guidotti in campo dal 2004, è incasellato nella morbida robustezza di un’impaginazione suadente anche per l’intervallante comparsa di messaggi pubblicitari, a perenne testimonianza di una Valle la cui Umanità (e come potrebbe essere diversamente?) è attenta alle esigenze dello spirito e… della carne. p.b.