Sarà capitato a tutti di sentire la frase era “ai domiciliari” che, come suggerisce il nome stesso, consistono nel divieto di potersi allontanare dalla propria abitazione. In base alle disposizioni del giudice, potrebbe anche voler dire non avere accesso a Internet, al telefono così come non avere il diritto di incontrare altre persone se non quelle con cui si convive.
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I Carabinieri effettuano quotidianamente controlli su coloro che sono agli arresti domiciliari per garantire il rispetto delle misure imposte dalla legge. Questi controlli sono di fondamentale importanza per monitorare l’effettiva permanenza della persona nel luogo stabilito e per verificare che non violi le disposizioni in vigore. È fondamentale che i controlli siano condotti in maniera accurata e puntuale, al fine di assicurare il pieno rispetto delle disposizioni e garantire la sicurezza della comunità. In caso di violazioni o mancato rispetto degli obblighi, i carabinieri sono tenuti ad agire con tempestività e a adottare le misure necessarie per ripristinare la conformità alla legge.
Questo è il quadro nel quale i Carabinieri della Stazione di s. Secondo Parmense hanno operato. Il 36enne, agli arresti domiciliari in una abitazione sita nel comune dal mese di marzo 2024, nel corso di alcuni controlli, non era stato trovato all’interno della propria abitazione. L’ultima trasgressione accertata dai carabinieri, risale al 12 settembre 2024, quando in occasione di un controllo l’uomo non era presente all’interno della sua abitazione.
Di quanto emerso, i Carabinieri relazionavano immediatamente l’autorità giudiziaria competente, ed il Giudice del Tribunale di Sorveglianza di Reggio Emilia, riscontrate le ripetute trasgressioni delle misure imposte, sostituiva gli arresti domiciliari con la custodia in carcere.
Ad occuparsi dell’esecuzione del provvedimento sono stati proprio i Carabinieri di S. Secondo che acquisito il provvedimento restrittivo ed organizzato un idoneo dispositivo operativo hanno rintracciato il 36enne ed al termine delle incombenze burocratiche lo hanno tradotto in carcere.
Comando provinciale Carabinieri di Parma