
Credo innanzitutto che l’interpretazione proposta sia viziata da una lettura selettiva dei fatti. È troppo comodo bollare i giovani come “farlocchi” o “addomesticati” semplicemente perché hanno scelto di esprimersi in maniera civile e, soprattutto, propositiva.
Si può dissentire sui toni o sui contenuti, ma liquidare ogni richiesta di inclusione e sostenibilità come retorica vuota significa ignorare la complessità del nostro tempo.
Mentre per qualcuno queste parole sono “mode” da irridere, per altri (me compreso) rappresentano temi concreti, che incidono sulla vita quotidiana dei cittadini di oggi e di domani. Le nuove generazioni, per fortuna, non vogliono più “tirare sassi alle finestre” – preferiscono costruire percorsi, affrontare i conflitti in modo dialettico e, soprattutto, portare avanti un’idea di futuro che non si limiti alla mera protesta.
Il Pd di Parma rimane a secco anche nelle Commissioni regionali, ma la colpa è solo sua (di Andrea Marsiletti)
Quanto al discorso del sindaco, lo considero un intervento che ha saputo coniugare il doveroso rigore istituzionale con la necessità di ricordarci che i valori di solidarietà, vicinanza e tutela dei più fragili non sono astratti “buoni sentimenti”, bensì un tratto qualificante del nostro agire politico. Un sindaco non è solo un amministratore di numeri e procedure: ha anche il compito di dare una visione alla comunità, di accompagnarla nel confronto con i cambiamenti e, quando serve, di pungolarla a fare meglio.
Concludo ribadendo che, nel mio ruolo di consigliere di maggioranza, difendo con convinzione le linee tracciate da questa amministrazione. Non perché sia miope di fronte alle criticità o ostile al confronto, ma perché credo che la politica debba ambire a costruire e migliorare, non a demolire con sarcasmo o giudizi sprezzanti.
Marco Arcidiacono (consigliere comunale Pd)