Tappa 4: la locanda sotto la collina, una storia barcollante

Marcello Frigeri racconta in tempo reale ai lettori di ParmaDaily il suo viaggio negli Stati Uniti da Chicago al “Profondo Sud” fino alla Louisiana.

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Accostiamo l’auto all’ingresso del Grand Hotel di Natchez, Mississippi, ridente cittadina sulle sponde del Grande Fiume.

Mississippi, una terra dalla bellezza ruvida e scostante, caldo graffiante e sofferenza, dove al tramonto gli schiavi tornavano alle proprie baracche sfiancati dal lavoro nei campi e nelle piantagioni.

Dopo un viaggio durato 5 ore la fame ci assale. “Non c’è molto che potete trovare, la domenica – dice la signora della reception -, c’è solo la locanda sotto la collina”.

Sì, perché Natchez, la bella Natchez, a un certo punto scende ripida fino al Mississippi, lì si nasconde tra i dedali un tempo malfamati della zona fluviale, dove sorgevano bordelli e locande di sventura. È la Natchez che non voleva mostrarsi al mondo, contraddittoria e sofferente, ribelle e contadina: la locanda sotto la collina è l’ultimo vagito di quel piccolo e turbolento mondo fatto di alcol, bestemmie e schiene spaccate dal lavoro.

Così scendiamo la stretta stradina verso le sponde del Grande Fiume dove il sole del tramonto si nasconde, poco più a ovest. La locanda è lì, piccola e sfiancata dagli anni, una luce tremula balugina dalla finestra mentre la chitarra blues intona “Hey Joe”. La gente brinda immergendosi nella birra.

Al nostro ingresso qualcuno si volta, altri drincano alzando i calici. Prendo il cellulare per immortalare il momento quando, di fianco a me, un tizio si alza ma crolla a terra ubriaco portandosi con sé quindici bottiglie disordinatamente appoggiate al tavolo. La donna che è con lui se la ride, qualcuno prova a rialzarlo, tutti gli altri fanno finta di nulla come se da quelle parti fosse ordinaria amministrazione.

Un uomo dai baffi folti e la camicia a quadri lo salta come si schiva un sacco di patate, viene verso di noi sorridente e mi dà una pacca sulla spalla, “Ve la faccio io una foto”. Gli porgo il cellulare e con Daniela ci mettiamo in posa. “Sapete – biascica – questa è la locanda più vecchia che troverete lungo le sponde del Mississippi, dall’Illinois fino a qui, diavolo se non dico il vero”. L’uomo a terra si rialza a fatica, occhi di un rosso lucido, “Guardate le foto se non ci credete”, indica la parete e mi riconsegna il cellulare, il tizio a terra ordina un’altra bionda.

“Da dove venite?”, la chitarra parte con un assolo psichedelico, due tizi ballano al centro del locale, il barista ci offre due Bud Light ghiacciate.

“Italia”, allunga il pugno e io faccio altrettanto in una sorta di saluto locale. “Lungo viaggio, benvenuti in Mississippi”, riprende in mano la birra e si allontana sorridente.

Fuori il sole è al tramonto, infiamma le pareti della locanda e si infrange dorato sul Mississippi. Dentro, la birra e il blues accompagnano con il loro irrequieto abbraccio le prime ombre della sera.

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Reportage di Marcello Frigeri: da Chicago al deep sud degli USA

Tappa 1: Chicago. Il reportage di Marcello Frigeri in viaggio verso deep sud degli Stati Uniti

Tappa 2: Il motel, una storia vera ma da rivedere

Tappa 3: Carr Lane, linea di confine

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