“Un vino con radici antiche che guarda verso il futuro”. Intervista a Tommaso Moroni Zucchi

SMA MODENA

Tratto dalla rivista Assaggiami – Emilia Food Mag

Ultimamente si parla molto dei vini del territorio parmense e in particolar modo della Malvasia. Sappiamo che molte cantine stanno sperimentando nuove tipologie di Malvasia caratterizzate dalla spumantizzazione.

Puoi spiegarci meglio di cosa si tratta?

Il mercato impone a noi produttori di adeguarci ai gusti dei consumatori esaltando le caratteristiche delle varietà di uve a disposizione delle nostre aziende.

È noto a tutti l’exploit di domanda di vino spumante a scapito delle altre tipologie di vino. Nelle difficoltà del momento, che vedono i consumi di vino in costante calo, abbiamo un’enorme opportunità da cogliere: valorizzare il nostro vitigno bandiera e allo stesso tempo lanciarlo con una nuova identità che si sposi alle tendenze del mercato. La malvasia è un vitigno molto importante per la nostra tradizione vinicola ma anche enogastronomica: una tradizione fatta di eccellenze culinarie invidiate da tutto il mondo. Per nostra fortuna la Malvasia è anche molto versatile, ci permette di spaziare dal fermo allo spumante, dal frizzante al passito.

Dobbiamo unirci come viticoltori di Parma nel promuovere un progetto comune, un vino bandiera che possa rilanciare il nostro territorio all’interno di un mercato sempre più vario e competitivo: la Bollicina di Parma.

La Malvasia Spumante DOC Colli di Parma del futuro è un vino rifermentato unicamente in autoclave, con protocolli agronomici ed enologici di base comuni a tutti, vino che con la sua aromaticità deve stupire al primo approccio, mentre la bollicina persistente deve accompagnare con la sua fragranza il sapore autentico della malvasia.

Parlando di Malvasia spumantizzata viene naturale pensarla associata anche a piatti gourmet. Può essere una provocazione o potrebbe diventare un vino da grandi abbinamenti?
Certamente, ma vogliamo lasciare libera interpretazione di questo vino nell’abbinarlo come si creda. Come viticoltori di Parma sentiamo la responsabilità di produrre vini che possano reggere il livello qualitativo dei nostri piatti, sempre più gourmet, con un respiro sempre più nazionale e internazionale, senza dimenticare quel consumatore – anche “profano” – che abbia il semplice desiderio di gustarsi un calice di vino per godere della sua piacevolezza. Il lavoro che vogliamo portare avanti con tutti i ristoratori, a partire dalla collaborazione ormai consolidata con Parma Quality Restaurant, è per noi una priorità perché insieme possiamo trovare l’equilibrio dei nostri vini tramite nuove proposte di abbinamento con i piatti che gli ambasciatori del gusto propongono alla clientela e al pubblico di tutti gli eventi cui sono chiamati a partecipare.

Per quanto riguarda gli altri vini del Consorzio quali sono le potenzialità future per il mercato?

Abbiamo un territorio ricco di potenzialità. La qualità delle uve proveniente dalle nostre colline sarebbe tale da reggere il confronto con realtà ben più blasonate. Ma la qualità delle uve e dei vini da esse ottenuti purtroppo non è sufficiente per diminuire il gap di notorietà di cui godono altre denominazioni. Sicuramente dobbiamo e possiamo fare di più: un primo grande passo potrebbe essere rappresentato da una valorizzazione dei vini a partire dall’aggiornamento del nostro disciplinare di produzione degli anni 70’, per certi aspetti desueto e non al passo con il gusto del consumatore odierno.

Ne consegue che, se da una parte i viticoltori orientano la produzione di certi vini per andare incontro alle tendenze attuali, il disciplinare non ne può ammettere l’idoneità ad essere riconosciuti come vini dei Colli di Parma, nonostante venga prodotto con le nostre uve. Questo porta le cantine ad attribuire a questi vini denominazioni più generiche (Emilia IGT) che non rendono merito al nostro importante territorio.
In sintesi, lavoreremo per razionalizzare le tipologie di vitigno e vino atte a divenire DOC con il fine ultimo di ristabilire una forte identità dei nostri vini e della DOC Colli di Parma e rilanciare la nostra produzione sul mercato nel nome della qualità più elevata che si possa raggiungere.

Lo scopo è rilanciare la nostra tradizione, rinnovandone l’identità, senza sconvolgerla.

Negli ultimi anni le cantine e le vigne si sono aperte sempre più al turismo enogastronomico, organizzando: degustazioni, concerti, spettacoli. Pensi che sia una moda o sarà una costante su cui investire sempre di più in futuro?

È inutile ribadire quanto il mondo del vino sia stato e sempre sarà fonte di enorme interesse e curiosità tra le persone. Chi vuole assaggiare il vino vuole anche “assaggiare” il contesto in cui esso viene prodotto per godere di tutto il suo fascino.

Recentemente le cantine del territorio hanno capito che tra le persone, specialmente quelle che abitano nelle città, c’è voglia di vivere esperienze diverse, di immersione nella natura e hanno colto questa opportunità. Ben vengano tutte le iniziative che portino a conoscere e parlare di vino. Senza il contatto diretto tra chi consuma e chi produce non si percepirebbe l’enorme lavoro che c’è dietro un bicchiere di vino.

Sono ormai tantissime le cantine che a Parma offrono questo tipo di esperienze, altre lo faranno a breve con importanti investimenti che in un periodo storico come questo rappresentano un motivo di forte orgoglio.

Non dimentichiamo, infine, le tantissime iniziative culturali a cui il Consorzio aderisce ogni anno come il Festival della Malvasia di Sala Baganza, la Cena dei Mille a Parma, Cibus, Tipicamente Uniche che vedrà a settembre Parma-Alba e Bergamo raccontare il sistema territoriale che si sta sviluppando attorno alle eccellenze enogastronomiche e tanto altro. L’importanza del territorio e della destinazione turistica “Parma” sono per noi fondamentali.

Cos’ha rappresentato per un giovane imprenditore questo primo anno alla presidenza di un Consorzio importante come quello dei Vini dei Colli di Parma e quali obiettivi ti poni per i prossimi anni?

Essere Presidente di un Consorzio come il nostro porta con sé tante responsabilità e l’anno appena passato ci ha posto davanti a sfide che siamo riusciti a cogliere e superare grazie al lavoro e alla fiducia di imprenditori agricoli e professionisti che mi affiancano in ogni scelta.

Aver consolidato la nostra presenza nell’ambiente parmigiano, aver stretto alleanze e legami con associazioni di categoria e altri Consorzi di tutela era il primo obiettivo che mi sono posto quando nel febbraio 2023 sono stato eletto Presidente.

Sicuramente si può e si deve fare di più ma il lavoro è tantissimo e le aspettative sono davvero elevate. Ad oggi siamo riusciti a creare attorno ai Colli di Parma l’interesse di diversi attori del territorio per lavorare insieme al rilancio del settore vitivinicolo parmigiano: identità, qualità e territorio sono le parole chiave che ci stanno guidando nell’elaborare questo nuovo grande progetto.

Oltre a questo, vero punto di svolta per tutte le cantine, mi pongo come obiettivo l’allargamento del Consorzio a quelle realtà aziendali che oggi dialogano con noi ma che non hanno ancora aderito alla struttura sociale: da soli non si va da nessuna parte, dobbiamo superare diffidenze, incomprensioni, protagonismi per scrivere insieme il futuro dei Colli di Parma. Tutti uniti facciamo la differenza.
Inoltre è fondamentale riconoscere la qualità delle nostre produzioni anche nel momento delle vendite: le dimensioni aziendali, gli investimenti sostenuti, il costo delle materie prime di qualità devono portare alla giusta marginalità per le cantine: con dinamiche commerciali sbagliate e guerra di prezzi, nel medio e lungo periodo, non vince nessuno e a perdere è l’intero settore.

Infine, per concludere, mi piacerebbe lasciare un Consorzio che sia stato capace di diventare davvero una centrale di acquisto e promozione commerciale per tutte le aziende associate: penso all’acquisto del vetro e dei sugheri, delle fonti di energia, del marketing e dell’export che dobbiamo incrementare. Creare sinergie, economie di scala, collaborazioni è per me l’aspetto più rilevante. Siamo i Colli di Parma, abbiamo una storia da valorizzare e un futuro da scrivere insieme!


Foto: Copertina di Assaggiami, agosto 2024. Tommaso Moroni Zucchi, presidente del Consorzio di Tutela dei Vini dei Colli di Parma (foto di Filippo Tommasini).