
Requisiti talmente specifici da insinuare il dubbio che il bando dell’Università di Parma per la selezione di un professore universitario di seconda fascia sia stato cucito su misura a uno specifico candidato, penalizzando altri possibili concorrenti.
La vicenda è finita al centro di un’interrogazione presentata dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Priamo Bocchi.
Il bando, pubblicato il 17 settembre 2024 sulla Gazzetta Ufficiale, riguarda la selezione di un professore per il dipartimento di Medicina e Chirurgia, con competenze nel settore scientifico-disciplinare Meds-07, incentrato sulle malattie cardiovascolari e respiratorie. Tra i requisiti richiesti figura un’esperienza in “cardiologia interventistica” per il trattamento di pazienti con sindrome coronarica acuta (Stemi), con un approccio diagnostico-terapeutico integrato.
Specifiche che, secondo Bocchi, non solo si riferirebbero a una “sotto-branca ufficiosa” della cardiologia non riconosciuta ufficialmente dalla normativa italiana, ma sembrerebbero richiamare il profilo professionale di una persona ben definita.
“Parliamo di un livello di dettaglio che rischia di escludere candidati altamente qualificati, ma che non rispondono a requisiti così puntuali e inquadrati su un’esperienza specifica”, spiega il consigliere regionale, evidenziando un ulteriore paradosso: il bando richiede che il vincitore insegni nel corso di laurea in inglese “Medicine & Surgery” della facoltà di Medicina, ma non prevede alcuna prova orale per accertare l’effettiva padronanza della lingua.
“È inaccettabile che per una posizione di tale rilevanza non venga verificata adeguatamente la conoscenza della lingua inglese, soprattutto considerando che l’insegnamento e gli esami si terranno in quella lingua – aggiunge Bocchi -“.
Ma i dubbi non si arrestano qui e coinvolgono anche i criteri di valutazione delle pubblicazioni scientifiche dei candidati: il bando, infatti, si limita a richiamare in maniera generica i criteri internazionali stabiliti dalla legge Gelmini del 2010 e dal d.m. Miur 344/2011, senza tuttavia specificarli in modo chiaro.
“L’assenza di criteri espliciti rischia di compromettere l’imparzialità della valutazione da parte della commissione, esponendo il concorso a possibili ricorsi per illegittimità – sottolinea Bocchi -“.
Di qui l’atto ispettivo che punta anche a verificare se la giunta regionale fosse a conoscenza della procedura, considerando che l’attuale assessore alla Sanità, Massimo Fabi, ricopriva il ruolo di direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma al momento della pubblicazione del bando.
“Mi chiedo se l’assessore Fabi fosse informato di questi dettagli e quale sia la posizione della Regione di fronte a una situazione che rischia di minare la credibilità del sistema concorsuale. Non possiamo accettare nemmeno il sospetto che i concorsi pubblici siano disegnati su misura per un singolo candidato. La meritocrazia e la trasparenza devono essere principi irrinunciabili, soprattutto in ambito universitario, che forma le eccellenze del nostro paese – conclude Bocchi – “.