Propongo un concordato tra il Comune di Parma e i “berlusconiani” di Metro Leggera

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Shadow 2.0
Finalità del Progetto
Elenco dei
membri del Governo Ombra
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19/11/2009
h.12.40

Il presente intervento è a titolo personale e i suoi contenuti non impegnano in nessun modo il Governo Ombra di Parma Shadow 2.0.
 
In queste settimane si è inserito nel dibattito politico locale un nuovo soggetto, che non è un partito ma che si muove sullo scacchiere e sulla scena politici con le sue stesse modalità: si tratta dell’Associazione Temporanea d’Impresa “Metro Leggera”, costituita dalla Ditta Pizzarotti, da Coopsette e Ccc, quella che si è aggiudicata l’appalto per la costruzione della metropolitana di Parma.
Ieri sono state due le notizie per gli appassionati della materia: la prima riguarda il sindaco di Bologna Delbono che si è attivato presso il Ministero dell’Ambiente al fine di convertire i finanziamenti ricevuti per la metropolitana e destinarli ad altre opere più prioritarie; la seconda è relativa all’attacco di Metro Leggera che ha preso di nuovo carta e penna e ha scritto ai giornali per accusare il Comune che non tira fuori altri 37 milioni di euro per il materiale rotabile bloccando l’inizio dei lavori, per dare giudizi politici sull’amministrazione comunale, per minacciare, smentire e denunciare contraddizioni… un protagonismo mediatico tanto sulla stampa che nei talk show televisivi quantomeno eccentrico per un appaltatore, forse senza precedenti a Parma.
Quando vedo Metro Leggera irrompere nel dibattito per difendere i propri interessi economici, chissà perché mi viene in mente Berlusconi… uno che questo modo di fare politica lo conosce molto bene. Tra l’altro le analogie con Berlusconi sono anche altre: quell’imporre al dibattito politico vicende personali (nella fattispecie parmigiana, aziendali), lo stesso spregiudicato e fazioso utilizzo dei media televisivi di proprietà (vedi Teleducato), la stessa volontà di influenzare la linea degli altri giornali (vedi Gazzetta di Parma e Informazione), la stessa solitudine berlusconiana del 1994 quando, non disponendo di altre sponde (oggi c’è rimasto solo un Ubaldi spompato a spalleggiarli), decise di scendere in campo in prima persona.
A questa esuberanza comunicativa dell’appaltatore si associa un fenomeno anche questo nuovo per Parma per la sistematicità con la quale avviene, ovvero l’implacabile pubblicazione sui giornali locali delle lettere private di Metro Leggera contro il Comune, la corrispondenza riservata con il Ministro Matteoli… mentre, singolare coincidenza, prima dell’inizio del braccio di ferro nessuna velina trapelava e le lettere private di Metro Leggera rimanevano tali.
Capisco che i soldi facciano gola e che ogni impresa cerchi di portarne a casa più che può, ma quelli di Metro Leggera si illudono per davvero che i parmigiani si facciano impietosire dal loro scalpitare e dalle loro lamentele per mancato lucro e che gliene possa fregare qualcosa dei costi sostenuti da Pizzarotti per le fideiussioni bancarie? O forse, al contrario, i parmigiani si stanno affidando ai partiti della sinistra, del centrosinistra e a San Pietro perché questa progetto strampalato rimanga carta morta, a maggior ragione se fosse possibile mantenere quei finanziamenti statali per realizzare altre infrastrutture ed interventi necessari e sostenibili per la città?
Del resto non può non allarmare la costruzione di una sola linea di metropolitana dal costo complessivo di 341 milioni di euro (di cui 209 milioni a carico dello Stato e 132 gravanti sulle casse del Comune) che per reggere economicamente nella gestione dovrà trasportare 18.500.000 persone all’anno, cioè 61.800 al giorno, 7.800 nelle ore di punta in una città di 180.000 abitanti (uno su tre dovrebbe andare tutti i giorni in metropolitana!!!)?… il tutto senza tenere conto che storicamente i costi di opere di questo tipo crescono in modo rilevante rispetto a quelli stimati in origine: a titolo di esempio cito i dati della metropolitana di Brescia che è passata da un costo di prima progettazione di 284.000.000 euro (più o meno come quello di Parma) per 18,5 km a 662.492.000 di euro per 13,5 km…
Anche “abbuonando” i successivi buchi nella gestione stimati in milioni di euro annui, il solo sforamento nei costi di realizzazione che sarebbe integralmente a carico del committente, porterebbe il Comune di Parma al dissesto finanziario. Questi sono numeri che solamente chi ha interesse a delegittimarli può liquidare come il catastrofismo di qualche retrogrado ostile al progresso.
Ma adesso voglio essere propositivo, e forse anche un po’ provocatorio, e dalla mia veste di ingnegnere e direttore mi calo nel ruolo dell’avvocato conciliatore delle due parti in causa, ovvero il Comune di Parma e Pizzarotti-Coopsette, e propongo una soluzione di compromesso che chiuda la contesa: il Comune ci mette i 37 milioni mancanti e accontenta così Metro Leggera; Metro Leggera, per parte sua, si impegna a coprire ogni euro in più che si aggiungesse all’importo iniziale dell’opera durante la sua costruzione e gli eventuali buchi nella gestione… tanto questi costi aggiuntivi sicuramente non ci saranno perché sono gli stessi di Metro Leggera che in TV ci rassicurano, dati e business plan alla mano, che non ci sarà alcun problema perché i conti della metropolitana quadrano perfettamente tanto nella costruzione quanto nella gestione.
Secondo voi Metro Leggera accetterà questo concordato?
Chissà perché sono pronto a scommette tutto quello che ho che piuttosto di sottoscriverlo si buttano sotto un treno… 

lombatti_mar24