“Il Pd vuole ancora rappresentare la classe operaia?”

20/08/2013

Intervista a Nicola Maestri, membro della segreteria provinciale del PD e nel 2012 candidato alle parlamentarie del Pd di Parma, consigliere comunale del Pd a Sala Baganza.

Alla festa regionale del Pd a Villalunga (RE) c’erano 57 persone ad ascoltare Cuperlo, 250 da Civati ed Epifani, 600 da Bersani… più di 6.000 ad ascoltare Renzi (leggi). Dopo il disastro elettorale con Bersani, anche la base del partito ha compreso che Renzi è l’ultima speranza del Pd?
Renzi è senza ombra di dubbio una risorsa per il PD, però non credo al “Salvatore della Patria”.
Purtroppo con l’avvento del berlusconismo si è andato affermando un modello di spettacolarizzazione individualista che tanto male ha arrecato alla politica. Sono convinto che il messaggio di Renzi sia in grado di incrociare un elettorato più spostato verso il centrodestra, ma ancor più fondamentale sarebbe, aldilà delle varie schermaglie, affrontare i contenuti, cercare di strutturarli e possibilmente dare risposte.
La politica riesce ad essere utile quando si occupa della Polis, della Comunità. Occorre dare una speranza, non finte illusioni, e poi battersi per renderla tangibilmente concreta.

All’interno degli schieramenti interni del PD, tu come ti collochi?
Per utilizzare un vecchio schema, personalmente faccio parte dei non allineati. Non credo sia un solo problema di personalità carismatica o meno. Ribadisco il concetto precedente, aggiungendo che non amo il clamore, il bagliore. Preferisco il duro e silente lavoro.
Ma visto che non intendo fuggire alla domanda, su Renzi mi sono espresso; Letta sta lavorando dignitosamente, considerando la difficile situazione in cui è chiamato ad operare; Civati dice spesso cose condivisibili ma a volte cade in atteggiamenti che dividono e questo non lo ritengo positivo. Il leader e il gruppo dirigente lo si identifica, come diceva Gramsci, quando è già dirigente prima di affermarsi politicamente attraverso il voto, (è questa una delle condizioni principali per la conquista del potere): dopo, quando esercita il potere, diventa dominante, ma deve continuare ad essere anche dirigente. Cuperlo è un intellettuale di alto profilo che poco gradisce la ribalta ma che ha alle spalle una buona scuola, sinceramente più affine alla mia idea.
Sarebbe il caso di approfondire quanto un dirigente propone e sviluppa, lo dico rivolto a iscritti e simpatizzanti, ma non solo. Troppo spesso ci si lascia influenzare in maniera disinvolta, da come ci si pone o se si è in grado o meno di “bucare il video”.

Nel dicembre del 2012 ti sei candidato alle parlamentarie del Pd vinte da Pagliari e Maestri. Sei soddisfatto del lavoro che stanno facendo a Roma i tuoi rappresentanti?
Nel dicembre 2012 decisi di candidarmi; intendevo come elemento prioritario dar voce a chi meno è ascoltato, ovvero a chi lavora manualmente. Bene il notaio, bene l’avvocato e il politico con esperienza alle spalle ma la mia domanda era: vogliamo ancora rappresentare anche la classe operaia?
Ma per rispondere, credo che Giorgio e Patrizia stiano lavorando bene. Dopo un periodo di comprensibile rodaggio e di difficoltà, dovuto anche al faticoso inizio di legislatura, penso stiano muovendosi con intelligenza e dedizione, dimostrando fattivamente che sia possibile, attraverso la buona politica, portare avanti tematiche che stanno a cuore al nostro territorio.

Al di là dell’impegno di alcuni circoli, operativamente a livello cittadino il Pd in questi anni è sparito. Nei mesi scorsi agli incontri organizzati nei quartieri con i cittadini partecipavano una ventina di persone, tutte tesserate (leggi). In Pedemonatana le cose vanno decisamente meglio. Dalla tua esperienza, operativamente cosa ritieni bisognerebbe fare per risollevare il Pd in città?
Da qualche mese faccio parte della segreteria prov.le e ho visto più da vicino la difficoltà della politica a farsi capire, più che il PD in particolare. Come ho avuto modo di verbalizzare in direzione prov.le, penso che alla fine la buona Politica la si continui a fare consumando le suole delle scarpe, stando in mezzo alla gente e cercando di risolvere i problemi delle persone. Spendersi per migliorare le condizioni dei più indifesi, ma avanti tutti insieme.
Non credo che la Pedemontana abbia una realtà tanto differente dalla città. Ovvio, le problematiche e le necessità possono variare ma il rapporto con i cittadini va mantenuto costantemente aperto; quel canale è prezioso, l’orecchio deve sempre essere teso.
Poi occorre anche riconoscere che storicamente il popolo italiano ama gli eccessi da un lato e dall’altro preferisce delegare. A parole siamo tutti molto impegnati, poi quando occorre prendersi, come ogni cittadino, le proprie responsabilità, preferiamo delegare salvo poi crocifiggere chi, nel bene e nel male, ci ha investito il proprio tempo e le proprie energie.
Questo non aiuta i partiti a crescere ma non aiuta nemmeno il nostro popolo. Quello che spesso purtroppo sfugge è che i partiti, con tutti i loro limiti, le lentezze, i personalismi che tanto danno arrecano hanno però una funzione fondamentale e insostituibile: quella di convogliare le esigenze di individui e collettività e anche far sì chiunque possa dire la propria, senza per forza essere miliardario.
Non apro la polemica sul finanziamento ai partiti, ma sarà bene riflettere a fondo su ciò e non lasciarsi andare a derive populiste.

Nel 2016 si voterà per le comunali di Sala Baganza. E’ pensabile un accordo con l’ex sfidante del sindaco Merusi, Tiziana Azzolini, in nome di un allargamento del centrosinistra?
Caro Direttore, scusi la risposta sarcastica… considerare Tiziana Azzolini un’eventuale partner per un ampliamento della coalizione di centrosinistra, lo trovo alquanto bizzarro. Sala Attiva, pur definendosi lista civica, ha passato in rassegna apparentamenti con la Lega Nord o addirittura organici a Forza Italia prima e Pdl poi, per planare recentemente con l’UDC. Credo proprio di no. Sala Attiva, o almeno questa formazione, è in antitesi con la lista Solidarietà di cui faccio parte come Capogruppo di maggioranza.
Siamo stati definiti “assassini del territorio” da Sala attiva, noi, che assieme a pochi comuni abbiamo aderito tra i primi al PAES (Piano d’azione energetico sostenibile), meglio conosciuto come Patto dei Sindaci e che abbiamo una delle migliori incidenze procapite di verde della provincia di Parma. Credo avremo poco da condividere. Basterebbe avere la pazienza di controllare il voto contrario, pressoché totale, di quel gruppo, a tutte le delibere portate in Consiglio Comunale.

Andrea Marsiletti

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