Agricoltura più forte con la filiera

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04/08/2010
h.15.30

E’ la nostra risposta alla crisi ed è anche una indicazione di futuro per l’agricoltura di questa provincia e della regione”.
Sono 12 i progetti di filiera finanziati dalla Regione presentati questa mattina in Provincia dall’assessore all’agricoltura dell’Emilia Romagna Tiberio Rabboni. 12 “catene produttive” , di cui 10 composte da nuove aggregazioni di imprese, per un investimento di oltre 52 ml di euro, di cui 20ml e mezzo di contributi pubblici, più di 14ml sul parmense.
Risorse certe e sicure come ha detto il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli aprendo l’incontro di questa mattina, che Rabboni ha garantito “cominceranno a circolare in fretta”, grazie agli anticipi della Regione in modo che, se resteranno fondi “l’Emilia Romagna potrà candidarsi a riceverli”.
E’ un aiuto vero alla nostra economia in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, la dimostrazione di quello che si dovrebbe fare per rilanciare in positivo lo sviluppo. Cifre importanti per cercare di cogliere ulteriori opportunità e valorizzare quella produzione agricola che per noi va di pari passo con la valorizzazione del territorio” ha detto Bernazzoli.
Queste risorse andranno a 170 soggetti, di cui 151 aziende agricole, localizzati su tutto il territorio provinciale. Imprese che vanno dal biologico allo zootecnico, dall’apicoltura all’ortofrutta e alla forestazione, ma anche caseifici, macelli, salumifici.
Aziende di giovani, ha spiegato il vicepresidente Pier Luigi Ferrari più aperte all’innovazione. “ Da tutto il territorio hanno concorso all’iniziativa della Regione, che ringraziamo per l’impegno e l’impulso dato ad aggregarsi in filiera, che è oggi fondamentale per affrontare la crisi di reddito dell’agricoltura. Legando il prodotto agricolo all’industria di trasformazione, al mercato, al consumatore finale la si può superare”.
Le imprese hanno concorso all’iniziativa della Regione in ruoli diversi: qualcuno come capofila del progetto, mentre la maggioranza partecipando come anello della filiera.
Il Parmense ha fornito progetti importanti, come ha evidenziato Gianna Claudia Orlandini, dell’assessorato regionale agricoltura, sia nei settori tradizionali sia con idee innovative come con il progetto finalizzato alla valorizzazione del grano biologico oppure con le due iniziative, proposte dalle comunità montane, sulla filiera del legno finalizzate non solo alla produzione di cippato ma anche alla realizzazione di manufatti e strutture per cantieri.
Dalla montagna provengono ben 5 dei 12 progetti di filiera. Alla filiera del lattiero caseario ne afferiscono 5, il comparto tradizionale del Parmigiano reggiano, in cui si è evidenziata una grande capacità aggregativa fra aziende agricole, caseifici, allevamenti e imprese, tutti alla ricerca di una nuova forma di commercializzazione più efficace.
Due altri progetti riguardano la filiera del pomodoro e due quella della lavorazione delle carni.
“I progetti di filiera tendono a rendere il prodotto agricolo difficilmente sostituibile da quelli presenti sul mercato nazionale ed internazionale. In questo modo si dà valore all’agricoltura e si dà valore alle filiere agricole tutte italiane. – ha sottolineato Rabboni Su questo noi continueremo a lavorare, per rilanciare gli accordi quadro tra mondo agricolo, della trasformazione e della distribuzione perché solo in questo modo si può dare certezza a chi fa agricoltura decidendo prima che l’annata agraria inizi le quantità di prodotto, la certezza del loro sbocco sul mercato, le caratteristiche qualitative, i valori economici di riferimento”.

I PROGETTI DI FILIERA
Rientrante nell’asse 1 del Programma di sviluppo rurale, “Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale”, questo intervento ha l’obiettivo di favorire processi di riorganizzazione delle diverse filiere e stimolare, nel contempo, l’aggregazione dei produttori, presupposto fondamentale alla creazione di migliori relazioni di mercato, in particolare per quanto riguarda una maggiore distribuzione del reddito a favore delle imprese agricole e forestali di base. Il progetto è dunque il risultato di un insieme di più interventi (finanziati dalle misure dell’asse 1) rivolti ad un unico obiettivo al quale concorrono imprese agricole e imprese della trasformazione.
I 12 progetti di filiera:

FILIERA LATTIERO CASEARIA
– capofila caseificio “Ferrarini e Bonetti” di Montechiarugolo, il progetto è finalizzato a interventi di ristrutturazione delle aziende agricole conferenti e per strutture di trasformazione. Investimento: 2 ml 212mila euro, 848 mila euro il contributo
– capofila Errefood spa, che guida un gruppo di aziende zootecniche in un progetto che riguarda la produzione e commercializzazione del parmigiano reggiano. Investimento: 1 ml 854 mila euro contributo 822 mila euro
– capofila Consorzio Oasi nevianese: il soggetto che riunisce produttori e caseifici sociali per un obiettivo comune, la commercializzare dei prodotti biologici. Investimento: 1 ml e 514 mila euro, 754 mila euro il contributo
– capofila Consorzio produttori Monti di Parma: sette caseifici, nonché il consorzio agrario, oltre ad aziende agricole, per un progetto che si occupa di migliorare la vendita. Investimento: 3 ml 005 mila euro, 1 ml e 108 mila euro il contributo
– capofila Consorzio export 3P. it con sede a Mantova, finalizzato alla commercializzazione all’estero e che coinvolge anche un’azienda agricola di Sorbolo, un gruppo appositamente istituito “Bizzozzero” per esportazione di Torrile e Intergrana di Fontanellato. Investimento: 2ml e 121mila euro, 884mila euro il contributo

FILIERA DEL “GRANO BIOLOGICO”,
capofila azienda Conti Angelo, mulino di Fornovo. Al progetto partecipano aziende della collina e montagna che producono grano e i mulini che lo lavorano. Investimento: 832 mila euro, 321 mila euro il contributo

FILIERA DEL LEGNO (dei tre progetti presentati a livello regionale, due sono della provincia di Parma)
– capofila Consorzio Comunalie parmensi, che propone fra l’altro la realizzazione di strutture per il deposito della legna raccolta e l’acquisto di attrezzature per il taglio e le operazione di bosco. Investimento :1 ml e 270 mila euro, 729 mila il contributo
– capofila Consorzio volontario forestale Monte Fuso, con sede a Neviano degli Arduini. Il progetto riunisce una trentina di produttori di legno è ha l’obiettivo di strutturare e consolidare le varie fasi della filiera: dalla raccolta, alla commercializzazione. Investimento: 1 ml 787 mila, 900 mila il contributo

FILIERA ORTOFRUTTA
– capofila ASIPO, l’Associazione interprovinciale produttori ortofrutticoli. Al progetto partecipano aziende agricole in particolare del piacentino e parmensi, ed è finalizzato al settore del pomodoro per attività di divulgazione e ricerca per commercializzare nuovi prodotti. Investimento: 9 ml 479 mila euro , 3 ml e 552 mila euro il contributo
– capofila Copador, si tratta di uno degli interventi più rilevanti che riunisce produttori di pomodoro delle aziende piacentine collegate all’impresa capofila. Ci si propone di realizzare un intervento sulla struttura di Collecchio con la creazione di nuove linee, oltre che la commercializzazione di nuovi prodotti. Investimento: 9 ml e 750 mila euro, 3ml e 500 mila euro il contributo

FILIERA DELLA LAVORAZIONE CARNI SUINE
– capofila Salumificio Ferrari Giovanni di Tizzano, unico soggetto locale fra le aziende partecipanti. E’ finalizzato a interventi su allevamenti e macelli. Il progetto tende a migliorare il reddito degli allevamenti suinicoli, consolidando i rapporti tra i vari soggetti della filiera suinicola. Investimento: 9 ml 316 mila euro, 3 ml 842 mila il contributo
capofila il prosciuttificio Bizeta, con sede a Langhirano, che ha coinvolto anche lo stabilimento dei fratelli Galloni, unici due soggetti locali oltre a allevamenti di Reggio e Modena. Il progetto mira ad interventi di ristruttarazione degli impianti di trasformazione e di produzione. Investimento di 9ml 499mila euro, contributo 3ml 688mila euro
Da segnalare, fra i progetti a cui afferiscono aziende locali il progetto di cui è capofila Italcarni e che coinvolge l’allevamento Sartori e Bianchi di Montechiarugolo, il prosciuttificio San Michele di San Michele Cavana e il macello Annoni di Busseto. Investimento: 9 ml e 700 mila euro e 3 ml e 860 mila euro il contributo

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