Al via il XXIV Festival Verdi tra Parma e Busseto: si parte il 26 settembre con Macbeth al Regio

Potere e Politica sono la trama e l’ordito con cui è stato tessuto il programma, attraversando i secoli e i generi musicali ed evocando temi cari al Maestro, di stringente attualità nel dibattito culturale e sociale.

Inaugurazione con la Verdi Street Parade, con oltre 1000 artisti, ensemble corali e orchestrali, bande, cantanti, attori, ballerini, acrobati e artisti visivi e le performance finali di Imaginarium e Yoann Bourgeois.

Macbeth in versione francese, La battaglia di LegnanoUn ballo in maschera in nuovi allestimenti con la regia di Pierre Audi, Daniele Menghini e Valentina Carrasco, diretti da Roberto Abbado, Fabio Biondi, Diego Ceretta e Attila in forma di concerto diretto da Riccardo Frizza sono le opere in programma, alle quali si aggiungono la Messa da Requiem e il Gala Verdiano, diretti da Francesco Lanzillotta e James Conlon.

Grandi interpreti di fama internazionale dialogano con artisti di nuova generazione: Riccardo Fassi, Lidia Fridman, Luciano Ganci, Mika Kares, Giorgi Manoshvili, Roberta Mantegna, George Petean, Michele Pertusi, Ernesto Petti, Antonio Poli, Marina Rebeka, Giovanni Sala, Luca Salsi, Fabio Sartori, Vladimir Stoyanov, Marta Torbidoni, Szilvia Vörös, insieme ai giovani talenti dell’Accademia Verdiana, diretta da Francesco Izzo.

La nuova sezione Ramificazioni apre itinerari alla musica di Luigi Nono, Arnold Schönberg, Dmítrij Šostakovič, Claudio Monteverdi, con Maxime Pascal e Shirin Neshat, Charles Dutoit con la Cherubini, Teodor Currentzis con la MusicÆterna, Carlo Vistoli e il Ghislieri Consort e alla danza di Aterballetto con la regia di Fabio Cherstich e le coreografie di Philippe Kratz.

Si rinnova e rinsalda la collaborazione con La Toscanini, il Coro del Teatro Regio di Parma preparato da Martino Faggiani e con il Teatro Comunale di Bologna. S’intensifica la collaborazione scientifica con l’Istituto Nazionale di Studi Verdiani.

Verdi Off giunge alla sua IX edizione: oltre 320 appuntamenti, diffusi e multidisciplinari, in 30 giorni, più di 2500 artisti e 90 tra associazioni, compagnie e istituzioni coinvolte, a Parma, Busseto, Fidenza e nei 12 Comuni della Provincia, raggiungendo le scuole, 25 rsa, gli ospedali e gli Istituti Penitenziari di Parma e insieme con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, per far conoscere la musica di Giuseppe Verdi in modo originale, inclusivo, giocoso e sorprendente.

“Potere e Politica sono la trama e l’ordito con cui abbiamo tessuto il programma del Festival Verdi 2024 – dichiara Luciano Messi, sovrintendente del Teatro Regio di Parma – attraversando i secoli e i generi musicali ed evocando temi cari al Maestro, di stringente attualità nel dibattito culturale e sociale. Le opere in cartellone accendono un faro su un periodo creativo straordinariamente fecondo: dalla monumentalità guerriera e giovanile di Attila (1846), allo slancio risorgimentale della Battaglia di Legnano (1849), per arrivare al Verdi sofisticato di Un ballo in maschera (1859) e Macbeth (1847, rev. 1865), quest’ultimo eseguito in francese, come avvenne al debutto parigino. A questa esplorazione tematica concorre anche il Verdi Off, sui percorsi dell’accessibilità e dell’inclusione, portando il teatro fuori dal teatro incontro a un pubblico eterogeneo e sempre nuovo, aprendo il Festival con la Verdi Street Parade e rilanciando quotidianamente l’impegno del Manifesto Etico del Teatro Regio di Parma che coinvolgerà i protagonisti di questa nuova edizione”.

“Le opere di Giuseppe Verdi non ammettono letture univoche – scrive Alessio Vlad, direttore artistico del Festival Verdi. Troppi i riferimenti e troppo varie le prospettive per riuscire a isolare temi e significati entro parametri univoci. Tuttavia, nella costruzione del Festival, può essere utile individuare aspetti specifici nella produzione del Maestro per allargare l’orizzonte e disegnare nuove traiettorie. Verdi ha fatto propri argomenti universali, comuni a ogni epoca. Partendo da questo presupposto, abbiamo provato a tracciare un percorso che, con libertà e immaginazione, contribuisca a far emergere l’eredità tramandata e i legami con gli autori che lo hanno preceduto. La nuova sezione del Festival che inaugura quest’anno prende proprio spunto dal filo conduttore delle opere in cartellone: potere, politica, libertà. Tra i molti autori che hanno toccato questi temi, abbiamo quindi scelto di indagare i collegamenti con Luigi Nono e Arnold Schönberg, così come quelli con Claudio Monteverdi e Dmitrij Šostakóvič. La caleidoscopica successione di tempi e stili che così si tratteggia vuole incoraggiare a sperimentare itinerari inediti, assecondando il disvelarsi di nuove prospettive e dando vita a ramificazioni che, da una stessa radice, si protendono verso una molteplicità di letture”.

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