Continua l’avvicinamento al Barezzi Festival (www.barezzifestival.it) previsto a Parma dal 14 al 16 novembre, con il “Barezzi Way”, eventi collaterali in altre città emiliane (Reggio Emilia, Bologna, Piacenza, Busseto), con un livello artistico del tutto parificato a quelli del festival vero e proprio.
Quello di venerdì 8 novembre al Teatro Verdi di Busseto non è stato un concerto nel senso stretto del termine, ma un’immersione esperienziale nel nome della libertà musicale. Questo grazie a tre fantastici musicisti (non limitiamoli al seppur nobile cantautorato): Pier Cortese e Roberto Angelini, titolari del progetto Discoverland, con un ospite davvero eccezionale: Niccolò Fabi.
Per nulla intimoriti dalla presenza simbolica di Giuseppe Verdi, in una serata di nebbia tipicamente padana, i tre amici romani sfoderano una performance dove sperimentazione, intensità, divertimento (nel senso musicale e umano del termine) si fondono in modo del tutto naturale.
A beneficio di un pubblico sinceramente entusiasta, che ha accompagnato la serata con grande partecipazione emotiva, a partire dalle due interessanti aperture di Leo Pari e Alessandro Ragazzo, cantautori con stili diversi, ma spiccata personalità artistica.
Posizionati in tre “stazioni polistrumentali” – con utilizzo disinvolto di voci, effetti vocali, sequencer, tastiere, basi rielaborate dal vivo, oltre alle care immancabili chitarre acustiche ed elettriche – i tre musicisti propongono il nuovo progetto di Discoverland: “Ero” (2024), che viene eseguito magistralmente nella prima parte.
Nella seconda parte vengono destrutturate e riproposte canzoni più conosciute, nello stile Discoverland, ovvero rielaborate e mashate genialmente tra loro. Tra queste una rischiosa “Via con me” – evergreen piuttosto sfruttato di Paolo Conte – che viene riproposta in una versione imprevista ed espansa, quasi a togliere le ragnatele della sovraesposizione.
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In tutto il concerto, una sola concessione al “cantautore” ospite del progetto: Niccolò Fabi, che dopo avere letto un meraviglioso racconto (di sua composizione) in veste di narratore, propone “Amori con le ali” (da “Tradizione e tradimento” del 2019), con un tappeto meraviglioso che Pier Cortese gli tesse con la campana tibetana.
Chi si aspettava un concerto di Niccolò Fabi è rimasto disorientato: il cantautore romano – uno dei più importanti della nuova canzone d’autore italiana – si è messo in gioco con umiltà ed intelligenza, suonando basso elettrico, percussioni, tastiere, sequencer, con evidente divertimento e intesa.
All’uscita dal teatro – cercando qualche commento del tipo “ma allora Fabi?” – ho invece colto solo commenti entusiasti: è il fantastico gioco della musica, che sa rinnovare i repertori, risvegliando nuovi orizzonti creativi, rimescolando con leggerezza il vecchio e il nuovo, in una miscela di alto valore musicale ed artistico.
Nella piazza davanti al Teatro a lui intitolato, osservando la statua del Cigno di Busseto, mi pare di avere intravisto un mezzo sorriso: sarà per l’omaggio ironico che Pier Cortese gli ha dedicato… Un “Amami Alfredo” inserito in una delle rielaborazioni, in pieno “Barezzi Style”.
Alberto Padovani