Inceneritore, “tante zone d’ombra”

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29/10/2011

L’Autorità Garante della concorrenza e del mercato ha recentemente scritto al Presidente della nostra Regione per segnalare che nel territorio di Parma sarebbero state attribuite, in via esclusiva senza gara pubblica, al soggetto affidatario diretto delle fasi di raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti anche le fasi successive di trattamento, recupero e riciclaggio.
Il Garante segnala quindi alla Regione la necessità che per l’imminente nuovo affidamento siano adottate procedure competitive ad evidenza pubblica.
Il richiamo dell’Autorità garante della concorrenza evidenzia una volta di più la superficialità, l’improvvisazione e il mancato rispetto del dovere di trasparenza e imparzialità nell’affidamento del trattamento, recupero e riciclaggio dei rifiuti che ha caratterizzato le politiche ambientali locali in quest’ultimo decennio. Le modalità di realizzazione del termovalorizzatore sembrano porsi in coerente continuità con il passato. Il contenzioso in essere tra Comune di Parma ed Iren Ambiente lo conferma.
Il Comune dopo aver “Accertata l’assenza…del rilascio di un titolo abilitativo edilizio ed in particolare di un permesso a costruire”, ha notificato alla Società, in stretta successione, ben due ordinanze di immediata sospensione dei lavori di realizzazione del tanto contrastato termovalorizzatore.
Sulla grave vicenda si è già espresso con ordinanza interlocutoria il TAR. La vicenda, a prescindere da quella che sarà la decisione di merito del Tribunale Amministrativo Regionale si presta a considerazioni che inducono i Cittadini ad avere sempre meno fiducia nelle Istituzioni. Il Comune, anche in ragione della diffusa contrarietà alla realizzazione dell’opera, avrebbe dovuto tenere costantemente sotto controllo il cantiere e, se del caso, riscontrare con immediatezza l’eventuale insorgere di abusi edilizi per prevenire il determinarsi di contenzioso che alla fine comporterà danno per tutti.
Per contro Iren Ambiente, Società partecipata dal Comune, ha il preciso dovere di agire nel pieno rispetto delle regole. Pare che così non sia stato. La conferma potremo presto averla dalla pronuncia del TAR. Frattanto quello che si può affermare è che l’iter di realizzazione del termovalorizzatore, a cominciare dalle difficoltà frapposte all’esercizio del diritto di accesso agli atti, cui Enia SpA si è obbligata con la sottoscrizione dell’accordo ex art. 18 legge regionale n. 20/2000, non ha brillato per trasparenza.
Infine il mancato recepimento nel citato accordo di programma dell’ordine del giorno votato dal Consiglio comunale per la costituzione del Comitato tecnico-scientifico partecipato anche da esperti nominati dalle Associazioni ambientalistiche per l’esercizio di attività di controllo nelle varie fasi del realizzando termovalorizzatore, compresa quella del funzionamento, ha calpestato il deliberato unanime dell’Assemblea consigliare e la successiva cancellazione del costituito Comitato ha rimosso ogni residua possibilità di controllo dei Cittadini sulla realizzazione di un progetto fortemente contestato dalla popolazione.

Marco Ablondi

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