Lettera alla città di Salsomaggiore (di Paola Mecarelli)

Paola Mecarelli

Tutti coloro che mi conoscono sono consapevoli che, nella mia modesta ma non disprezzabile esperienza politica, ho sempre seguito poche e semplici regole: metterci la faccia in prima persona, mantenere come obiettivo la comunità, avere una sola parola senza bizantinismi e retropensieri, utilizzare la competenza come servizio alla città, studiare le nuove sfide che mi venivano affidate.

Poiché, ancora una volta, sono state disattese le speranze dei miei concittadini e assunte scelte discutibili e inadeguate al rilancio della nostra Salso, ho deciso di prendere le distanze. Non è una resa o la rassegnazione a una politica che non mi appartiene, bensì un atto di coerenza. Una decisione che devo a me stessa e al mio gruppo, non oceanico come taluni millantano di avere, ma composto da donne e uomini perbene e preparati che volevano concorrere al rilancio di Salsomaggiore e Tabiano.

La nostra città merita di avere alla guida persone trasparenti, competenti, disponibili e che abbiano soprattutto una coscienza senza la quale non si può realizzare il bene comune.

Mi dispiace profondamente che il mio sincero e limpido messaggio non sia stato colto dal centrodestra, e in particolare dal mio partito, Forza Italia, che non ha avuto il coraggio di contrastare il degrado e la perdita della scala valoriale, piegando la ricerca del bene comune alle logiche degli sterili tatticismi dei partiti.

Spesso ci si chiede la ragione del dilagante astensionismo che affligge la politica italiana: con questa mia lettera mi sembra di aver dato una risposta.

Se non si torna a guardare alle persone e al loro bene, la gente si ritirerà sempre di più in un suo mondo per allontanarsi dall’abisso di autoreferenzialità in cui la politica continua a nuotare.

Paola Mecarelli

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