Opere pubbliche Comune di Parma, Vignali: “Siamo all’immobilismo totale”. La replica di Campanini (Pd)

SMA MODENA

Ho letto con attenzione il piano opere pubbliche del prossimo triennio e francamente credevo di essermi sbagliato e di aver preso quello di quest’anno o peggio ancora quello del 2023 visto che parliamo sempre delle stesse opere.

Questo conferma quello che dico da tempo: il piano opere pubbliche, al netto del PNRR, è un libro dei sogni.

Gli ultimi due ultimi anni ci parlano di 45 milioni di interventi traslati dal 2022 all’anno successivo, poi di 36 interventi pari a 30.230.655,53 rinviati dal 2023 al 2024 e ora di 28 opere per un totale addirittura di 40.044.664 traslati dal 2024 al 2025. Praticamente il piano del prossimo anno è la fotocopia di quello approvato l’anno scorso. Che a sua volta era la fotocopia di quello dell’anno ancora precedente. Il che significa che non è stato fatto praticamente nulla di quanto era stato annunciato. Ciò che è emerso in questi due anni è, al netto del PNRR, una fiera delle promesse non mantenute, con annunci ripetuti che smentiscono quelli fatti in precedenza con garanzie di avvio di lavori che in realtà dovevano essere già finiti in passato.

E le 28 opere traslate al 2025, che in questi stessi giorni di un anno fa venivano presentate come fiore all’occhiello del piano di quest’anno, ne sono una conferma. Alcuni di questi interventi rinviati sarebbero molto significativi. Dalle opere infrastrutturali per migliorare l’accessibilità alle fiere alla riqualificazione del parco di via Pascal e i parchi del quartiere Lubiana, dalle opere del 4’ lotto della Cittadella alla riqualificazione di piazza Sacco e Vanzetti a Baganzola, dagli spogliatoi dei centri sportivi di Moletolo a quelli del centro Bellè, dagli interventi di adeguamento strutturale del Teatro Regio a quello normativo del Teatro al Parco, dagli interventi del San Paolo (riqualificazione spazi adiacenti il laboratorio e collegamento tra camera san paolo e pinacoteca stuard) al teatro dei dialetti solo per citarne alcuni.



E di questi, che vengono spostati dal 2024 al 2025, ben 16 erano addirittura già presenti nel piano del 2023. E oltre alle opere traslate tante altre sono sparite senza che sia stato fatto nulla come per esempio diversi percorsi ciclabili (per i quali, al netto di quelli finanziati dal PNRR, rimane ormai quasi nulla facendo diventare un utopia i 60 km del programma di mandato) e altri interventi sulla mobilità sostenibile (dai parcheggi scambiatori alla rotatoria di Corcagnano per citarne alcuni).

Tutto questo è la punta dell’iceberg di ritardi, cantieri mai partiti e piani opere pubbliche che sono come un utopia rimandati di anno in anno. Praticamente si annunciano tanti interventi ma poi nel concreto si fa molto poco.

Meno male che ci sono i tempi scanditi dal PNRR che sono dettati da organi superiori e non sono trattabili, altrimenti la città rischierebbe un totale immobilismo.

Pietro Vignali

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Il consigliere Vignali dovrebbe sapere che il Comune di Parma sta rispettando pienamente l’esigente tabella di marcia degli interventi con fondi PNRR e questo dimostra efficienza e capacità di spesa.

Inoltre da amministratore dovrebbe ricordarsi che la previsione in un’annualità di bilancio non significa in automatico che l’intervento si faccia in quell’anno solare, perché ci sono tempistiche, vincoli e procedure da seguire.

In generale, speravamo si fosse accorto del rifacimento del piazzale sotterraneo e nord della stazione, degli altri interventi di manutenzione stradale della scorsa estate, dei lavori in corso al parco Ducale e in via Mantova, degli interventi in diverse scuole e parchi cittadini (tra cui Corcagnano e i campi da basket della Cittadella), compresi i parchi “inclusivi”, delle nuove piste ciclabili che stanno per partire (verso san Prospero, in via Spezia e non solo), del tetto fotovoltaico sulla scuola di via Newton, degli interventi per la sicurezza stradale (dossi ecc.), della piantumazione di nuovi alberi, della presa in carico da parte del Comune del progetto per il ponte Nord – la più clamorosa delle incompiute lasciateci in eredità dalla sua gestione, assieme a veri e propri buchi neri come il teatro dei dialetti e il rifacimento della Ghiaia.

Molti altri cantieri partiranno nel 2025, come già annunciato e come previsto nel bilancio, e si può essere certi che da qui a fine mandato si potranno tirare le somme di un lavoro importante, migliorativo e continuo per la città. Visto che il consigliere Vignali è ormai a tutti gli effetti un esponente di Forza Italia, sarebbe utile che sollecitasse gli esponenti nazionali del suo partito a far bloccare i continui prelievi forzosi del Governo dalle casse dei comuni, che vanno a finanziare interventi inumani e inutili come il campo-prigione dell’Albania, costato 700 milioni ai cittadini italiani.

Sandro Campanini, capogruppo Pd