17 ottobre 1973: inizia la crisi energetica

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A partire dal 1973 l’Opec, l’Organizzazione dei paesi produttori ed esportatori di petrolio governata dalle nazioni arabe, decise di ridurre del 5% le esportazioni di petrolio greggio verso i paesi occidentali, per indurre i governi di questi ultimi ad esercitare pressioni su Israele al fine di costringerlo a ritirare le proprie truppe dai territori da poco occupati nella guerra dello Yom Kippur. Si trattava di un modo per cambiare il risultato del recente conflitto al di fuori del campo di battaglia.

Pur non avendo ottenuto nessun mutamento nella politica di Israele, diversi paesi capitanati dall’Arabia Saudita arriveranno a ridurre la produzione in modo ancora più drastico, fino ad imporre un embargo totale sul petrolio nei confronti degli Stati Uniti e dell’Olanda, aperti sostenitori del governo di Tel Aviv. La decisione dell’Opec causò una forte crisi energetica in Nord America ed in Europa, che portò al rialzo dei prezzi e a carenza e razionamenti di carburante. Per far fronte a tale situazione diversi governi dei paesi occidentali, compreso quello italiano, dovettero prendere provvedimenti tesi a ridurre in modo drastico il consumo di carburanti. Esperienze sintomatiche di quegli anni furono le cosiddette “domeniche in bicicletta” rimaste nei ricordi di milioni di Italiani. L’Opec ridusse ulteriormente la produzione altre volte nel corso degli anni ’70, e nel 1980 il prezzo del greggio arrivò ad essere 10 volte superiore a quello del 1973.

La risoluzione della guerra dello Yom Kippur porterà ad accordi di pace tra Israele e l’Egitto siglati nel 1979, in seguito ai quali l’esercito israeliano evacuerà il Sinai occupato – le ultime truppe saranno ritirate nel 1982. Non esiste tuttora nessun accordo di pace tra Israele e la Siria.

Alessandro Guardamagna

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