23 settembre 1943: nasce a Salò la Repubblica Sociale

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Dopo esser stato deposto nel Luglio del ‘43 in seguito ad una votazione del Gran Consiglio del Fascismo, Benito Mussolini, grazie al supporto degli alleati tedeschi, si insediava nuovamente come dittatore della piccola Repubblica di Salò nell’Italia settentrionale.

Dopo la sua deposizione Mussolini era stato trasferito in un hotel nel Gran Sasso per rimanervi agli arresti, finché il 12 Settembre 1943 non venne liberato in un audace raid condotto da un commando tedesco guidato dal colonnello delle SS Otto Skorzeny. Trasferito subito al quartier generale di Hitler sul fronte russo, Mussolini bramava di riprendere il potere.

Tuttavia l’alto comando tedesco, in cui molti lo consideravano ormai un incompetente, non aveva alcuna intenzione di permettergli di gestire autonomamente operazioni militari. Quindi, al fine di tenerlo buono e allo stesso tempo controllarlo, i Tedeschi gli affidarono formalmente una zona del nord Italia controllata in larga parte dalle divisioni del Reich. Qui, dal suo quartier generale sul Lago di Garda, Mussolini si accinse a creare una versione riformata del fascismo, in quella che verrà conosciuta come Repubblica di Salò o Repubblica Sociale Italiana e che durerà per poco più di un anno e mezzo, fino al temine delle ostilità nell’Aprile del 1945.

La nuova repubblica fascista, che ufficialmente nasceva dopo il Manifesto di Verona, era in realtà uno stato che si reggeva sulle armi tedesche e dove il potere era fattivamente esercitato dalle forze del Reich.

Mussolini, seppur formalmente era la guida della compagine politica di Salò, fu relegato ad un ruolo di secondo piano, a capo di uno stato di polizia in cui rifluirono per lo più amministratori corrotti e simpatizzanti nostalgici del regime che non si rendevano conto di come l’Italia e la Germania stessero de facto perdendo la guerra. Rimase molto attiva l’attività di reclutamento di Salò, le cui milizie erano spesso addestrate in Germania, e la propaganda anti-alleata, svolta per volontà di Mussolini fino alla fine del suo stato fantoccio.

Alessandro Guardamagna

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