INTERVISTA – Lorenzo Lavagetto (Pd): “Stiamo impostando il cambiamento della città, con alcuni risultati già ottenuti. Apprezzo l’equilibrio di Guerra”

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Lorenzo Lavagetto

Primarie, Bonaccini, il ruolo del Pd, cosa fatte e cosa da fare per la città, il rapporto con Michele Guerra… abbiamo intervistato il vicesindaco di Parma Lorenzo Lavagetto.

Come sei arrivato alla decisione di sostenere Bonaccini alle primarie del Pd di domenica prossima?

Ho fatto un ragionamento logico: sono iscritto al Pd fin dalla sua fondazione, nel 2011 ho iniziato il mio impegno come segretario di circolo, nel 2013 sono diventato segretario comunale, nel 2017 sono stato eletto in Consiglio comunale e nel 2022 ho partecipato alle elezioni comunali che mi hanno portato a essere oggi un membro della giunta. Il mio percorso è quello di un impegno coerente nella formazione politica che ho scelto, con tutti i limiti e i pregi. Una coerenza che ho dimostrato anche l’anno scorso quando ho deciso di anteporre a un possibile interesse personale quello della città, scegliendo di partecipare alla costruzione di un accordo che oggi, anche grazie al mio contributo, ci permette di governare la città. Credo che per il centrosinistra questo sia il messaggio più forte uscito da Parma negli ultimi 20 anni.

Il percorso di Elly Schlein, prevalentemente all’esterno del Pd, è stato molto diverso e, per quanto assolutamente legittimo, non mi sento di condividerlo.

Quello che invece condivido è l’idea di partecipazione alla vita del partito che Stefano Bonaccini ha sempre dimostrato, un’idea che unisce la concretezza alla volontà, davanti alla presenza di posizioni differenti, di restare dentro al Pd per costruire un percorso di confronto, servendolo anche al meglio dal punto di vista amministrativo.

Ho rispetto per questo tipo di attivismo, è quello in cui mi riconosco e per questo motivo Bonaccini non poteva che essere la mia scelta.

Per quanto riguarda il PD locale, con le elezioni del 2022 gli elettori hanno già espresso indicazioni molto nette su quella che dovrebbe essere la nuova classe dirigente e questo vale a prescindere da quello che sarà l’esito del congresso La sfida del Pd oggi è definire un progetto di società alternativo a quello del centrodestra; c’è un’esigenza non solo di rinnovamento della classe dirigente ma di rinnovamento nelle proposte politiche.

Auspico comunque che il congresso possa ricomporre una via unitaria, al di là dell’esito. Questo, almeno, è l’impegnò che personalmente prendo per Parma.



Sono passati sei mesi dall’insediamento della nuova Amministrazione cittadina. Che valutazioni esprimi a riguardo?

Innanzitutto devo dire che quello di amministratore è un lavoro faticoso e, per quel che mi riguarda, mi ha cambiato la vita. Mi sono messo al servizio della città e dell’Amministrazione cercando di parlare poco e lavorare al massimo.

La città ha grandi aspettative rispetto al lavoro che stiamo impostando. Ci sono le premesse per una stagione diversa anche se tutto richiede il suo tempo

Nel merito delle mie deleghe, al di là di aver trovato uffici comunali che funzionano in modo egregio, abbiamo avviato una nuova politica del personale, che è partita dalla ridefinizione della struttura interna secondo un modello che riteniamo possa essere più efficiente, per poi integrare 212 nuovi posti di lavoro, di cui 56 sono stabilizzazioni di precariato. Queste assunzioni rappresentano la sensibilità politica che contraddistingue il centrosinistra e il Pd; presuppongono una scelta politica forte, che punta sul lavoro e sui servizi al cittadino, tra cui la sicurezza, e tracciano una novità importante rispetto al passato.

Pur nelle ristrettezze di bilancio, poi, abbiamo scelto di non aumentare le tariffe nei servizi educativi, e di non toccare la soglia della addizionale IRPEF fissa a 12000 euro di reddito annuo.

Stiamo predisponendo politiche ambientali importanti, che stanno alla base del riconoscimento di Parma come città con obiettivo Carbon Neutral 2030.

Il nuovo patto sociale, poi, ridisegna il welfare locale tenendo conto dei bisogni emergenti. Abbiamo mantenuto la promessa di andare nei quartieri a incontrare i cittadini e questa iniziativa diventera’ una consuetudine.

Credo che il tempo ci darà ragione anche sulle opere pubbliche a cui stiamo lavorando. Per la cultura, infine, la città produce numerosissime iniziative. Vogliamo coinvolgere i quartieri, oltre che valorizzare le numerose istituzioni culturali, come i teatri, presenti in città.



In questi mesi hai conosciuto da vicino Michele Guerra. Che opinione ti sei fatto?

In questi mesi Michele Guerra e io abbiamo costruito un rapporto fondato su aspetti umani come la lealtà e la correttezza, prima ancora che sulle posizioni politiche. Questa è la base che ci permette di affrontare qualunque tema senza paura del confronto. Anche quando – raramente, a dire il vero – siamo partiti da posizioni diverse, siamo sempre riusciti a trovare punti di equilibrio, nell’interesse generale della città.

E voglio sottolineare che anche su temi delicati, Guerra ha saputo essere coerente con gli impegni assunti in campagna elettorale, senza mai rinunciare al confronto, tenendo il punto con fermezza.
Credo che impegnarsi per trovare punti di sintesi sia una qualità indispensabile per chi fa politica. Il grande equilibrio, I toni sempre consoni e la disponibilità condivisa con tutta la giunta all’ascolto sono, di per sé stessi, una risposta nuova ai problemi della città.

Andrea Marsiletti