INTERVISTA – Massimo Iotti: “Per le comunali 2022 servono idee e un’alleanza ampia. A Parma il Pd vive solo grazie all’attivismo del gruppo consiliare, tutto il resto non produce nulla”

"Sulla stazione Alta Velocità assisto a proclami e vaghi impegni a parole, ma nei fatti nulla. L’opzione merci per l'aeroporto di Parma è oggi molto lontana dall’essere risolutiva"

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Massimo Iotti, consigliere regionale Emilia Romagna

Intervista a Massimo Iotti, consigliere regionale, uno degli esponenti più importanti del Pd di Parma.

Partiamo subito con una domanda “scomoda”: sui giornali si legge di una possibile candidatura del Presidente Bonaccini alla segreteria nazionale del Pd alternativa a quella di Zingaretti. Tu che sei in Regione, capti qualcosa?

Vedo Stefano Bonaccini totalmente impegnato da Presidente a governare al meglio l’Emilia Romagna, una delle regioni motori del Paese anche in questa fase di pandemia. Uso parole sue quando dico che pensare adesso di congresso nel PD è come vivere su Marte. In questo momento la priorità è uscire dalla crisi covid e far ripartire lavoro ed economia. Da lì in poi si vedrà.

Credo interessi quasi nulla agli elettori un congresso su cui contarsi.
In ogni caso, se e quando Stefano Bonaccini deciderà di correre, sarò al suo fianco, con tutto il supporto possibile.

Sui temi della mobilità la Regione a Parma è impegnata su due questioni molto rilevanti: la stazione Alta Velocità e l’aeroporto. A che punto siamo?

Direi che siamo abbastanza fermi al palo, anche se la fase che viviamo è piuttosto complicata. Tutto dipenderà dal Recovery Fund e dal suo piano attuativo PNRR. Le risorse possono arrivare solo da lì.

Vedremo cosa decide il nuovo governo, e da lì nessuno è in grado di chiamarsi fuori.

Sulla stazione Alta Velocità assisto a proclami e vaghi impegni a parole, ma nei fatti nulla, nessuno studio o nessun progetto serio di fattibilità reale. Così non si porta a casa nulla. Occorrono 100 milioni di euro per ipotizzare un’infrastruttura potenzialmente competitiva in grado di creare un polo con Aeroporto e Fiera.

Sullo sviluppo dell’aeroporto l’attuale fase di pandemia globale ha cambiato tutto nel trasporto aereo, bisogna rimettere in discussione tutto. L’opzione merci è oggi molto lontana dall’essere risolutiva: le risorse ci sono ma serve ripensare tutto per il dopo crisi.

Come sta andando la vaccinazione in Emilia Romagna? Quando credi saremo tutti vaccinati?

Da lunedì aprirà il centro vaccinazioni di Moletolo. Tutto dipenderà da quanti vaccini saranno messi a disposizione. Ausl e Regione ER sono pronti ad accelerare: possiamo aumentare di 10 volte l’attuale andamento.
Tocca al governo nazionale in sede europea garantire le forniture di dosi.
Se ne esce solo vaccinando la popolazione. Un primo step importante sarà l’estate ma solo in ottobre potremo raggiungere almeno il 70% della popolazione regionale. Pesano le incertezze sulla varianti, ma qui la parola passa agli esperti.

Veniamo alle questioni più politiche cittadine. Come pensi il Pd debba approcciare le comunali del 2022?

Il PD a Parma vive solo dell’attivismo e dell’impegno concreto del gruppo consigliare in Comune. Gli organismi di partito, circoli-sezioni segreteria, la vecchia organizzazione del partito novecentesco non esistono più, non producono più nulla. Abbiamo un segretario cittadino, eletto da solo senza confronto quasi 4 anni fa, sorretto solo da una corrente politica interna, che guarda al passato. Il distacco dagli elettori è enorme.

Altra cosa è la base dei cittadini che alle elezioni regionali ha mostrato di esserci e di essere numericamente maggioranza in città dietro un progetto e una candidatura vincente come quella del presidente Bonaccini.

Cosa deve fare il PD di Parma?

Il contrario di quello che fa ora, cioè uscire assurdamente in pubblico con l’elenco delle poltrone di partito, come se possa interessare a qualcuno e proporsi solo per quelle future in Comune. Bisogna averle le idee per proporle a qualcuno altro.

C’è un altro PD, in consiglio comunale, che invece cerca la via per aprire il perimetro del consenso e delle relazioni andando direttamente a parlare con le persone, con la società attiva, con gruppi associazioni.

Pensare adesso ad alleanze precostituite significa non capire nulla di cosa sta accadendo. La crisi covid sta cambiando tutto, il dopo sarà la tabula rasa della politica, la trasversalità sarà enorme. Il consenso non si trova con il vecchio metodo delle segreterie dei tavoli ristretti e delle cene tra pochi o delle telefonate a Bologna. C’è un altro PD, ci sono altri che non si rassegnano ad accettare questi metodi che tornano fuori.

Quale percorso per il Pd?

Lavorare e studiare come cambieranno la nostra società e Parma da qui al 2022, per ora siamo in una fase transitoria di stasi. In questo momento vedo solo giochetti, piccole provocazioni inutili, strategie politiche che non portano a nulla. Le elezioni, più che su temi locali, si giocheranno su sanità, lavoro, nuova economia e ambiente.

Il 2022 sarà per forza una ripartenza in tutti i sensi, i dieci anni precedenti saranno da riscrivere da zero.

Il percorso dicevo: in questa ottica spaventa qualche candidato che già scalpita un confronto preliminare? Chi ha paura del confronto di solito perde. Io vorrei vedere un candidato di un’ampia coalizione che abbia il coraggio di unire tutti, non di rifugiarsi nei comodi accordi di tavolino. Gli elettori, davvero in modo trasversale, sceglieranno chi ha la forza e il potenziale per vincere, non chi si sottrae al confronto.

Esiste la possibilità che il Pd sostenga a candidato sindaco un assessore dell’attuale giunta Pizzarotti? O pensi che il modello sia quello dell’alleanza di Bonaccini, con il Pd a guidare con un esponente suo o di area?
Come detto il candidato deve essere vincente, non conta da che parte arrivi, tra poco le provenienze incideranno ben poco. Cosi come sondaggi o altro. Ne sono certo.

Io penso sia vincente il modello Bonaccini, che è una proposta di apertura massima di una coalizione senza escludere nessuno, anzi. Chi pensa di portare schemi nazionali sulla città farà solo danni. In Emilia Romagna ha vinto un perimetro aggregato, non le alleanze decise a tavolino due anni prima. Il modo peggiore di perdere sono i tentativi di esclusione operati della vecchia politica. Sono stato il primo in questa città a invitare al dialogo, in tempi non sospetti, in un confronto pubblico il presidente Bonaccini ed il sindaco Pizzarotti. Su questo tema nessuno mi può dire nulla. Ma la sfida sarà andare oltre. Nulla è scontato. Non può essere solo una partita a due, tutti devono mettersi in gioco ed in discussione.

Il candidato dovrà essere espressione di un percorso aperto e largamente condiviso in grado di rappresentare anche gruppi e associazioni, senza pregiudizi, senza veti, senza vantare meriti passati. Se non sarà cosi, il percorso sarà arduo e complicato.

Andrea Marsiletti