La cavalcata solitaria di Giampaolo Lavagetto, alla ricerca dell’onda perfetta (di Lorenzo Lasagna)

Caro Direttore,

Giampaolo Lavagetto è stato l’enfant-terrible del laboratorio civico ubaldiano.

Il suo alter-ego era Pietro Vignali (all’inizio li legava anche una certa somiglianza fisica, e i due venivano talvolta confusi tra loro). Del serissimo Vignali, Giampaolo era la versione solare, ironica, fanciullesca, tutte caratteristiche che non gli impedirono di affermarsi come uno tra i più capaci amministratori di quella compagine: se i servizi educativi della nostra città rappresentano una riconosciuta eccellenza, molto si deve al suo coraggio nel progettare e realizzare un mix tra soggetti pubblici e privati, modello avanzato che sulle prime indignò i difensori ad oltranza della gestione pubblica, ma che il tempo ha premiato.

Con Vignali sindaco l’amore non sbocciò mai, e un certo punto Giampaolo Lavagetto intraprese una lunga marcia nel deserto, conservando però l’appoggio dei suoi fedelissimi. Il suo percorso ha avuto alterne fortune, e pur senza mai far registrare vittorie risolutive, lo ha condotto alla presente tornata elettorale con un’intatta (e forse insospettata) capacità combattiva.

Giampaolo Lavagetto, evidentemente, non ama le strade facili. Parlando con lui nei mesi scorsi, da tattico prudente quale sono, gli avevo sconsigliato avventure solitarie. C’erano almeno tre liste che lo avrebbero accolto a braccia aperte, e nelle quali il suo bacino di consensi sarebbe stato garanzia di una larga affermazione. Gli suggerii quella strada.


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Sappiamo com’è andata a finire. A Lavagetto non mancano né il coraggio personale, né una vena di istintiva provocazione, né la voglia di divertirsi (che nella politica 3.0 sembra una cosa per cui provare vergogna): è chiaro che il suo obiettivo non è strappare a tutti i costi un seggio un consiglio, ma calcare la scena da protagonista e dire ciò pensa, a modo suo, senza condizionamenti né ingerenze.

I sondaggi mostrano che il quorum non è lontano, ma non può nemmeno essere dato per certo. Forse è proprio ciò che lui voleva: un traguardo complicato, drammatico, che esaltasse la sua voglia di lottare.

Ecco, nella sua clip elettorale Lavagetto mi ha ricordato il Matt Johnson della scena finale di Un mercoledì da leoni, quando torna sulla spiaggia in cerca dell’ultima onda: un po’ finale di carriera, un po’ azzardo, un po’ consacrazione. Giampaolo si è comunque guadagnato il diritto a salire su quella tavola, e noi saremo tra quelli che dalla riva l’osserveranno curiosi…

Un saluto

Lorenzo Lasagna

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