Pizzarotti ci riprova a fare il salto nazionale.
Dopo la brevissima parentesi nel Terzo Polo, ha annunciato la sua candidatura a segretario di Più Europa.
Non vedo differenze profonde, e tantomeno incompatibili, tra i due citati partiti, al punto che c’è da scommettere sulla loro prossima alleanza, anzi, è noto che l’accordo di Più Europa con Renzi e Calenda sia una tesi congressuale.
Pizzarotti ci riprova, rimanendo alla fine nello stesso ambito politico.
Chiude quindi i due tentativi fotocopia di fondare in autonomia un partito nazionale, che si chiamasse “Italia in Comune” o “Lista civica nazionale” conta poco, considerata la velleità di entrambe le operazioni. Forse anche la presunzione.
Pizzarotti torna nel partito che più lo rappresenta e nelle cui liste si era già candidato alle ultime elezioni europee. Già, perchè, se ci riflettiamo, Più Europa è proprio il partito di Pizzarotti che nei suoi anni da sindaco si è molto caratterizzato sui diritti civili. Più Europa è casa sua, più che il centro renzian-calendiano con quelle venature post democristiane.
Non ho idea se Pizzarotti vincerà o perderà il congresso non conoscendo nè i rapporti di forza nè le dinamiche politiche e personalisiche dentro quel partito, ma dico che ci sta che ci provi.
Se ci riuscisse farebbe bingo ritrovandosi d-emblee sui tavoli politici nazionali con un ruolo da protagonista.
Se perdesse per lui cambierebbe poco, e continuerà a dedicarsi alla coltivazione dei suoi campi e al bed & breakfast di Casola, al suo autentico amore per la montagna… e poi, chissà, candidandosi nel 2024 a sindaco di Terenzo.
Visti i risultati degli ultimi anni, sistematicamente fallimentari, un cambiamento dentro Più Europa non potrebbe che essere positivo. Un profilo amministrativo e televisivo come quello di Pizzarotti sarebbe utile a quel partito. Pur logorato da più di un passo falso compiuto in questi anni, il suo rimane un profilo “giovane”, a maggior ragione se paragonato alle cariatidi che da sempre hanno guidato Più Europa.
Ben venga quindi la candidatura di Pizzarotti in questo campo.
Che sia davvero l’ultimo, però, eh?