Prima di analizzare la giornata spendiamo poche righe per ricordare Paolo Rossi. In questo annus horribilis che ha visto la pandemia mangiare decine di migliaia di connazionali e la morte di Diego Armando Maradona ha anche inghiottito il giocatore che ha fatto sognare una nazione intera.
Pablito non c’è più.
Chi nel quadriennio 1978-1982 aveva l’età giusta per potere vedere le partite in TV non può non avere versato una lacrima per la morte della punta nazionale.
Anno 1978 l’Italia gioca un calcio che fa sognare e la replica arriva nel 1982.
Che estate ragazzi!
Tutti ricordano con aneddoti personali quel periodo e quelle partite con malcelata malinconia. C’erano i primi televisori a colori, ma soprattutto quella nazionale se non la più forte, è stata quella che ha fatto godere più di tutte. Forse sono righe dettate dall’emozione di chi aveva gli anni giusti per commuoversi e tifare. Paolo Rossi è stato l’uomo che, re Mida del pallone, ha trasformato quel campionato da scialbo a vincente.
In seguito ha vinto tutto anche con la Juve ma al netto dell’appartenenza dei tifosi tutti gli italiani ricorderanno per sempre l’eroe di Spagna ’82. Intorno a lui in un duomo freddo della sua città di adozione, Vicenza, c’erano gli amici di una vita compresi quelli che facevano parte di una squadra che si recitava come in una filastrocca: Zoff, Gentile, Cabrini, Morini, Collovati, Scirea, Conti, Tardelli, Rossi, Antognoni, Graziani.
Addio Paolo.
Asciughiamo le lacrime e passiamo alle questioni più contingenti.
Che questo campionato sarebbe stato diverso dai precedenti era chiaro da subito.
Ma in cosa sta dimostrando la sua stranezza?
Primo: Il numero compresso di partite favorisce le grandi che hanno possibilità di fare un turn-over con maggior qualità.
Secondo: Il numero di giocatori di qualità che le grandi possono pescare dalla panchina per dare un cambio di passo alla squadra.
Esempi clamorosi ne abbiamo avuti proprio nel corso di questo turno.
L’Inter che rimonta una partita stregata a Cagliari, segnerà tra gli altri D’Ambrosio entrato da pochissimo.
Il Napoli che perde contro la Samp e dal primo del secondo tempo fa entrare Petagna e Lozano che capovolgeranno il risultato. Infine, la Juve che vince solo nel finale quando le forze del fortino Genoa sono ormai agli sgoccioli.
E sì perché ormai tutte le squadre hanno alzato i ritmi e azzannano gli avversari sin dall’area avversaria, ma un conto è reggere un’ora e avere cambi inferiori ai titolari altro dare il cinque a un compagno che gioca in qualche nazionale di prim’ordine.
È un campionato che rispecchia un mucchio selvaggio dove anche il Milan nonostante la rimonta, (anche qui!) del doppio svantaggio contro il Parma la riacciuffa quando sta per suonare il gong.
Solo la Lazio tra le grandi lascia tutti i punti al solito Verona che gioca fuori casa come nel suo campo. Sarà che il fattore campo con gli stadi vuoti si è affievolito, sarà che Juric è un signor allenatore ma alla fine il Verona si trova più in alto di quanto si prospetta ogni inizio anno.
Oggi il sorteggio di coppa ha assegnato alla Juve il Porto, alla Lazio è toccato il campione d’Europa Bayern, e all’Atalanta il Real Madrid. Poteva andare meglio.
Domani tornerà il campionato segnaliamo: Juventus Atalanta, Parma Cagliari e soprattutto Inter Napoli.
Alla Prossima,
Gianni Bandiera