Femminicidi: ricordare Virgi perché non accada mai più

Assaggiami_nov24

24/04/2014
h.13.20

E’ un giorno in cui al Liceo “Ulivi” di Parma tutti sono mobilitati. Sono passati otto anni dal femminicidio di Virgi – Virginia Fereoli – e le ragazze e i ragazzi che frequentano ora la sua stessa scuola erano alle medie quando accadde quella tragedia.
Oggi, in una mattinata dedicata a fare e ragionare della violenza contro le donne, si sono scelti i compiti da svolgere. C’è chi lavora al muro esterno della scuola superiore di Parma per ripristinare la scritta che vi apposero i compagni di classe della 17enne uccisa. Danno nuovo colore alle lettere della frase “Ci sono cose che neanche la polvere del tempo potrà mai cancellare, e una di queste sei tu Virgi”. Lì fuori, insieme a loro, con Marco Ludergnani rappresentante di istituto e Antonella Paolillo, vicaria del dirigente scolastico, c’è anche il padre di Virginia, Achille Fereoli. Sta “difficilmente bene” come lui stesso dice rispondendo a una domanda. Sottolinea anche la capacità dei ragazzi di “essere consapevoli di un problema così enorme”.
Un altro gruppo di studenti lavora nel piccolo giardino, sul lato della scuola, per renderlo perenne, come qui tutti vogliono sia la memoria di quello che è successo. Risistemano il muro scrostato, piantano rosmarino timo e lavanda accanto ai cespugli di salvia e menta. Creeranno un sentiero, spiega Gaia Betti, studentessa, che porterà ad una V disegnata con fiori. L’idea è anche quella di mettere una targa “perché tutti sappiano il senso di questo giardino” dice. Intanto dentro ci sono ragazze e ragazzi che stanno seguendo i tre film in proiezione continua: Miss Violence, Un giorno perfetto e La bestia nel cuore. Altri sono in classe che discutono con Samuela Frigeri del lavoro che la Provincia ha condotto con il centro antiviolenza nelle scuole “per creare una generazione con una nuova cultura delle relazioni e per far conoscere il fenomeno della violenza contro le donne” spiega la presidente del centro antiviolenza di Parma. E’ a queste ragazze e ragazzi seduti in cerchio insieme a rappresentati delle Forze dell’ordine e della Polizia municipale, che Marcella Saccani si rivolge per lanciare la sua proposta.
“Questa scuola deve diventare capofila di un movimento di giovani, testimoni permanenti di un impegno contro la violenza sulle donne, nel nome di Virginia e di tutte le donne morte e di quelle che tutti i giorni subiscono violenza. Voi – ha detto l’assessore provinciale alle Pari Opportunità – potete rappresentare in questa città il simbolo di un impegno. Oggi lo avete fatto mostrando su questo tema, che è un tema del mondo, una condizione sociale dentro cui viviamo tutti, una attenzione a 360gradi. Ci avete detto che è importante una scritta, un giardino, un film, il confronto. Di questo vi dico grazie. E’ questa la grande bellezza: sensibilità, impegno e ricerca”.
Alla fine della mattinata su due lenzuola che poi saranno esposte ciascuno studente scriverà una propria frase, l’esito di una esperienza collettiva e , spiegano i promotori, “perché sia chiaro dove si schiera l’Ulivi su questa questione”.

Femminicidi: ricordare Virgi perché non accada mai più

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24/04/2014
h.13.20

E’ un giorno in cui al Liceo “Ulivi” di Parma tutti sono mobilitati. Sono passati otto anni dal femminicidio di Virgi – Virginia Fereoli – e le ragazze e i ragazzi che frequentano ora la sua stessa scuola erano alle medie quando accadde quella tragedia.
Oggi, in una mattinata dedicata a fare e ragionare della violenza contro le donne, si sono scelti i compiti da svolgere. C’è chi lavora al muro esterno della scuola superiore di Parma per ripristinare la scritta che vi apposero i compagni di classe della 17enne uccisa. Danno nuovo colore alle lettere della frase “Ci sono cose che neanche la polvere del tempo potrà mai cancellare, e una di queste sei tu Virgi”. Lì fuori, insieme a loro, con Marco Ludergnani rappresentante di istituto e Antonella Paolillo, vicaria del dirigente scolastico, c’è anche il padre di Virginia, Achille Fereoli. Sta “difficilmente bene” come lui stesso dice rispondendo a una domanda. Sottolinea anche la capacità dei ragazzi di “essere consapevoli di un problema così enorme”.
Un altro gruppo di studenti lavora nel piccolo giardino, sul lato della scuola, per renderlo perenne, come qui tutti vogliono sia la memoria di quello che è successo. Risistemano il muro scrostato, piantano rosmarino timo e lavanda accanto ai cespugli di salvia e menta. Creeranno un sentiero, spiega Gaia Betti, studentessa, che porterà ad una V disegnata con fiori. L’idea è anche quella di mettere una targa “perché tutti sappiano il senso di questo giardino” dice. Intanto dentro ci sono ragazze e ragazzi che stanno seguendo i tre film in proiezione continua: Miss Violence, Un giorno perfetto e La bestia nel cuore. Altri sono in classe che discutono con Samuela Frigeri del lavoro che la Provincia ha condotto con il centro antiviolenza nelle scuole “per creare una generazione con una nuova cultura delle relazioni e per far conoscere il fenomeno della violenza contro le donne” spiega la presidente del centro antiviolenza di Parma. E’ a queste ragazze e ragazzi seduti in cerchio insieme a rappresentati delle Forze dell’ordine e della Polizia municipale, che Marcella Saccani si rivolge per lanciare la sua proposta.
“Questa scuola deve diventare capofila di un movimento di giovani, testimoni permanenti di un impegno contro la violenza sulle donne, nel nome di Virginia e di tutte le donne morte e di quelle che tutti i giorni subiscono violenza. Voi – ha detto l’assessore provinciale alle Pari Opportunità – potete rappresentare in questa città il simbolo di un impegno. Oggi lo avete fatto mostrando su questo tema, che è un tema del mondo, una condizione sociale dentro cui viviamo tutti, una attenzione a 360gradi. Ci avete detto che è importante una scritta, un giardino, un film, il confronto. Di questo vi dico grazie. E’ questa la grande bellezza: sensibilità, impegno e ricerca”.
Alla fine della mattinata su due lenzuola che poi saranno esposte ciascuno studente scriverà una propria frase, l’esito di una esperienza collettiva e , spiegano i promotori, “perché sia chiaro dove si schiera l’Ulivi su questa questione”.