Nel tardo pomeriggio del 29 giugno 2020 si consumava un brutale omicidio in località Setterone del comune di Bedonia, alle pendici del Monte Penna.
Infatti alle ore 20:00 giungeva una telefonata alla Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Borgo Val di Taro, tramite il numero di emergenza 112, nella quale veniva segnalato un uomo riverso a terra in un lago di sangue sulla strada comunale del piccolo centro abitato di montagna.
Immediatamente si inviava sul posto la pattuglia Radiomobile dell’Arma, in servizio di pronto intervento, unitamente ad un’ambulanza del 118 della Croce Rossa di Bedonia.
I militari, arrivati dopo pochi minuti, rinvenivano un uomo con il cranio fracassato sicuramente da un corpo contundente. I soccorsi dei militi della Croce Rossa di Bedonia risultavano vani in quanto la vittima (G.L., classe 1950) era già morta.
I Carabinieri di Borgotaro iniziavano le immediate indagini di polizia giudiziaria, volte alla ricerca sia del presunto omicida che dell’arma del delitto, avvisando la Procura della Repubblica di Parma.
I militari, divisi in varie squadre operative, provvedevano ad effettuare i rilievi sulla scena del crimine, a ricercare l’arma del delitto e l’autore di questo delitto.
I rilievi, compiuti dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Parma, permettevano nell’immediatezza di appurare che l’insano gesto era stato commesso attraverso un corpo contundente di grosse dimensioni.
Le ricerche dell’arma del delitto, rese complicate dalla fitta vegetazione, dalla presenza di un torrente nell’immediate vicinanze del cadavere e dall’imminente oscurità, risultavano fruttuose tanto che, grazie all’intuito investigativo dei Carabinieri, era possibile recuperare l’arma del delitto sul fondo del fiume. Nonostante lo scorrere dell’acqua fluviale, le tracce erano ancora impresse; le stesse saranno comunque esaminate dal Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Parma.
Data la convergenza delle testimonianze raccolte e dei rilievi scientifici effettuati sulla scena del crimine i sospetti si concentravano sul vicino di casa della vittima.
I Carabinieri, così, equipaggiati con giubbotti anti proiettile e circondata l’abitazione, decidevano di farvi irruzione, fermando il sospettato che, data la rapidità dell’intervento, non aveva il tempo di opporre resistenza.
Anche all’interno dell’abitazione i militari dell’Arma effettuavano i rilievi scientifici trovando tracce di sangue da proiezione su alcuni indumenti.
Il soggetto veniva pertanto messo a disposizione del Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Parma che –quale magistrato di servizio esterno- giungeva sul posto ed assumeva la direzione delle indagini.
Sul posto giungeva anche il medico legale che confermava l’ipotesi dei Carabinieri e la compatibilità tra l’arma del delitto recuperata nel fondo del fiume e le lesioni al cranio della vittima.
Ormai a notte inoltrata, nella Caserma del Comando Compagnia di Borgotaro, il Pubblico Ministero procedeva all’interrogatorio dell’indagato (M.S., classe 1957) alla presenza del suo difensore; al termine di tale atto di indagine, raccolta la piena ammissione dei fatti da parte dell’indagato, stante il concreto pericolo di fuga, il Pubblico Ministero adottava un provvedimento di fermo di indiziato di delitto nei confronti del predetto, disponendone la traduzione nel carcere di Parma, dove rimarrà a disposizione del Giudice per le indagini preliminari ai fini della convalida del provvedimento di fermo
Parma, 30.06.2020
IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA
dott. Alfonso D’Avino