Comandante Maddalena (di Andrea Marsiletti)

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VERSO IL NATALE: RIFLESSIONI SU MARIA MADDALENA – Maria Maddalena è stata la prima persona alla quale è apparso Gesù risorto, è l’apostola degli apostoli, la prima missionaria ad annunciare l’evento più grandioso della storia, la resurrezione di Cristo, e la stessa religione cristiana, per i vangeli apocrifi è la preferita del Signore, colei a cui rivela i segreti più profondi (leggi “Gesù bacia Maria Maddalena sulla bocca”… ma è un bacio gnostico, non carnale)… ma per secoli la Chiesa l’ha bollata come una prostituta da calunniare, da nascondere, da rimuovere e l’ha dipinta sui muri con gli sguardi ammiccanti e sensuali della peccatrice dai capelli lunghi (leggi: La santa calunniata, la prima apostola: Maria Maddalena)

Fu nel 591 d.c. che Papa Gregorio Magno, in un suo sermone, dichiarò ufficialmente la figura di Maria Maddalena come la prostituta redenta, un accostamento che non trova nessun collegamento testuale tanto nei Vangeli canonici quanto in quelli apocrifi. Il Concilio di Trento del 1545 completò l’opera e vietò la rappresentazione della Maddalena nei dipinti, se non come penitente.

E’ questa la reputazione della Maddalena che la Chiesa ha tramandato nei secoli.

La storia la scrivono i vincitori e chi detiene il potere, a loro piacimento, è sempre stato così. “Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato” scriveva George Orwell sintetizzando perfettamente il tremendo processo di costrizione mnemonica, di rimozione, mutazione e invenzione della realtà.

La società patriarcale e maschilista come quella dei primi secoli, nella quale la testimonianza di una donna non aveva neppure validità nei processi, non poteva accettare che Gesù avesse scelto una proprio una donna per annunciare al mondo la sua resurrezione. Le donne, in quanto tali, non potevano neppure salvarsi. Erano troppo inferiori. Per farlo dovevano trasformarsi in un uomo (leggi: La misoginia trasforma Maria Maddalena in un maschio).



La figura di Maria Maddalena è la più rivoluzionaria della storia dell’umanità.

Una rivoluzione mancata.

Il termine rivoluzione (dal latino revolutio -onis, “rivolgimento”, derivato dal verbo revolvĕre “rovesciare”) altro non significa che un cambiamento radicale nelle strutture sociali costituite, lo sconvolgimento dei rapporti di forza, del modo di pensare, dei costumi e delle abitudini.

Riconoscere il ruolo preminente nella religione cristiana di una donna, voleva dire mettere in discussione l’intera struttura maschilista della società e della Chiesa, le sue fondamenta, le sue gerarchie, la sua organizzazione.

Riconoscere la Maddalena significava riconoscere la donna.

La Maddalena avrebbe fatto saltare tutto per aria.

Lei non si rassegna alla morte di Gesù, si reca sul suo sepolcro per cercarlo, continua a combattere. Non ha paura, mentre gli apostoli si nascondono, segue il Signore lungo il calvario, mentre Pietro lo rinnega per tre volte, lei è sotto la croce. E’ l’unica presente in tutti i momenti fondamentali della vita del Salvatore: alla predicazione, alla morte, alla resurrezione.

Maria Maddalena è la figura femminile per eccellenza; per i primi cristiani gnostici rappresentava l’eone femminile emanazione della divinità a complemento di Gesù (leggi: Il cristianesimo gnostico eleva Maria Maddalena a emanazione divina, al pari di Gesù). In questa visione gnostica si può parlare della Maddalena come della dea dimenticata della cristianità.

Lei, vittima del maschilismo, è il simbolo del riscatto delle donne.

Papa Francesco ha elevato la giornata del ricordo di Maria Maddalena (22 luglio) al grado di Festa, al pari del Natale, della Pasqua, dell’Immacolata concezione, della Pentecoste.

Un passo in avanti enorme.

Ma tanto rimane da fare.

Anche dentro la Chiesa cattolica.

Andrea Marsiletti

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