Parma è una città strana.
Per cinque anni il tema dell’aeroporto di Parma è stato di gran lunga il più dibattuto in città, l’unico argomento delle ultime comunali, ha prodotto manifestazioni e spaccato maggioranze e minoranze, portato sul baratro di crisi di governo, con un Comitato No Cargo che ha fatto la star, contrastando, determinando, imponendo, poi ancora contrastando.
E’ stata anche una lotta di classe e di gufi contro l’Unione Parmense degli Industriali.
La politica non ha parlato che di cargo, passeggeri, consumo di suolo, allungamento della pista, promesse elettorali.
Ma appena è arrivata l’agognata notizia che, dopo mesi e mesi di trattative, è stato raggiunto l’accordo per la cessione del 51% delle quote ai canadesi di Centerline Airport che è diventato il nuovo socio di maggioranza di Sogeap per 7,7 milioni di euro, sull’intera vicenda è caduto un inspiegabile silenzio.
E pensare che quello è stato il primo passo verso ciò che tutti dichiaravano una delle priorità strategiche della città (perchè tale è): lo sviluppo passeggeri del Verdi.
† Gesù, è inutile che torni sulla terra nella parusia, non ti riconosceremmo (di Andrea Marsiletti)
Di solito c’è la corsa a salire sul carro del vincitore, c’è da dire che non è stato questo il caso.
Silenzio del sindaco Michele Guerra che è riuscito a dirottare un aeroporto già predestinato ai cargo in uno a vocazione passeggeri, accettando uno scontro senza precedenti con i poteri della città.
Silenzio della minoranza il cui voto sull’allungamento della pista è stato decisivo per l’esito finale.
Silenzio da parte del Comitato senza il cui attivismo oggi il Verdi sarebbe un polo cargo del nord Italia, che si è meritato una targa nella futura sala d’aspetto del Verdi con scritto: “Se sei qui ad aspettare per volare verso le capitali europee ricordati il sacrificio delle due eroine Annalisa Andreetti e Alice Atzeni.”
Silenzio da parte dell’Unione Parmense degli Industriali che per più di un decennio si è svenata fino al rischio della vita per tenere aperta questa opportunità per il territorio. L’Upi non ha fatto la solita stucchevole filantropia pubblicitaria dei padroni, ha compiuto, a mio giudizio, l’atto più meritorio e comunitario dalla sua costituzione.
Davvero non comprendo tutta questa reticenza.
Un po’ mi preoccupa, perchè forse mi manca qualche elemento.
Vedremo se questo silenzio perdurerà se si realizzasse l’indiscrezione (non confermata) che, grazie ai canadesi, nei prossimi mesi potrebbe sbarcare al Verdi il volo Parma-Parigi.
Chissà se il collegamento tra la “Petit Paris” e Paris non saprà risvegliare nel parmigiano medio e nelle sigle del Sistema Parma la grandeur parmigiana.
Andrea Marsiletti