INTERVISTA – Aurora Vicini, grande talento nocetano del salto in alto italiano: nel 2020 un balzo di 1,76 metri

Aurora Vicini 15 anni, 1,85 m di altezza, ha iniziato tardi a praticare il salto in alto, ma in poco tempo ha raggiunto risultati sorprendenti, dimostrando grande talento. Tanto che è reduce da una importante conquista: la medaglia d’argento ai campionati italiani allievi e nel suo palmares ci sono anche due titoli italiani cadetti nel 2019 e nel 2020. Lo scorso anno poi ha messo a segno un gran salto: 1,76. Aurora, saltatrice del Cus Parma è di Noceto e studia al liceo linguistico Marconi, sezione Esabac.

Come ti sei avvicinata all’atletica e in particolare al salto in alto?

Mia mamma quando aveva la mia età praticava salto in alto e lancio del disco, ma in generale l’atletica mi ha sempre affascinato, sin da piccola. Alle medie quando provavamo salto in alto e in lungo mi divertivo tantissimo e poi ero abbastanza brava. La pista di atletica mi ha sempre attratto, tanto da fermarmi a guardarla se ci passavo davanti. Solo che non ho potuto praticare il salto in alto fino a poco tempo fa, perché abitando fuori città era un problema spostarmi per gli allenamenti. Così ho aspettato la terza media, quando sono stata abbastanza indipendente per muovermi in autobus ho iniziato. Anche mio padre e mio nonno mi hanno aiutato negli spostamenti, anche se il nonno cerco di coinvolgerlo il meno possibile in questo periodo a causa del Covid.

A proposito delle restrizioni dovute alla pandemia come stai affrontando questo ultimo anno e lo sport ti aiuta?

Lo sport è l’unico momento in cui posso incontrare gli amici, escludendo la scuola fino a che è stata in presenza. È una valvola di sfogo, perché mi diverto tanto quando mi alleno.

È una vita di grandi sacrifici tra scuola e allenamenti soprattutto per te che non abiti in città, come l’affronti?

Eh sì è dura. Però oltre alla mia famiglia vorrei approfittare per ringraziare i miei allenatori Renato Conte e Valter Cino che mi hanno dato sempre un grande sostegno e un aiuto concreto venendomi incontro con le diverse possibilità di orario degli allenamenti, proprio perché non abito in città. E poi mi aiutano costantemente sugli aspetti tecnici, sempre attenti a ogni minimo dettaglio.

In molti sono convinti che l’atletica sia uno sport individuale, tu cosa ne pensi?

Io non la vedo così. Poi basta pensare alle staffette sono discipline a quattro, ma allargando lo sguardo, guardiamo al Cus Parma: io ho molte amiche non solo nella mia disciplina. Prima di ogni gara durante il riscaldamento ci incoraggiamo, ci diamo una mano, ci sosteniamo, appena finito la competizione andiamo a congratularci, si siamo molto uniti, siamo una squadra.

Quanto conta l’altezza nel salto in alto?

È un bell’aiuto fino a certe misure, ma anche la troppa altezza potrebbe svantaggiare sotto alcuni punti di vista, per esempio può provocare il mal di schiena, infatti sono sempre in contatto con il fisioterapista.

Cosa pensi quando stai per affrontare il salto in gara? Come ti concentri?

Cerco di cacciare via tutti i pensieri e concentrarmi sul ritmo della rincorsa, sulla velocità che cresce fino allo stacco. E a tutti i piccoli dettagli a cui devo prestare attenzione: la posizione dello stacco, il volo e la velocità. Cerco di liberare completamente la testa e caricarmi da sola…

Non deve essere facile…
Sì infatti non sempre ci riesco, mi è capitato qualche volta di fare qualche salto non troppo concentrata. Questo è uno sport in cui la tecnica è importantissima, ma conta tanto anche la testa. E sono diversi i fattori che condizionano, dal clima a se ti piace una pista o no. A me per esempio influenza molto anche da che parte sono posizionati i giudici…

Immagino allora che avrai delle scaramanzie…
Sì sì, diverse…

Pensando al salto in alto mi viene in mente Sara Simeoni, medaglia d’oro alle olimpiadi di Mosca del 1980, tu hai delle atlete a cui ti ispiri, dei modelli?

Sicuramente la Simeoni perché è una delle più grandi altiste mai esistite e poi anche Alessia Trost e l’ucraina Julija Levčenko. Hanno ottenuto risultati importanti, ma più che altro ammiro molto la loro tenacia. Per esempio la Trost quest’anno ha provato a riavvicinarsi a certi risultati e c’è anche riuscita. Ammiro la passione che continuano ad avere e la gioia che hanno nel saltare.

Qual è il tuo sogno più grande?

Sognando proprio in grande direi le olimpiadi, come probabilmente tutti gli atleti, ma per il momento, nel concreto punto agli europei under 18 che ci saranno a Rieti quest’anno. Per entrare dovrei però rifare la misura che ho fatto nel settembre 2020: 1,76 m. Solo che in questo periodo stiamo provando nuove rincorse, sistemando diverse cose ed è difficile ottenere subito dei risultati. Spero però di avere l’opportunità di qualificarmi.

Sei soddisfatta dell’argento appena conquistato o potevi ambire al gradino più alto del podio?

Sì, non ero certa del traguardo perché in questo periodo come dicevo prima stiamo affrontando diversi cambiamenti, anche a livello fisico. All’inizio non sono andata benissimo ho avuto un crollo di misure, quindi anche se potevo fare di più come risultato personale, sono soddisfatta. E poi conosco la ragazza che è arrivata prima, siamo amiche e l’oro se l’è proprio meritato, sono fiera di lei!

E per il tuo futuro, oltre allo sport, pensi di continuare a studiare?

Al momento vivo giorno per giorno anche perché ho molti impegni fra scuola e sport, non ho ancora deciso con certezza, ma penso di iscrivermi a lingue.

Che passioni o hobby hai oltre al salto in alto? Anche se mi pare che di tempo libero non te ne rimanga molto…

Mi piace la fotografia, giocare ai videogiochi con gli amici, leggere o ascoltare musica, fra i miei artisti preferiti ci sono i Queen, e Conan Gray, pensando ai libri ne ho letto uno recentemente che mi è piaciuto tantissimo è l’autobiografia di Sara Simeoni…

Tatiana Cogo

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