La raccolta del pomodoro in campo e la successiva trasformazione in prodotto finito in stabilimento procedono a ritmi sostenuti. È entrata nella fase decisiva la lavorazione del pomodoro da industria nel Nord Italia.
La campagna del pomodoro, iniziata il 18 luglio, ha visto raccogliere sino ad oggi circa il 45% del prodotto. Alla data del 21 agosto – ultimo aggiornamento elaborato dall’Organizzazione Interprofessionale Pomodoro da Industria del Nord Italia – si è registrata la consegna di circa 1.124.000 tonnellate di materia prima da parte delle Organizzazioni di produttori, associate all’Oi, alle imprese di trasformazione.
Sino ad oggi è emersa un’alta qualità del prodotto considerato che il brix medio, ossia il grado zuccherino del pomodoro, è pari a 5,02 rispetto ad una media degli ultimi cinque anni di 4,91. Allo stato attuale sono terminate le consegne riguardanti la produzione speciale di pomodorino, mentre in chiave generale, per il rispetto degli obiettivi produttivi 2016, fondamentale sarà l’andamento climatico nelle prossime settimane durante le quali è in programma la raccolta e trasformazione della quota restante di pomodoro.
Di tutti questi temi si è parlato con l’assessore regionale all’Agricoltura dell’Emilia Romagna Simona Caselli che ha incontrato tutti gli operatori della filiera – agricoltori, rappresentati delle Organizzazioni di produttori e trasformatori – compiendo una visita negli stabilimenti di Emiliana Conserve a Busseto (Parma) e Greci di Ravadese (Parma) del gruppo Fini dando seguito ad una consolidata consuetudine, iniziata nel 2011, che ogni anno porta l’assessore regionale a visitare le realtà produttive del territorio emiliano-romagnolo dove, su una superficie di circa 26mila ettari, si concentra la maggior parte della produzione del pomodoro da industria del Nord Italia.
“Ogni anno accogliamo con favore la visita dell’assessore – ha dichiarato il vicepresidente vicario dell’OI Rossella Martelli -. Per la nostra filiera è importante mantenere un dialogo diretto con le istituzioni che operano sul nostro territorio e in particolare con la regione Emilia Romagna nella quale si concentrano circa il 70% degli ettari coltivati a pomodoro da industria dell’intero Nord Italia. La Regione Emilia-Romagna ha sempre creduto fortemente nell’importanza dell’organizzazione di filiera e ha fornito gli strumenti legislativi per la nascita dell’organizzazione interprofessionale che è l’organismo definito e voluto dalle politiche europee per garantire la competitività delle filiere”.
“Per affrontare la concorrenza internazionale sempre più agguerrita – ha dichiarato l’assessore Caselli – bisogna insistere su ricerca, innovazione di prodotto e rafforzamento dell’organizzazione della filiera. In un mercato sempre più globalizzato si deve competere puntando sulla qualità e sulla fascia alta del mercato, intensificando gli sforzi sul versante della ricerca varietale e dell’innovazione di prodotto. Solo così possiamo difendere il valore delle nostre produzioni e incrementare il reddito dei produttori. Altrettanto importante è continuare a lavorare sul rafforzamento della filiera: sui mercati internazionali non si può andare in ordine sparso, ma bisogna organizzarsi e darsi strategie mirate come si sta facendo in questo territorio”.
Nel corso dell’incontro con l’OI l’assessore Caselli ha inoltre annunciato l’intenzione di portare al più presto le esigenze del settore sui tavoli dell’Areflh, l’associazione delle regioni ortofrutticole europee di cui è stata eletta presidente pochi mesi fa.