Roberti e Massari: “Manca il piano di zonizzazione acustica del Verdi di Parma, ma il sindaco non risponde”

Nel corso del consiglio comunale del 25 ottobre u.s. il sindaco Federico Pizzarotti ha risposto ad una nostra interrogazione consigliare, relativa alla mancanza del Piano di zonizzazione acustica dell’aeroporto Giuseppe Verdi.

Le argomentazioni del sindaco purtroppo dimostrano sia da parte sua che da parte degli uffici preposti una assai scarsa conoscenza delle normative e della documentazione indispensabile per infrastrutture impattanti come le aerostazioni.

Infatti i quesiti posti da noi consiglieri riguardavano un documento preciso, il Piano di Zonizzazione acustica, di cui il Comune di Parma è sprovvisto dal 1997 nonostante lo scalo abbia continuato a funzionare. Per ogni aeroporto aperto al traffico civile, è prevista la costituzione di una Commissione Aeroportuale presieduta dal Direttore Aeroportuale e composta da un solo rappresentante per ognuno dei seguenti soggetti: – regione; – provincia; – comuni interessati (un rappresentante per ognuno dei comuni compresi nell’intorno aeroportuale); – ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente); – fornitore dei servizi della navigazione aerea – vettori aerei (un rappresentante designato dall’Associazione AOC)I; – società di gestione aeroportuale; – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (D.M. 20 maggio 1999 art. 8 comma 5).

Ciò non ha nulla a che vedere con le previsioni di inquinamento acustico contenute nel Masterplan presentato da Sogeap per la richiesta di VIA relativa all’ampliamento dell’aeroporto e alla sua trasformazione in aeroporto cargo. Il Piano di Zonizzazione acustica di cui chiedevamo conto all’amministrazione riguarda infatti la situazione attuale dell’aeroporto, non quella futura, per la quale sarà dovere del Comune e di Enac procedere ad un adeguamento del Piano stesso. Il Piano ha il compito di identificare le aree contigue al sedime aeroportuale interessate dall’inquinamento acustico prodotto dall’infrastruttura: nulla a che vedere con le zone A, B, C e D che ha citato il sindaco Pizzarotti, che sarebbero le zone di rispetto relative al Piano di rischio aeroportuale; la zonizzazione acustica riguarda le aree nelle quali deve essere misurato il rumore e per le quali devono essere dichiarate le curve di isolivello registrate. Il rumore è infatti considerato uno dei più importanti fattori da valutare per definire l’impatto e la sostenibilità degli impianti: basti pensare che in una recentissima sentenza del 14 ottobre la CEDU ha stabilito che nei casi di grave inquinamento acustico viene leso il diritto al rispetto della vita privata ed ha disposto un ingente risarcimento per tutti i residenti ricorrenti in quanto esposti a rumore da traffico.
Dispiace dover prendere atto per l’ennesima volta non solo dell’ignoranza delle norme, ma anche della leggerezza con cui tali problematiche vengono liquidate dalla nostra amministrazione. È davvero fonte di imbarazzo sentire un sindaco paragonare i decibel della propria voce amplificata con il rumore degli aerei in decollo o atterraggio. Che poi addirittura si consideri credibile e si racconti alla città che il rumore degli aeromobili resta all’interno del sedime aeroportuale, è a dir poco surreale e suona davvero come una presa in giro per tutti coloro che quotidianamente sono sottoposti al disagio causato dal rumore degli aerei, ad iniziare dai bambini e dai ragazzi che frequentano le scuole situate nei pressi del Verdi.

Ribadiamo dunque le domande a cui non è stata data risposta: quando sarà finalmente predisposto il Piano di zonizzazione acustica aeroportuale? Tenendo conto che dal 1997 non sono individuate le zone di tutela e di rispetto, quanti permessi a costruire sono stati concessi senza che questo documento indispensabile venisse redatto?

Questa carenza avrà effetti sui titoli, che nel frattempo si saranno consolidati? Quanti potenziali risarcimenti dovremo erogare a causa di questa grave carenza dell’amministrazione? Chi li pagherà?

Se poi volessimo anche allargare lo sguardo e contemplare la situazione che si verrebbe a produrre con l’allungamento della pista ed il traffico dei cargo, ci chiediamo se ci sia l’intenzione di verificare puntualmente i dati forniti dalla società che gestisce l’impianto per la richiesta di VIA, disponendo per tempo le necessarie misurazioni del rumore per non incorrere in vertenze legali che esporrebbero il Comune a risarcimenti milionari, non dimenticando che nel caso dell’aeroporto cargo di Orio al Serio sono ben 12 i comuni interessati dall’inquinamento acustico, altro che permanenza del rumore nel sedime aeroportuale!

I consiglieri comunali
Roberta Roberti, Gruppo misto
Giuseppe Massari, Parma Protagonista

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