Roberti e Massari: “Si verifichi la situazione economico-finanziaria del Parma Calcio 1913”

I consiglieri comunali Roberta Roberti (Gruppo Misto) e Giuseppe Massari (Parma Protagonista) il 10 gennaio ultimo scorso hanno presentato interrogazione consiliare per chiedere notizie in merito alla situazione finanziaria della società Parma Calcio 1913, proponente del progetto di ricostruzione e gestione dello stadio Tardini con concessione per 90 anni, in relazione alla manifestata intenzione della Giunta comunale di dichiarare il pubblico interesse della proposta.

Appare infatti incomprensibile come si possa procedere a dichiarare il pubblico interesse di una proposta che oltre ad essere improponibile nella sua attuale concezione, come attestano anche le copiose e pesanti prescrizioni della Conferenza di Servizi preliminare, risulta gravemente compromessa anche per l’assenza di qualsivoglia dato o informazione contabile a garanzia dello stato di salute economico finanziaria del proponente.

Infatti, la società Parma Calcio 1913, nel solo esercizio che riguarda il periodo di 4 mesi dal 01/09/2020 al 31/12/2020, ha registrato a bilancio perdite per 22,6 milioni e debiti per 175,1 milioni. Dei risultati del 2021, a tutt’oggi, non è trapelato alcun dato ufficiale che permetta di accertare lo stato di salute del club.

In relazione al bilancio chiuso il 31/12/2020 (l’ultimo a oggi disponibile), alcuni dei principali indicatori della salute finanziaria della società evidenziano valori preoccupanti: il patrimonio netto (che è il primo fattore finanziaria di salute di una società) è NEGATIVO per 15,5 milioni; le passività correnti, che ammontano a 83,8 milioni, superano di quasi 3 volte le attività correnti, che si attestano a 31,9 milioni. L’indice di liquidità è di 0,38. Ciò significa che le entrate correnti sono fortemente insufficienti a coprire le uscite. Giusto per quantificare l’entità del problema, per portare l’indice di liquidità a 1,0 (cioè entrate correnti appena sufficienti a coprire le uscite) mancano 51,9 milioni.

Se si considerano la retrocessione del club in serie B, che ha determinato una drastica diminuzione delle entrate senza una equivalente riduzione dei costi operativi, e le ulteriori operazioni di calciomercato con saldo negativo di 22 milioni, la stima è che a fine 2021 i debiti della società Parma Calcio 1913 si siano attestati intorno a 200 milioni.

Ad accrescere le preoccupazioni sulla reale situazione finanziaria del club crociato, si aggiungono le premature dimissioni del Managing Director Corporate, Jaap Kalma, che ha lasciato dopo solo 9 mesi dal suo arrivo, e l’azzeramento del Consiglio di Amministrazione in carica della controllante Gruppo Gentile S.r.l., avvenuto il 21/12/2021.

Vogliamo forse accontentarci della nota stampa uscita provvidenzialmente il 18/01/2022 sul blog Calcio e Finanza e riportata oggi dalla Gazzetta di Parma, nella quale, giusto per dare un’idea dell’attendibilità della fonte, si definiscono “finanziamenti per il club” i debiti di 175 milioni della società e si afferma che 83,2 milioni di questi siano stati “convertiti in capitale”, quando la visura camerale di Parma Calcio 1913 S.r.l., in data di oggi, riporta il capitale sociale invariato a 150 mila euro?

Il 21/5/2021 la società Parma Calcio 1913 ha depositato in Comune proposta di ricostruzione e gestione dello stadio Tardini in modalità di finanza di progetto, denominata “Progetto Stadio Tardini”, con richiesta di concessione dell’area pubblica municipale su cui sorge l’attuale impianto sportivo per la durata di 90 anni a titolo gratuito. Parma Calcio 1913 si prefigge di finanziare l’opera per l’intero costo di realizzazione, dichiarato in 93,7 milioni.

L’analisi del Piano Economico Finanziario del progetto di ricostruzione e gestione dello stadio (oltre a rilevarne la poca aderenza con la realtà) evidenzia che il 77% delle entrate di gestione del nuovo impianto — nello specifico le voci: canone utilizzo impianto (2,5 milioni/anno; oggi è 151 mila euro/anno), naming rights stadio (1,5 milioni/anno), altre sponsorizzazioni (0,75 milioni/anno), food & beverage (0,89 milioni/anno) —, così come ben rappresentato dal proponente, dipendono direttamente dai risultati sportivi del club di calcio. In mancanza di risultati sportivi o, peggio, in assenza di una squadra di calcio in grado di farsi carico del canone di utilizzo dello stadio, quelle entrate tenderebbero a zero. Risultati sportivi che, a loro volta, dipendono dalla salute economico finanziaria del club di calcio, come insegna, fra i molti esempi, il fallimento nel 2015 del Parma F.C. con 218 milioni di debiti.

A differenza di quanto il vicesindaco Marco Bosi afferma nella risposta del 11/11/2021 alla precedente interrogazione della consigliera Roberta Roberti, il fatto che la “concessione e ogni collegato diritto e onere per la gestione” del nuovo stadio saranno assunti da una “società di progetto” appositamente costituita, diversa dalla società di calcio, non permette di escludere dall’ambito della valutazione della fattibilità e sostenibilità della proposta, anche ai fini di dichiarare l’eventuale pubblico interesse, i problemi economico finanziari della società Parma Calcio 1913 evidenziati in premessa, in quanto ben il 77% dei ricavi di gestione del nuovo stadio dipendono dai risultati sportivi e, quindi, anche dalla salute economico finanziaria del club di calcio che utilizzerà l’impianto sportivo. Non bastano quindi le “garanzie di solidità economico-finanziaria e di capacità tecnico-organizzativa della società di progetto”, come asserisce il vicesindaco, in quanto la sostenibilità del progetto dipende in larga parte dalla salute economico finanziaria e dai risultati sportivi del club di calcio.

Alla luce della rilevante portata della proposta di realizzazione del nuovo stadio / arena per eventi da 25 mila posti e 2.500 metri quadri di superfici commerciali e dei fatti sopra esposti, visti il coinvolgimento di un intero quadrante urbano con riflessi sull’intera città, le ripercussioni e i disagi che dovranno subire i cittadini che risiedono nei quartieri circostanti all’impianto, il cospicuo impegno finanziario di quasi 100 milioni, la durata della concessione quasi secolare, le gravi ricadute sulla città e il conseguente danno erariale se il progetto dovesse fallire una volta avviato (consegnando ai parmigiani l’ennesima opera inutile destinata al degrado), è quanto mai necessario e imprescindibile, prima di poter eventualmente dichiarare il pubblico interesse, che sussistano fin da subito le condizioni di salute economico finanziaria del proponente. Che il proponente sia la società di calcio o la società di progetto non rileva, in quanto entrambe, come sopra dimostrato, sono strettamente interdipendenti ai fini della sostenibilità del progetto.

Riteniamo inaccettabile che si proceda a dichiarare il pubblico interesse senza aver preliminarmente richiesto alla società Parma Calcio 1913 di fornire un bilancio di verifica dello stato patrimoniale (comprensivo dei principali indicatori di risultato) e del conto economico dell’esercizio contabile dell’anno 2021, per accertare le reali condizioni di salute della società e quali eventuali misure (aumenti di capitale, finanziamenti soci o altro) sono state intraprese per risanare la situazione riscontrata nel bilancio chiuso a fine 2020.

Chiediamo inoltre che venga dato il tempo necessario a tutti Consiglieri comunali (avvalendosi anche di professionisti esperti) di svolgere una scrupolosa analisi dell’attuale situazione della società Parma Calcio 1913, come risulterà dal bilancio di verifica dell’esercizio contabile dell’anno 2021, allo scopo di accertare la effettiva salute economico finanziaria del proponente, che deve essere precondizione e garanzia imprescindibile prima di procedere a qualsivoglia decisione o delibera in merito alla proposta di ricostruzione e gestione dello stadio Tardini, nonché alla concessione di un bene patrimoniale della collettività per 90 anni, e di riferire in Consiglio in sessione appositamente convocata.

I consiglieri Roberta Roberti (Gruppo Misto) e Giuseppe Massari (Parma Protagonista)

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