I ritorni di fiamma potranno funzionare, forse, con qualche vecchia morosa, ma in generale non sono mai fortunati.
Penso ai ritorni di Shevchenko e Kaka al Milan, di Ronaldo al Manchester United… incrociamo le dita su quello di Pogba alla Juve (per ora molto male essendosi infortunato per almeno tre mesi nella prima amichevole).
Non andò meglio a Napoleone (leggi: La Vecchia Guardia imperiale vignaliana rimbraccia le armi), nè a Ubaldi.
Alle ultime comunali non è andata troppo bene neanche all’ex sindaco Vignali che, se è vero che ha ottenuto un sorprendente 13% con la sua lista civica “Vignali sindaco” (seconda lista a Parma dopo il Pd, il doppio di quella di Guerra), si è fermato al 30% al ballottaggio (la percentuale più bassa registrata a Parma al secondo turno).
A distanza di due mesi Vignali ci riprova: è candidato capolista per Forza Italia al proporzionale della Camera alle elezioni politiche del 25 settembre.
Se solo un anno fa qualcuno avesse raccontato in giro che l’ex sindaco avrebbe avuto concrete possibilità di essere eletto in Parlamento lo avrebbero preso per matto.
Già, perchè Vignali è oggi uno dei parmigiani nei collegi proporzionali con più chance di andare a Roma.
I risultati della sua lista e del ballottaggio 2022 hanno dimostrato, in modo direi palese, che l’ex sindaco abbia indubbiamente un consenso personale come pochi altri a Parma, apprezzatissimo da una minoranza che lo venera, divisivo e quindi minoritario in città.
Ricordo che nel 2002 Vignali raccolse 4.900 preferenze come candidato consigliere comunale nella lista di Civiltà Parmigiana. Fu il più votato in Italia in quella tornata amministrativa, quasi cinque volte di più dell’attuale acclamato “re della preferenza”, quando non “santo” (leggi: Lorenzo Lavagetto, da eretico a santo) o “messia” (leggi: Il Pd di Parma è il partito scelto dal Dio della Torah ebraica. In città è arrivato il Messia), Lorenzo Lavagetto, con una legge elettorale vigente che consente, a differenza di prima, l’espressione di due preferenze di genere diverso. Altri tempi, si dirà, ma 4.900 rimane un numero pazzesco.
Vignali diventerà onorevole se saprà spostare qualche migliaia di voti suoi su Forza Italia così da far crescere in modo decisivo la percentuale della lista di Berlusconi nel nostro collegio e superare quella di altre province.
Parte dal 13% della sua lista e dal 2,5% di Forza Italia ottenuti alle comunali.
Il potenziale per passare c’è.
Ma servirà un Vignali esplosivo, se non uguale a quello devastante suoi tempi gloriosi, che un pò ci assomigli.